31/5/2005 – C'è più cinema in Danimarca…

…ma non in Norvegia, Svezia, Finlandia, Olanda: i dati di Media Salles

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Secondo Elisabetta Brunella, Segretario Generale di MEDIA Salles, il 2004 è stato un anno buono, per i cinema europei: gli spettatori sono, infatti, complessivamente aumentati in tutto il Continente. In Europa Occidentale – 17 paesi – la crescita è stata del 5,6%, in Europa Centro-Orientale e nel Bacino del Mediterraneo – 15 territori – addirittura del 14,4%. Sommando i biglietti venduti nelle due regioni, rispettivamente 959 e 112,7 milioni, si arriva alla bella cifra di quasi un miliardo e 72 milioni. Un guadagno di circa 65 milioni di spettatori rispetto al 2003 (+6,5%), ma soprattutto il miglior risultato dopo gli anni Ottanta, picco della grande crisi del cinema in sala. Anno buono, che in certi casi sembra però avere criterio di eccezionalità e non riesce comunque a contagiare tutti i mercati. Se, dunque, si legge in maniera chiara un segno di crescita, non mancano i territori in controtendenza.
Un'analisi più dettagliata mostra che in Europa Occidentale i cinque grandi mercati – quelli che solitamente superano la soglia dei cento milioni di biglietti – sono accomunati dal segno positivo. Ma alcuni di loro crescono meno della media. Il Regno Unito aumenta, infatti, del 2,4%, non riuscendo, con 171 milioni di spettatori, a migliorare il risultato record del 2002 (176 milioni). Del 4,7% è l'incremento in Spagna, mercato che usciva da due anni negativi, analogamente alla Germania, che nel 2004, crescendo del 5,2%, tira una boccata d'ossigeno e recupera quasi 8 dei 29 milioni di spettatori persi nel biennio precedente.
Assai più della media aumentano invece la Francia (+11,9%) e l'Italia (+13,8%). Ma mentre la Penisola, pur staccando oltre 13 milioni di biglietti in più del 2003, non riesce che a sfiorare il primato dei 113 milioni del 1998, la Francia, portandosi a quasi 195 milioni di biglietti, ottiene un risultato memorabile (bisogna risalire sino al 1983 per trovarne uno migliore) e consolida il suo ruolo di primo mercato europeo. Tra i mercati di dimensioni minori le diversità sono ancora più marcate. Se Austria e Lussemburgo, con incrementi rispettivamente del 9,2% e del 7%, crescono anche loro più della media dell'Europa Occidentale, Belgio, Svizzera e Danimarca, con incrementi compresi tra il 4% e il 5%, restano sotto alla media. Peraltro tutti questi mercati recuperano, in parte o del tutto, gli spettatori persi nel 2003, con l'Austria che mette addirittura a segno il miglior risultato dal 1976. Mentre il Portogallo e la Grecia, il cui dato è per ora stimato, registrano una sostanziale stabilità, cinque territori soffrono di un andamento più o meno pesantemente negativo. Si tratta dell'Irlanda, che, dopo una serie di otto risultati positivi, arretra dell'1%, dei Paesi Bassi e di tre mercati nordici – Norvegia, Svezia e Finlandia – tutti con decrementi tra il 7 e l'8,5%.
La divaricazione tra mercati con risultati buoni e quelli che perdono spettatori è ancora più forte nell'Europa Centro-Orientale e nel Bacino del Mediterraneo. Nel 2004, buona parte dei biglietti venduti in più, rispetto al 2003, è da attribuirsi all'andamento eccezionale della Polonia, che passa da 25 a 33 milioni di presenze (quasi +32%), e della Turchia, che guadagna 6 milioni di spettatori (+26,7%). Percentualmente assai elevati sono anche i risultati di due mercati di piccole dimensioni come Lettonia (+48,3%) e Croazia (+27%). Lusinghiero, ma al di sotto della media della Regione, l'incremento della Lituania (+10,2%). In misura minore crescono Ungheria, dove sono stimati circa 13.6 milioni di biglietti, e Slovenia, che oltrepassa la soglia dei 3 milioni di spettatori. Segno negativo, invece, per sette territori. Tra di essi anche la Repubblica Ceca che, pur registrando una leggera flessione, ottiene comunque il secondo miglior risultato del decennio. Mentre i cali della Slovacchia e di Cipro restano contenuti tra il 2% e il 3%, i più sensibili sono i decrementi di Malta ed Estonia (circa il 6%). Accomunati da un analogo tasso di decremento nel 2004 rispetto al 2003 (circa il 12%), sono Romania e Serbia-Montenegro, che condividono anche una più generale tendenza alla perdita di spettatori negli ultimi anni.
In sintesi, un anno buono sì, ma non per tutti, a conferma del fatto che, come già rilevato in passato, i diversi mercati europei tendono a mantenere caratteristiche specifiche e a sfuggire a una lettura omogenea.

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