Giunge mediamente come un uomo… è la donna al cinema. Attraverso una serie di visioni esemplari, cominciando da due film esemplari come "Je vous salue Marie" (1985) di Jean-Luc Godard" e "Europa 51" (1952) si cercherà di capire, con l'aiuto del critico Edoardo Bruno quale sia la forma essenziale per rappresentare il volto femminile nella sala buia.
"Ritratto/autoritratto" è il tema del primo dei sei incontri di questa rassegna, "Unidee donna 2005", giovedì 20 gennaio alle ore 21 presso Cittadellarte (fondazione Pistoletto) a Biella. Si cercherà di mettere in evidenza quanto del vissuto dei protagonisti sia riflesso nei personaggi femminili (Myriem Roussel e Ingrid Bergman in questo caso), come in uno specchio deformato.
Già Carl Theodor Dreyer fissò in maniera indelebile la figura di Reneé Falconetti in "La passione di Giovanna D'Arco" (1928) tanto che Godard in "Vivre sa vie" ("Questa è la mia vita", 1962) mostra la protagonista prostituta Nanà (Anna Karina) mentre guarda quel film in un cinema e i sottotitoli alludono all'interferenza con la sua vita. Di tali sottigliezze si disquisirà negli incontri. E' un modo interessante per discutere di questa presenza al cinema: in teoria metà dei film visti nella nostra esistenza avevano una figura femminile come protagonista.

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