Riaffiorano gli interrogativi mai sopiti sulla morte di Marilyn Monroe, sin da quel fatidico 5 agosto 1962 – il giorno in cui fu trovata priva di vita, nuda nel suo letto. Ad alimentare nuovi scenari è ora un documento dell'Fbi, rimasto inedito fino a pochi giorni fa, acquisito da alcuni quotidiani tra cui il britannico 'Independent'. Il retroscena svelato avrebbe del clamoroso: Marylin non voleva suicidarsi ma, in accordo con alcuni amici, solo simulare un tentativo di suicidio al fine di attirare su di sé le attenzioni del suo amante Robert Kennedy, fratello dell'allora presidente americano J.F.K.. La Monroe era convinta che, a seguito di questo gesto, Bob avrebbe trovato il coraggio di lasciare definitivamente la moglie. Ad inscenare il finto salvataggio in extremis sarebbe stato l'attore Peter Lawford, marito della sorella di Bob Kennedy, che invece la tradì. Un tradimento che rimanda ancora una volta all'idea di un complotto, volto a mettere a tacere per sempre la diva ormai scomoda ed ingestibile. (p.t.)

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