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regali cinema natale

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regali cinema natale

20/5/2005 – Articolo Doc, il documentario per sostenere la Costituzione

15 Maggio 2005 di Redazione Sentieri Selvaggi

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2 giugno 2005, Festa della Repubblica: usiamo il film documentario per attivare una riflessione sul valore della Costituzione Italiana. E' un progetto coordinato da Articolo Doc, in collaborazione con DOCUME' Circuito Indipendente del Documentario Etico e Sociale.


Invitiamo le organizzazioni presenti sul territorio a sostenere il progetto Articolo Doc organizzando proiezioni in tutta Italia. A tale scopo è stata creata una selezione di film particolarmente rappresentativi delle tematiche legate alla Carta Costituzionale Italiana.  La Costituzione rappresenta il fondamento di una società, eredità preziosa per chi crede nello stato di diritto e nella democrazia. Occorre ricominciare a parlare e a parlarsi,  occorre fare il punto su ciò che siamo stati per capire ciò che potremmo diventare. Noi crediamo che anche il cinema possa servire, soprattutto se è un cinema che più che intrattenere desidera far pensare.


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L'adesione al progetto prevede:


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  • La disponibilità da parte degli aderenti a coordinare e organizzare la proiezione nella serata del 2 giugno 2005;


  • La disponibilità di un minimo di attrezzature tecniche: un videoproiettore, un videoregistratore o dvd, uno schermo ed un impianto audio.

Agli aderenti verrà fornito il film per la serata, scelto tra quelli selezionati, la promozione dell'iniziativa a livello nazionale e tutti i suggerimenti necessari per affrontare al meglio il progetto.


 


A titolo di contributo per le spese organizzative e per il noleggio di un film è prevista una quota di 100 euro + IVA.


Le copie dei film utilizzati saranno restituite all'associazione Documè nei giorni immediatamente successivi il 2 giugno 2005.


 


Per informazioni e per ricevere il modulo di adesione:


Progetto Articolo Doc


Stefania Omodeo 0142 489976 / 339 8156164 / Matteo Bellizzi 347 5399493


info@articolodoc.org    www.articolodoc.org


Associazione Docume'


Via san Pio V 14/c 10125 Torino 0116694833


www.docume.org


 


 


ECCO I 9 FILM SELEZIONATI PER LE PROIEZIONI DEL 2 GIUGNO:


 


Art. 1.


 


L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.


La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.


 


VIETATO SOSTARE SUL PORTONE


di Francesco Amato


Italia – 2002 – 71' – DV – Quartiere Savena, Comune di Bologna


 


Bologna, febbraio 2002. Un giorno come un altro nei luoghi del disagio della città. Dormire, mangiare, vestirsi, amare, sopravvivere: tante piccole storie di emarginazione raccontate dai senza fissa dimora. Senza casa e senza lavoro. Insomma, una vita senza diritti, nemmeno quelli che tutti darebbero più scontati. I numeri ufficiali parlano di 500 senza dimora a Bologna. "Vietato sostare sul portone" è un itinerario attraverso i luoghi dell'emarginazione passando per i centri di accoglienza ed il ricovero per i poveri. Nel 1993 nasce l'Associazione Amici di Piazza Grande su iniziativa di un gruppo di persone formato da senza fissa dimora, militanti sindacali e cittadini impegnati nella lotta all'esclusione sociale. Questa associazione si occupa di fornire cibo, bevande e informazioni utili su come ottenere assistenza medica e legale. L'obiettivo principale è quello del reintegro nella società attraverso l'avviamento lavorativo sia con borse lavoro, che prendendo in affidamento persone con lievi condanne penali. Un gruppo di persone svantaggiate, si sono impegnate nel riciclo della carta, di mobili, oggetti e abbigliamento usato, nonché della loro vendita e della loro organizzazione. Altri ragazzi, da anni gestiscono un bagno pubblico, il più pulito d'Europa. Tutti: Vincenzo, Angela, Vito,… ci racconteranno la loro storia, il loro difficile passato. A volte anche un divorzio sta alla base della perdita del lavoro e della dimora.


 


Art. 2.


