18/4/2008 – Il Sessantotto al Linea d'ombra Film Festival

Con Frammentatori? di Italo Moscati
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Il Linea d’ombra Film Festival di Salerno presenterà sabato 19 aprile alle 18.30, nello spazio Complesso Monumentale di Santa Sofia, Frammentatori?. E’ un assemblaggio, una scelta di Italo Moscati di film della durata di 55’ che sono stati realizzati negli anni Sessanta e ruotano su temi e personaggi che hanno contribuito a fissare aspetti significativi del Sessantotto, l’anno delle rivolte fuori e dentro il cinema. Si tratta di un tentativo di tornare a quel periodo con documenti essenziali per capire la breve stagione delle contestazioni dei giovani in tutto l’Occidente ma anche in Giappone e altre zone del mondo. I film considerati sono di registi famosi come Pier Paolo Pasolini, Fernando Solanas, Michael Waldleigh, Marco Bellocchio, Jean Luc Godard, Ugo Gregoretti, Giuseppe Bertolucci; di autori d’avanguardia come Carmelo Bene, Alberto Grifi, Alberto Leopardi; e di artisti come Mario Schifano e Gianfranco Baruchello. Per rappresentare in una sintesi questa realtà che ancora ci insegue, Moscati ha scelto i veri “frammentatori” che hanno prodotto i soli segnali degni di essere studiati come tali; e propone, con gli amici di Salerno, in particolare con Gianluca De Falco, un assemblaggio “impietoso, arbitrario e sfacciato” che rende conto di quel che è stato il ’68 e di quel che ha lasciato, aperto a tutte le possibili reazioni. Dice Moscati: “La proposta può scatenare in chiunque che non sia superficiale, distratto, abbacinato dalla tv, una bufera travolgente. Nel clima della celluloide italiana spesso evanescente come la spuma di una sfilata di moda, affiorano film e filmati che tradiscono i venti della bufera, cioè della confusione e dello sfoggio di nostalgia, malinconia, esaltazione, antistorica fierezza. Un’idea circolare di vita, che si spezza e ritorna, come il cinema che gira. Sono spezzoni autentici, con i loro eccessi. Trasmettono una comune ansia di presentare almeno un abbozzo, organizzare un principio di racconto, improvvisare magari un impossibile finale, mettersi sempre in gioco. Nel profondo. Com’è capitato anche a me in tv, quando ho voluto o potuto raccontare quegli anni”.
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