47 metri, di Johannes Roberts

Funzionale esempio di shark-movie sulla tradizione inaugurata da Spielberg. Produzione Alexander Aja e anima da B-movie. Solo qualche dialogo di troppo tra le due sorelle

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Due sorelle in fondo all’Oceano. Dove è l’acqua come trappola la vera protagonista di 47 metri, horror inglese studiato sull’onda anche di riusciti shark-movies come il recente Paradise Beach di Jaume Collet-Serra o anche Blu profondo di Renny Harlin.

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Kate e Lisa vanno in vacanza insieme in una località del Messico. Quest’ultima è piuttosto turbata perché è stata lasciata dal suo ragazzo. Lisa così cerca di distrarla facendole conoscere altri ragazzi. E due giovani messicani le convincono a fare una sfida estrema: immergersi sott’acqua dentro una grande gabbia di metallo per vedere da vicino gli squali. Ma il sostegno cede e le due ragazze si ritrovano inabissate a 47 metri di profondità. Con poca aria nelle bombole e continuamente minacciate.

Già dal sangue nell’acqua in apertura ci sono oscuri presagi. Johannes Roberts entra quasi subito nel cuore della storia. Dove il luogo di vacanza diventa invece uno spazio infernale, mutazione evidente in molti horror e presente anche nel capostipite del genere, Lo squalo di Steven Spielberg.

47 metri matthew modineJohannes Roberts, già specialista del genere con titoli come The Other Side of the Door, è uno dei nuovi pupilli di Alexander Aja, anche produttore di 47 metri. Da cui, come nel suo riuscitissimo Piranha: psicologie e motivazioni dei personaggi (pochi) ridotti al minimo, concentrazione degli eventi dell’azione nel minor tempo possibile, attenzione sui dettagli che possono essere secondari o decisivi. Così anche l’apparizione di Matthew Modine nei panni del capitano dell’imbarcazione può essere estremamente funzionale, anche come residui di una letteratura sul mare che proviene da Hemingway.

47 metri tralascia ben presto da parte i turbamenti sentimentali di Mandy Moore e accentua il contrasto della diversità di carattere delle due sorelle. Poi entra nel vibo dell’azione. La macchina fotografica mangiata dallo squalo, l’ossigeno che manca, il cavo cge si spezza, il sangue sulla mano, la gamba incastrata. Dove uno spazio sterminato può diventare sensorialmente strettissimo. Esempio di un cinema che ha l’anima del B-movie ed è estremamente funzionale, tralasciando forse qualche dialogo di troppo tra le due sorelle. Con anche un piccolo colpo di classe. la soggettiva di Mandy Moore che vede, separato dall’acqua, il volto di Matthew Modine. Una specie di Gravity sott’acqua. La salvezza come possibilità. Oppure come illusione. Anche puramente cinematografica.

Titolo originale: 47 Meters Down

Regia: Johannes Roberts

Interpreti: Mandy Moore, Claire Holt, Matthew Modine, Santiago Segura, Yani Gellman

Distribuzione: Adler Entertainment

Durata: 87′

Origine: Gran Bretagna 2017

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