 


La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.


 


DIARIO DI UNA SICILIANA RIBELLE


di Marco Amenta


Italia 1998 56'


 


Roma…92. Quello che voglio, dopo la mia morte, è un funerale con pochissime persone: solo quelli che mi hanno aiutato a fare giustizia. Mia madre non deve assolutamente essere presente…né vedermi dopo la mia morte.


 


Queste terribili parole, Rita Atria le ha scolpite sul suo diario. Il 5 novembre 1991, questa giovane siciliana di 17 anni si presenta alla giudice per denunciare il sistema mafioso e vendicare gli assassinii del padre e del fratello, entrambi mafiosi. Per la prima volta una ragazza di famiglia mafiosa si ribella apertamente all'organizzazione tradizionalmente maschilista. Da questo momento, i giorni di Rita sono contati. Non le restano più che nove mesi da vivere.


Come tutte le altre donne di mafia siciliane, Rita avrebbe dovuto piegarsi alla legge del silenzio. Avrebbe dovuto chiudere gli occhi, sottomettersi, come sua madre e la madre di sua madre. Ma Rita non è come le altre. La sua vita è una sfida al destino e possiede l'intensità di un racconto epico. Rinnegata e minacciata dal fidanzato, dal suo paese e persino dalla madre, è costretta ad abbandonare la sua Sicilia natale ed esiliarsi clandestinamente a Roma. Il procuratore Paolo Borsellino, che diventa per lei una figura paterna, la prende sotto la sua protezione e la sostiene nella sua ricerca di giustizia. A Roma, sotto falsa identità, incontra Gabriele e nasce un amore. Ma i massacri di Falcone e di Paolo Borsellino, mettono Rita di fronte all'assurdità della vita e alla dismisura della sua battaglia. Rifiutando di essere la successiva sulla lista, Rita si suicida e una volta di più, l'ultima, sceglie il suo destino. Quattro mesi dopo la sua morte, la madre tenta di cancellare il suo tradimento, frantumando la pietra tombale…


Durante i suoi ultimi nove mesi, Rita immortala la sua incredibile storia sul suo diario. Confessioni, poesie, descrizioni, dipingono l'inesorabile percorso psicologico di questa condannata lucida. Questo testamento postumo e unico vibra fra l'idealismo e la disperazione di una ragazzina di diciassette anni.


Come Antigone nella tragedia di Sofocle, Rita pone la morale al di sopra delle regole sociali. Come Antigone, va dritta al suo scopo. Sa che morirà. Ma non le importa il prezzo da pagare. Per tutti quelli che combattono Cosa Nostra, Rita è divenuta un simbolo.


Il film si sfoglia come il diario di Rita, e sposa il ritmo della tragedia classica sullo sfondo di una Sicilia che cambia. E' una storia universale, la storia della resistenza all'oppressione, la storia dell'uomo che lotta contro il destino. Partendo dall'esempio di questa Antigone siciliana, il film mostra l'emancipazione delle donne siciliane e la voglia di riscatto di tutti i siciliani onesti. Il documentario si vuole omaggio e speranza.


" Forse un mondo onesto non esisterà mai, ma se ognuno di noi prova a cambiare, forse ce la faremo " (dal diario di Rita Atria).


 


Art. 4.


 


La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.


Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.


 


L'UOMO FLESSIBILE


di Stefano Consiglio


Italia – 2003 –  Beta Digitale – 50' – prod. BIBI Film


 


Nove storie, dal nord al sud, un viaggio simbolico senza confini geografici, per raccontare la realtà del lavoro flessibile. Una realtà ansiogena per la fatica dei tempi e dei ritmi, o per la paura che la flessibilità si trasformi in precarietà.


I protagonisti assoluti sono loro, i lavoratori flessibili, e i loro racconti di vita quotidiana.


Marito e moglie che lavorano in una fabbrica del nord-est e hanno scelto di fare i turni opposti "così i figli non restano mai soli". Risultato: non possono mai dormire insieme, né mangiare insieme, né avere una vita sociale.


