9° Seeyousound International Music Film Festival – Bilancio e vincitori

La manifestazione torinese chiude un’edizione di grande successo di pubblico e interesse nella selezione. Ecco i premiati e le visioni più incendiarie, come il doc su Sinéad O’Connor

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“Nei miei sogni pre-festival non riuscivo neanche a immaginare un’edizione così apprezzata, amata, vissuta da un pubblico sempre più ampio, sempre più parte dell’esperienza Seeyousound” dichiara Carlo Griseri, direttore artistico del Seeyousound International Music Film Festival commentando i risultati del nono appuntamento con la kermesse torinese dedicata al cinema a tematica musicale. Presentati 79 film tra lungometraggi, documentari, cortometraggi e videoclip. Coinvolte 8 location in città (Cinema Massimo, Cinema Teatro Maffei, Recontemporary, Museo del Cinema, Café des Arts, Magazzino sul Po, Porto Urbano e Spazio Musa) con 54 appuntamenti di cui 22 momenti di musica live, sonorizzazioni e dj set e la mostra The Sun Has No Shadow di Rebecca Salvadori che ha visto circa 200 persone nella sola giornata di inaugurazione e che sarà visitabile fino all’11 marzo da Recontemporary.

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Della recente edizione resterà l’immagine delle sale affollate e dei volti emozionati e attenti dei tanti spettatori. Sono stati infatti 4.250 i biglietti staccati (oltre il 50% in più rispetto all’anno scorso) tra cui molti con la formula abbonamento, sintomo di fiducia incondizionata e partecipazione continuativa. Da segnalare le oltre 300 presenze in sala per il bellissimo Tchaikovsky’s Wife di Kirill Serebrennikov in apertura, persino superate da quelle di Infernòt. Viaggio nella musica folk diretto da Elia Romanelli. Inoltre, Seeyousound 9 ha portato sul territorio una sessantina di ospiti da tutto il mondo. “I numeri parlano per noi e ci permettono di immaginare orizzonti sempre maggiori e qualitativamente più importanti”, chiosa Alessandro Battaglini, vicedirettore Seeyousound.

La giuria del concorso lungometraggi di finzione composta da Alioscia Bisceglia, Giulia Cavaliere e Damir Ivic ha assegna il premio Migliore Film di Fiction Francesca Evangelisti allo statunitense Country Gold di Mickey Reece, proposto in anteprima italiana, con la seguente motivazione: “Un film che mette prepotentemente il ‘mondo musica’ al centro della sceneggiatura, girato magistralmente con un bianco e nero spesso straniante ma di enorme gusto, recitato benissimo, dove non ci sono eroi e non c’è retorica. C’è molta malinconia, e molta verità”. Mentre i giurati Cristian Busuioc, Chiara Colli e Guido Harari hanno decretato come Miglior Documentario What You Could Not Visualize di Marco Porisa, anteprima europea, dedicato alla band post-punk di culto Rema-Rema, in parte riunita per suonare nella Sala Cabiria del Cinema Massimo. Un film la cui ricchezza linguistica sopperisce alla mancanza di materiale video d’epoca sui suoi protagonisti.

Altrove premiati il cortometraggio The Delay di Mattia Napoli, il videoclip Yana – June di Magdalena Zielinska, in collaborazione con il Glocal Film Festival il videoclip piemontese Sirene e Pirati di Simone Coppola, Luca Giraudo, Marcello Maida, Filippo Scimone (musiche di Tamango), la sonorizzazione originale di Francesca Fabrizi su un cortometraggio muto dell’archivio MNC. Infine la giuria composta dai lettori di TORINOSETTE segnala The Ordinaries di Sophie Linnenbaum perché “Raffinato ed originale film allegorico, ricco di riferimenti, al contempo divertente e commovente, che, attraverso la rappresentazione del cinema come specchio della società e spaziando brillantemente da un genere cinematografico all’altro, denuncia con particolare efficacia ogni forma di esclusione o discriminazione”. A questo proposito è bene ricordare che il festival racconta anche la militanza che tanti artisti musicali hanno espresso nella storia.

Ne è testimonianza concreta e diretta la sezione non competitiva Rising Soung – Music is the Weapon curata da Juanita Apráez Murillo, ma non meno evidente risulta lo slancio politico pure in quegli spazi che si dicono più pop come la sezione Into the Groove. Qui troviamo Nothing Compares di Kathryn Ferguson, straordinario documentario dedicato alla cantautrice irlandese Sinéad O’Connor, riconosciuto Miglior Debutto e Miglior Film Documentario al British Independent Film Award e già visto al Festival dei Popoli di Firenze. Una storia di ascesa e caduta, dolori e lotte, urla e poesia. L’infanzia segnata da follia e morte della madre, le incomprensioni col padre, l’adolescenza ospite delle suore, il talento, la foto del papa strappata, le polemiche. “Volevano sotterrarmi, ma non sapevano che sono un seme”, afferma la protagonista. Un’opera commovente, divertente, che suscita rabbia con Sinéad, per Sinéad, in Sinéad.

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