4/8/2008 – Nanni Moretti, l'assuefazione italiana

Le dichiarazioni del regista al festival di Montefiascone

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"Ieri Olmert, il premier israeliano, ha detto: "Sono fiero di vivere in un paese dove il presidente del consiglio può essere processato – scandisce Nanni Moretti – e Olmert era soltanto indagato. In Italia per Cesare Previti non si è trattato di indagini, ma di tre condanne, fino alla Cassazione per corruzione di magistrati? Ma per chi ha corrotto Previti? Per Silvio Berlusconi… questo non è neppure un problema. E dire che in Inghilterra un ministro si è dimesso perché si è scoperto che non pagava i contributi alla domestica. Come etica pubblica questo paese è lontano anni luce. Si può discutere se siamo sempre stati così. Certo, oggi in Italia l'etica pubblica è sotto zero". Il Caimano due anni dopo. Cinquecento persone accaldate, addossate una sull'altra in una sala della Rocca di Montefiascone che ne conterrebbe la metà. E' un festival del cinema, Est film festival. La pellicola ha due anni, ma al pubblico sembra più attuale di allora. La gente bombarda Moretti di domande, lui evita soltanto gli interrogativi che riguardano la sinistra. "Mi avvalgo della facoltà di non rispondere". Ma quello che succede in Italia continua a indignare l'uomo del nostro cinema più amato in Europa. "Nel Caimano ho cercato di raccontare quello che noi italiani non riusciamo più a vedere. L'assuefazione è generale. Consideriamo normali cose che non lo sono. È veramente terribile. E se un ragazzo o un giornalista chiedono perché un politico qui può avere tre televisioni e tutta la raccolta pubblicitaria, gli rispondono che è grossolano. Grossolana, invece, è la realtà italiana". Un giovanissimo appassionato di cinema gli chiede un confronto tra Il Caimano e La Cosa, il documentario che Moretti girò nell'89 nelle sezioni del Pci che discutevano il cambiamento del nome e del partito. Lo rifarebbe un documentario sulla sinistra? Allarga le braccia: "Sai che avvilimento". "Un tempo nella politica c'erano valori fondamentali condivisi. Poi destra, sinistra, centro di scontravano sull'economia, sulle grandi scelte, ma c'era un patrimonio comune. Questo patrimonio c'era fino a 15 anni fa. Ora non c'è più". Non c'era Berlusconi, allora, e il cittadino Nanni Moretti dice cose ancora più nette di quante non dica il suo film, che "non era solo un film su Berlusconi, ma raccontava una storia". Ricorda oggi che il Cavaliere entrò in politica "quando i suoi punti di riferimento erano caduti". Era già l'uomo delle televisioni e del calcio, "le due cose che più interessano in Italia". "Aveva 5000 miliardi di debiti e diversi problemi giudiziari". Gli chiedono se Berlusconi sia il pupo di Previti e Dell'Ultri. "Questo no, assolutamente no. E non penso che avesse programmato la sua scesa in campo". Lo ha fatto per necessità, insiste: "5000 miliardi di lire non erano pochi". Ma subito puntualizza: "Contrariamente a quanto Berlusconi afferma, non è vero che non è stato mai condannato: ha subito una condanna per falsa testimonianza e molti processi sono caduti in prescrizione incluso quello che ha visto la condanna di Previti".

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Chiusa sul suo ultimo lungometraggio da regista: "Il Caimano non è un film a tesi, né un film politico, come è stato descritto da persone che neppure lo avevano visto. Nella storia faccio persino il verso a quei politici e giornalisti, quando parlo della sceneggiatura senza neppure averla letta". (a.g.)

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