Un operaio cattolico, molto osservante, che si ribella al lavoro domenicale perché in contrasto con la sua fede e il suo desiderio di passarle in chiesa le domeniche, e non in fabbrica.


Una ventiquattrenne di Catania che da cinque anni lavora, in nero, come cameriera nei pub per pagarsi l'università e non riesce a progettare il proprio futuro.


Un giovane psicologo che lavora in un centro per disabili mentali, che confessa come la precarietà del suo lavoro – che pure considera bellissimo – gli impedisca di intensificarsi con quello che fa.


Un ingegnere elettronico di Catania che dopo aver lasciato la sua città e aver cambiato tante volte impresa, avverte tutta la stanchezza e i rischi della flessibilità. "È come quando guidi veloce: arrivi prima, magari ti diverti anche di più, ma rischi di sbandare e di farti male".


Un dirigente d'azienda, rampantissimo e flessibilissimo negli anni '80, racconta che superati i cinquant'anni sul mercato del lavoro "sei un morto che cammina".


Infine c'è la storia dell'operaio della Fiat di Melfi che deve fare ogni giorno cinque ore di viaggio per recarsi al lavoro e poi tornare a casa sua, a Salandra, in provincia di Matera, paese di emigranti oggi abitato per lo più da vecchi e bambini. Ma lui si ritiene fortunato, "perché almeno posso restare al mio paese. E per non farlo morire sono deciso a non mollare".


Come un filo rosso che lega queste storie, ci sono delle incursioni di Antonio Albanese che recita frammenti del "Diario postumo di un lavoratore flessibile" scritto da Luciano Gallino.   


Il film ha vinto il Premio Cipputi al Torino Film Festival 2003.


 


Art. 9.


 


La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.


Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.


 


L'ESPLOSIONE 


di Giovanni Piperno


Italia – 2003 – 75' – DVCAM/35 mm/Super 8 – prod. Fandango e Tele+ 


 


Danilo Coppe è un uomo d'azione: è il massimo esperto di demolizioni con dinamite in Italia. Un giorno gli propongono l'abbattimento di otto palazzoni costruiti in riva al mare, si tratta delle così dette "torri del Villaggio Coppola", il simbolo di uno dei peggiori ecomostro d'Europa. Un intero paese per le vacanze costruito su terreni poi riconosciuti anche del demanio statale, dagli anni sessanta ai novanta, in spregio a qualsiasi tutela del paesaggio. Una storia infinita di procedimenti penali e di distruzione del territorio, e di sospette complicità politiche. E così, per la prima volta nella sua carriera, Danilo Coppe si arena, si invischia in un meccanismo complicato e oscuro, e dopo due anni di sopralluoghi, riunioni, verifiche e telefonate sarà riuscito a demolire soltanto una delle otto torri…


 


Art. 10.


 


L'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute.


La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali.


Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge.


Non è ammessa l'estradizione dello straniero per reati politici.


 


QUESTA E' LA MIA TERRA


di Francesco Amato


Italia – 2003 – DV  –  70' – prod. Quartiere Savena , Comune di Bologna


 


 "Con il fisico puoi anche ritornare ma non sarà mai la stessa cosa l'immigrazione cambia profondamente l'essere". Asterisco trasmette tutti i giorni su Radio Città del Capo, è la voce che riflette sulla necessità e sul diritto di spostarsi e di abitare il mondo e la nazioni senza dover presentare documentazione scritta. Faustin Akafak Raymon Dassi  sono gli autori di Asterisco, camerunesi di origine, bolognesi oggi. Stranieri, nuovi cittadini come chiedono di essere chiamati, lavoratori. Come Abdul, operaio in cassa integrazione, era venuto in Italia per studiare, oggi non riesce a portare la famiglia in Marocco per le vacanze estive. Come Shahid, commerciante di giacche in pelle, alla ricerca di un ufficio prima della casa. Come Sumera, giovane insegnante pakistana, perennemente alla ricerca di un equilibrio tra la cultura di origine e quella che l'ha accolta. Come Marian, detto "Spartak", che grazie alla sanatoria può ottenere il permesso di soggiorno. Come…….


Come dice Faustin, le storie di immigrazione evolvono molto molto in fretta.


