29/4/2008 – American movie
Profeti in patria (ma non in Italia)
Secondo Ferrari inoltre il calo dei biglietti staccati in Italia nel 2008 non è da ascrivere ai film Usa: “La contrazione che si è verificata nel nostro mercato in questi primi mesi dell’anno deriva dalla perdita di circa 2 milioni di spettatori dalla quota del cinema italiano. Lo scorso anno nel primo trimestre erano usciti tre film di grande successo popolare Manuale d’amore 2, Ho voglia di te, Notte prima degli esami – Oggi; quest’anno solo Grande, grosso e… ha raggiunto quelle cifre”.
Paul Zonderland, responsabile della Walt Disney, è d’accordo con Ferrari: “I risultati del cinema americano sui mercati internazionali – dice – sono fondamentalmente costanti. I singoli mercati europei crescono o diminuiscono a seconda degli esiti della produzione nazionale, che, è inutile negarlo, sta crescendo di importanza. E allora se in Francia esplode un caso come Bienvenue chez les Ch’tis è tutto il mercato ad avvantaggiarsene; se in Italia non si ripetono gli exploit di alcuni titoli 2007 le presenze complessive calano. Ma il cinema americano non mi sembra in crisi di creatività, tutt’altro. Lo scorso anno si sono prodotti 13 sequel, quest’anno ne sono annunciati solo 6, segno che si punta nuovamente su idee originali e sono convinto che, accanto ai film di facile consumo, non mancheranno anche film più corposi. Il successo americano dei film scacciapensieri, che da noi funzionano meno dipende anche dal fatto che il consumo di cinema su grande schermo in Usa è assai maggiore rispetto alla media italiana. In Italia è molto più difficile ottenere successo, la selezione è molto più dura, anche per questo bisogna calibrare con attenzione gli investimenti nel lancio dei film, altrimenti si rischia di perdere molti soldi. Questo – conclude Zonderland – spiega perché alcune uscite proposte da noi come da altre major siano ridotte nelle dimensioni e tengano conto anche dei successivi sfruttamenti del film”.