4:44 Last day on Earth: nessun superstite per Abel Ferrara
Abel Ferrara ha terminato le riprese di 4:44 Last day on Earth: terza collaborazione con Willem Dafoe dopo New Rose Hotel e Go Go Tales (guarda la doppia videointervista a Ferrara e Dafoe). Il film racconta il rapporto tra Cisco (Dafoe), attore di successo, e la pittrice Skye (Shanyn Leigh, ex compagna di Ferrara), negli ultimi momenti a disposizione prima della fine del mondo

Abel Ferrara ha terminato le riprese di 4:44 Last day on Earth: terza collaborazione con Willem Dafoe dopo New Rose Hotel e Go Go Tales (guarda la doppia videointervista a Ferrara e Dafoe). Il film racconta il rapporto tra Cisco (Dafoe), attore di successo, e la pittrice Skye (Shanyn Leigh, ex compagna di Ferrara), negli ultimi momenti a disposizione prima della fine del mondo.
La coppia vive in un grande appartamento newyorchese, dove trascorre un pomeriggio “come tanti altri, ma non esattamente. Perchè domani, alle 04:44, secondo più secondo meno, il mondo finirà più rapidamente di quanto anche i più spietati catastrofisti avrebbero potuto immaginare”.
Un ultimo giorno che si affaccia su una fine del mondo “non senza avvertimenti, ma senza possibilità di fuga. Non ci saranno superstiti. Come sempre, c'è qualcuno, come l'ultima sigaretta che accende e la benda che copre gli occhi, conserva ancora la speranza di una sorta di tregua. Di un miracolo. Non i nostri due amanti. Loro, come la maggior parte della popolazione sulla Terra, hanno accettato il loro destino: il mondo sta per finire.”
Nel canale ufficiale di Abel Ferrara su Film Annex sono già visibili una quindicina di video dal set, dalle riprese in esterno, con Dafoe che passeggia sulla Lower East Side nel suo ultimo giorno sulla Terra, alla preparazione di una delle scene cruciali del film, con le indicazioni di Ferrara al suo assistente alla regia Michael Meador (Il sesto senso, Reign Over me) e l'intervista allo storico direttore della fotografia Ken Kelsch (l'uomo di The Driller Killer, Occhi di serpente, Fratelli, The Addiction, Il cattivo tenente, Blackout, Il nostro Natale…).
Nel cast anche Paz de la Huerta (Soffocare, The Limits of Control, Enter the Void, Boardwalk Empire) e Natasha Lyonne (L’altra faccia di Beverly Hills, una carriera altalenante per problemi di droga e alcool, ultimamente il remake di 13 Tzameti e All About Evil).
La lavorazione di 4:44 Last Day on Earth era stata annunciata dal regista lo scorso anno, in un'intervista rilasciata al Guardian, dove descriveva il film semplicemente come la risposta alla domanda: “cosa accadrebbe se tutti noi sapessimo che stiamo per morire?”.
Come hanno notato anche gli “esperti in apocalissi” di Quiet Earth, le premesse sono molto simili a quelle di Last Night (1998) esordio alla regia del canadese Don McKellar. Oltre a vincere il Prix de la Jeunesse a Cannes, è diventato negli anni un film di culto, per l'ironia e l'intelligenza con cui affrontava il tema: mancano poche ore alla fine del mondo, e lo sanno tutti. In una Toronto già in preda al caos ma singolarmente familiare, alcune persone attendono la mezzanotte (grandioso il cameo di David Cronenberg nei panni di un fornitore di gas che chiama uno a uno i suoi clienti per informarli che continuerà ad assicurare loro il riscaldamento fino all'ultimo minuto). Lo stesso regista, nel ruolo del protagonista, fugge dalla famiglia decisa a mandare avanti una cena natalizia come se nulla fosse, e vive un'ultima bizzarra giornata che si conclude con una sconosciuta in una sequenza malinconica e spettacolare che non ha bisogno di nessun effetto speciale.

Più recentemente, il filone postapocalittico sembra scegliere sempre più frequentemente la dimensione “quotidiana” dell'attesa della fine, anche se con linguaggi e intenzioni molto diverse: insomma, la fine dell'universo tutto per parlare di argomenti universali.
Da Lars von Trier con il recente Melancholia, che vuole servirsi dell'apocalisse annunciata per rappresentare la depressione, a Mike Cahill con Another Earth, film indipendente a basso budget che si è fatto notare al Sundance, dove la scoperta minacciosa di un universo parallelo si mescola a una strana storia d'amore. Ricordiamo anche Bellflower, il debutto alla regia di Evan Glodell, descritto come "una storia d'amore per la generazione di Mad Max" in cui il sentimento è più pericoloso della fine del mondo…
Negli ultimi anni Abel Ferrara si è dedicato soprattutto al documentario, attingendo alla sua vita personale, alla sua prossimità con le sue origini italiane e la sua vita newyorchese, e ai suoi rapporti lavorativi e affettivi, da Chelsea On The Rocks (2008) a Napoli Napoli Napoli (2009) fino all' ultimo Mulberry St. (2010).
Nel corso del Lucca Film Festival 2010 è stato presentato un video di Tekla Taidelli (Fuori vena) che vede Abel in un bar, intento nella lettura di My Big-Assed Mother, un corto-omaggio a Charles Bukowski (guarda). Un progetto nato quasi per gioco e accettato con grande entusiasmo da Ferrara.
Non vediamo l'ora di vedere questo suo nuovo film, che potrebbe rappresentare una nuova svolta nella sua carriera e nel suo sguardo. Alcune scene saranno presentate in anteprima al 64° Festival di Locarno (3-13 agosto) dove Abel Ferrara riceverà il Pardo d'Onore Swisscom, premio destinato a celebrare una carriera eccezionale, dopo nomi quali Jean-Luc Godard, Samuel Fuller, Aleksandr Sokurov, Hou Hsiao-hsien, Manoel de Oliveira, William Friedkin, Jia Zhang-ke.
Tutte le foto di 4:44 Last Day on Earth sono nella nostra gallery.