 


Art.11.


 


L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.


 


UNITED WE STAND


Di Matteo Barzini


Italia – 2004 – 41' – DVCAM – Tipota Movie Company


 


Durante e subito dopo la guerra in Iraq, una troupe ha percorso in automobile seimila chilometri da Chicago a Los Angeles, via Dallas e Las Vegas, (con un ulteriore breve soggiorno a New York), raccogliendo per strada interviste sulla guerra. Le risposte, spesso folgoranti, qualche volta violente, indignate, accorate, comunque mai banali, segnalano la radicale polarizzazione del paese fra pro e anti war e ci restituiscono un'immagine aggiornata e inconsueta di quello che l'America è diventata dopo l'undici settembre. Paure, orgoglio ferito, patriottismo, rancore anti-governativo e aspettative si mescolano caoticamente contribuendo a formare l'identikit di un popolo, dei suoi interrogativi, della sua rabbia e della sua crisi. Un hell's angel appena sceso dalla sua Harley Davidson nel mezzo del sonnolento midwest enuncia la speranza che tutti al mondo possano un giorno vivere come vivono gli americani, una speranza che ha come corollario naturale la giustificazione di ogni intervento bellico per portare la felicità nel mondo sottosviluppato. Un ex sessantottino a Dallas parla invece di elezioni falsificate e di un governo di megalomani. Un ragazzo di Los Angeles parla indignato dei contratti di ricostruzione dell'Iraq assegnati dal governo Americano a società amiche. Una ragazzina nel mezzo dell'Oklahoma dice:"uccideteli tutti, si, uccideteli tutti." Si conclude con un indignato ragazzo di New York che lancia un'appello:"Se conoscete un paese con delle leggi flessibili sull'immigrazione, ditemelo. Io me ne voglio andare via da qui perchè questo è un paese di pazzi." Il programma alterna, a ritmo sostenuto, le risposte degli intervistati, con la loro forte carica polemica e passionale, a sequenze lampo rubate all'infinito e glorioso panorama geografico e urbanistico americano, i deserti della route 66, la luce dorata della Monument Valley, le periferie e i down town spettrali di tante città del Midwest, il calore infernale di Los Angeles, I grattacieli e le piazze di New York, tutto mischiato a immagini della Guerra. Menzione speciale al New York International Independent Film Festival.


 


Art. 27.


 


La responsabilità penale è personale


L'imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva.


Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato.


Non è ammessa la pena di morte, se non nei casi previsti dalle leggi militari di guerra.


 


RICCARDO III


di Bruno Bigoni


Italia – 2004 – 70' – MiniDV – Università IULM di Milano – Casa Circondariale di Bollate


 


Come nel dramma di Shakespeare, questo moderno ed attualissimo Riccardo III è una docu-fiction sul dramma dell'uomo che, non trovando posto per sé nella realtà del mondo, decide di costruirsi un personaggio e un palcoscenico in cui mettere in scena se stesso e gli altri, un mondo di guerre, di odio, di intrighi, illudendosi di poterci vivere a suo agio. Il carcere di Bollate si trasforma quindi in una corte, fatta di regole, intrighi, alleanze, tradimenti e violenze, restituiti nella loro autenticità dagli stessi detenuti, prima nelle vesti di co-sceneggiatori, poi come attori. Un film-documentario claustrofobico, che si svolge tutto all'interno del carcere, ad eccezione dei cortili dell'ora d'aria, i cui interpreti sono detenuti o agenti, con solo due attori professionisti: Anna, (Paola Pizzi) e Riccardo (Bebo Storti).


 


 Art. 34.


 


La scuola è aperta a tutti.


L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita.


I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.


La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.


