30 anni di Cinico Tv: Ciprì e Maresco su RaiPlay

Cinico Tv torna in Rai. A trent’anni dalla prima messa in onda diventa disponibile sul catalogo Raiplay tutta la prima stagione di uno dei prodotti più folli e militanti della televisione italiana

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Il 7 aprile 1992 inizia la messa in onda di uno dei prodotti più rivoluzionari e sperimentali della storia della televisione (non solo) italiana. Per quattro anni Cinico Tv, dei palermitani Franco Maresco e Daniele Ciprì, sotto forma di piccole pillole al cianuro propose una visione trasfigurata, nella Palermo dei personaggi Paviglianiti e Giordano, dell’Italia del malcostume, della lotta alla mafia e del berlusconismo che esondava e intaccava sempre più immagine e cultura. Potremmo dire che Cinico Tv è a tutti gli effetti la mise en place più estrema della televisione e dell’informazione durante gli anni di Berlusconi. Il frammento di “Congo Diana”, ad esempio, apparso un decennio e passa più tardi in un segmento di Loro di Paolo Sorrentino, è a tutti gli effetti una clip fuoriuscita da quel mondo in bianco e nero, anche se ovviamente lontana da tutto il nichilismo espresso dai palermitani. Le immagini sono diverse, Sorrentino cuce e orna mentre Maresco strappa, ma il linguaggio utilizzato è affine. Quell’uso del grottesco riconoscibilissimo e sempre presente è come se abbia liberato quel linguaggio che si costruisce sul trash.

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Maresco e Ciprì sono stati i primi probabilmente a memizzare il presente per parlare di concetti più alti e universali. Scoperchiando un sempre più accentuato decadentismo culturale che in Italia si applicava con leggerezza e disinvoltura. Utilizzare il piccolo per il grande. Tutto ciò non sarebbe stato possibile senza Cinico Tv e i suoi uomini-ratto in una Palermo lontana dai cliché, città che si omologava in maniera molto più lenta rispetto al resto della penisola. I “Santa Rosalia” imbalsamati da Ciprì e Maresco si fanno metafora di un mondo sul baratro. Spinto verso la fossa dalle barbarie esterne di una società glitterata, capace di creare l’illusione di una vitalità inesistente. Rimangono macerie senza colore intorno a queste maschere nude. Sembra l’apocalisse di un mondo governato da mostri, dove non c’è spazio per il femminino. I bruti copulano con i bruti, o con gli animali che li rappresentano, tra le lande desolate dove la violenza diventa poesia brutale. Un nuovo cattolicesimo lontano dal costume italiano che fonda le basi su mafia, cultura neomelodica e lerciume. Come in Aspettando Godot non ci resta che aspettare la fine al freddo e al gelo della notte. Con pochi stracci e un albero spoglio che ci copre malamente dalla violenza.

A trent’anni dalla prima messa in onda, Cinico Tv ritorna in Rai, nonostante i rapporti tesi degli ultimi anni tra Franco Maresco e l’azienda. Sul catalogo di RaiPlay è possibile infatti vedere tutta la prima stagione composta da cinquanta episodi da sei minuti. Per l’occasione tutto è stato digitalizzato e rieditato per far apprezzare al meglio il lavorio sull’immagine fatto da Daniele Ciprì. Un lavoro così tanto certosino da confondere le idee di Enrico Ghezzi, che ospitò la striscia all’interno di Blob e che, racconta la leggenda, non riusciva a capire se il tutto fosse stato girato in pellicola o in digitale…

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