24/4/2007 – Passioni nere alla Casa del Cinema

Domani la presentazione del documentario di Italo Moscati

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Domani, alle 16 alla Casa del Cinema (Largo Mastroianni 1 – Roma), Italo Moscati, Stefano Della Casa e Maurizio Ponzi presentano il documentario Passioni nere e il libro  "Gioco perverso – La vera storia di Osvaldo Valenti e Luisa Ferida, da Cinecittà alla guerra civile". Una storia che attrae e fa paura. Sembra che i protagonisti siano Osvaldo Valenti e Luisa Ferida, i due attori che furono fucilati dai partigiani in una via di Milano; ma è così solo in parte. Più di altri personaggi, vittime della guerra e della guerra civile,  i due divi fra i più cari al pubblico del fascismo appartengono a una lacerante vicenda che stenta a chiudersi. La loro fine è stata chiarita, ma non abbastanza; le loro colpe sono state accertate, ma non abbastanza; la decisione di fucilarli è stata motivata, ma non abbastanza. Il dramma continua. La luce su un periodo su cui è stato scritto molto, e di tutto, si fa a volte sfocata, confusa, e comunque sempre cupa, terribile, carica di ambiguità. Come tante vicende italiane, di ieri e di oggi.

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Italo Moscati, sceneggiatore, regista e scrittore, insegna Storia dei media all'Università di Teramo. Tra i suoi ultimi volumi, ricordiamo "I Piccoli Mozart" e "Sophia Loren. La storia dell'ultima diva", editi da Lindau; e "Anna Magnani", "Vittorio De Sica", "Pasolini passione", editi da Eri-Ediesse. In Passioni nere (Testi e regia di Italo Moscati; Produzione Rai3 – La Grande Storia; Durata: 110'), l'autore racconta il cinema italiano degli anni Trenta e Quaranta. I divi considerati dal film sono Osvaldo Valenti e Luisa Ferida, ma anche Doris Duranti, Massimo Girotti, Amedeo Nazzari, Roberto Villa, Clara Calamai, Elsa De Giorgi, e molti altri, anche tedeschi. Tra i gerarchi compaiono Alessandro Pavolini (ministro della propaganda in Italia) e Joseph Paul Goebbels, suo corrispettivo nella Germania hitleriana. Furono anni intensi in cui venivano realizzate coproduzioni e doppie edizioni dei film per poi proiettarli nei due paesi, nei paesi alleati e nelle colonie. Non c'era la televisione e il cinema era al centro dell'attenzione e delle fantasie di milioni di spettatori. Allo spettacolo si dava una grande importante e gli attori costituivano uno specialissimo Olimpo. Amori e passioni vi si intrecciavano finchè non venne la seconda guerra mondiale a lacerare i sogni di Cinecittà e di Berlino, e a disperdere i film epici e di propaganda che s'inserivano tra le cosiddette commedie dei telefoni bianchi, le imitazioni dei musical americani (specialmente in Germania), i drammi popolareschi.

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