 


A SCUOLA


di Leonardo Di Costanzo


Italia – 2003 – 60' – DVCAM – Copans per Les Films d'Ici,  Cresto-Dina per Fandango, INA


 


Napoli. All'interno del rione Pazziano c'è la scuola media Nino Cortese. Per un intero anno scolastico, Leonardo Di Costanzo ha seguito la vita nelle classi, nei corridoi e nelle sale dei professori. Ma i protagonisti di questo documentario non sono i ragazzi: "A Scuola" è un film sugli insegnanti e sulla Preside che, costretti a svolgere il loro lavoro in completa assenza delle istituzioni, con il loro impegno riempiono di senso, ancora e nonostante tutto, l'istituzione della scuola dell'obbligo. Nella periferia di Napoli la scuola è l'ultimo baluardo dello Stato. Una trincea dove si affronta, giorno dopo giorno, un conflitto estremo: la mancanza dell'idea di bene pubblico e l'affermazione delle norme di convivenza civile. Il lavoro dell'insegnante è sempre meno quello di insegnare e sempre più quello, durissimo e faticoso, di educare: uno sforzo quotidiano e sfibrante. La sfida principale è quella di tenere i ragazzi dentro la scuola. Un film disperato e pieno d'amore: per i ragazzi che non hanno niente, per il lavoro svolto in ogni singola classe, per quel che rimane della scuola pubblica.


La scuola media Cortese è al centro del rione Pazziano, che in molti hanno visto in tv quando, all'alba del 6 agosto del 1997, oltre mille uomini tra polizia, carabinieri, vigili urbani e pompieri accerchiarono e penetrarono nelle Torri Pazziano, per sgombrare 46 appartamenti occupati abusivamente dalla famiglia camorrista Reale che aveva scacciato i legittimi assegnatari degli alloggi insediandovi le famiglie dei propri gregari; tutto il rione era protetto da telecamere a circuito chiuso e da cancelli automatici. "Questo è il nostro rione, non ci caccerete mai" gridavano le donne mentre gli uomini delle forze dell'ordine abbattevano i cancelli, liberavano gli appartamenti e li muravano.


Premi e menzioni ricevuti dal documentario:  Primo premio al Filmmaker Film Festival di Milano 2003; Premio Arca Cinema Giovani alla 60° Mostra Internazionale del Cinema di Venezia; Menzione Prix des Bibliothèques al 26° Festival Internazionale Cinéma du Réel, Parigi 2004; Menzione premio speciale sud-est Sicilia 2004; Prix Egli Film&Video AG al Festival Internazionale Visions du Reèl, Nyon 2004.


 


Art. 45.


 


La Repubblica riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata. La legge ne promuove e favorisce l'incremento con i mezzi più idonei e ne assicura, con gli opportuni controlli, il carattere e le finalità.


 


QUARANTA GIORNI


di Emma Rossi-Landi


Italia – 2003 –  DV – 57' – prod. Zanahoria Produzioni


 


Ogni anno migliaia di orfani provenienti dalle zone contaminate dall'incidente di Chernobyl, vengono in Italia accolti da famiglie volontarie per trascorrere brevi periodi di recupero fisico e affettivo. Il documentario racconta il viaggio in Italia di tre bambine bielorusse, Anastasia, Julia e Vika, che provengono dall'orfanotrofio di Oshmiany e arrivano a Ciampino dove trascorrono quaranta giorni ospiti di due diverse famiglie italiane.


Vika e Julia sono due gemelle di nove anni, accolte per la seconda volta da Raffaella e Augusto, una coppia senza figli. Anastasia e' la prima volta che esce dal suo paese ed e' ospite di Loredana e Piergiorgio, giovane coppia con due figlie piccole.


Dal giorno dell'arrivo a quello della partenza le telecamere seguono discretamente il rapporto che si crea tra le piccole ospiti e le loro famiglie provvisorie, indagando motivazioni, significato ed effetti di questa accoglienza. Le paure e le aspettative di bambini e adulti, il rapporto a volte facile ed altre doloroso che si crea in questa breve ed intensa convivenza sono il centro del racconto. Il punto di vista di Ruslan fa da controcanto alle altre due storie: il ragazzo ha 17 anni, viene in Italia da sette ed ha creato un rapporto stabile ed intimo con la famiglia ospitante.


Il documentario è stato premiato al Bianco Film Festival di Perugina e all'International Film Festival Bordelands di Bolzano; ha inoltre ricevuto il premio come miglior documentario italiano al Festival dei Popoli di Firenze (2004).


 

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