21/2/2007 – I produttori di cartoon cercano il rilancio
E chiamano la Rai e Sky
Una migliore gestione del merchandising e delle licenze, ma anche un più stretto rapporto con le sale cinematografiche, rappresentano la chiave per rilanciare l'animazione italiana. A dirlo sono i produttori dei cartoni animati italiani. In particolare, secondo Pietro Campedelli, presidente di Cartoon Italia, sigla che riunisce i produttori, bisogna ridiscutere la catena dei diritti. "Il problema – afferma Campedelli sul Giornale dello Spettacolo – è che riceviamo troppo per il singolo diritto ma troppo poco per la cessione obbligatoria di tutti gli altri, che, la maggior parte delle volte, non vengono sfruttati dalla Rai. A noi invece interessa che il nostro prodotto venga trasmesso anche da Sky e poi, dopo un arco di tempo ragionevole, dalle reti in chiaro". Roberto Baratta, presidente di Lanterna Magica di Torino, sottolinea l'importanza dell'uscita in sala poiché "la certezza della programmazione da parte dell'esercizio rende più facile il poter gestire le licenze in maniera favorevole e ampia, laddove in televisione, mancando Raiuno per la programmazione e con le altre reti che non riescono a creare un'abitudine, per noi risulta molto difficile gestire il rapporto con gli acquirenti delle licenze". Altro punto cruciale per lo sviluppo economico del prodotto d'animazione è il merchandising. Giovanna Milano, presidente di Red Castle Mediaconsulting, cita l'esperienza franco-belga, dove serie animate ispirate a personaggi come Asterix e Tin Tin hanno generato, attraverso lo sfruttamento del marchio, molti milioni di euro di profitto. "Ma – sottolinea – non bisogna credere che sia necessaria una base letteraria per questo tipo di operazioni. Eccellenti risultati sono stati ottenuti anche da prodotti creati ex novo, come per esempio la serie tv Totally Spies, venduta anche negli Stati Uniti". Sul futuro immediato Campedelli si dice possibilista: "la ridiscussione del contratto di servizio con la Rai potrebbe portare a interessanti cambiamenti sia sul piano delle coproduzioni che su quello dello sfruttamento delle possibilità offerte dai videogiochi e dai giocattoli collegati alle serie di maggiore successo". Basti pensare – ricorda il Giornale dello Spettacolo – che Arthur e i Minimei, il film d'animazione diretto da Luc Besson che nel mondo ha già incassato 65 milioni di euro, è stato finanziato nella sua prima fase grazie alla cessione delle licenze di libri e del videogioco sviluppato dal colosso informatico Atari.