“Capitani d’aprile” di Maria de Medeiros

La regista firma, con tutti i suoi limiti, un frammento del suo autoritratto adolescenziale usando un linguaggio velato dal desiderio di ri-formulare piuttosto che di ri-percorrere.

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In “Capitani d’aprile”, Maria de Medeiros al suo esordio registico percorre la strada della memoria autobiografica vendendola come merce legittimamente appartenuta alla Storia, e in particolare all’avvento della democrazia in Portogallo. Una visione purista, edulcorata da un’istanza narrante che scopre le sue carte nell’epilogo consegnato alla visione e alla voce di una bambina (la figlia della de Medeiros) che, a sua volta con disincanto, ci riconduce al sotteso registro autobiografico. La regista firma, con tutti i suoi limiti, un frammento del suo autoritratto adolescenziale usando un linguaggio velato dal desiderio di ri-formulare piuttosto che di ri-percorrere. E’ forse questo il limite meno trascurabile. Diviene infatti ridondante una ricostruzione che si preoccupa di alleggerire ulteriormente ciò che la cronaca già chiama “Rivoluzione dei garofani”. Un evento storico che, con i suoi fiori infilati nelle canne dei fucili e dei carriarmati, con le radio che trasmettono oltre l’ora proibita, è già di per sé altamente cinematografabile e qualsiasi volontà iper-rappresentativa rischia di colorare il film con le tonalità della parodia involontaria. La de Medeiros cerca di districarsi nei meandri di una antologia di toni comici, drammatici, scanzonati, irriverenti, senza preoccuparsi però di riunirli sotto la struttura di una metafora, di un “giocattolo”, così da giustificare gli intenti. Per esempio un terreno Altro, superiore alla Storia e alla sua filologia, un terreno sul quale muoversi intessendo qualsivoglia atteggiamento senza cadere nel mero macchiettismo. A questo proposito ci viene alla mente un film che a “Capitani d’aprile” e analogicamente e cronologicamente vicino ma che non manca di quella struttura e di quella ricercatezza alle quali il film della de Medeiros, secondo noi, doveva ambire: “No man’s land” di Danis Tanovic. Regia: Maria de Medeiros
Sceneggiatura: Eve Deboise, Maria de Medeiros Fotografia: Michel Abramowicz
Montaggio: Jacques Witta
Musica: Zeca Alfonso, Antònio Vitorino D’Almeida Scenografia: Guy-Claude Francois
Costumi: Isabel Quadros
Interpreti: Stefano Accorsi (Maia), Maria de Medeiros (Antònia), Joaquim de Almeida (Gervàsio), Frédéric Pierrot (Manuel), Fele Martinez (Lobao), Manuel Joao Vieira (Fonseca), Marcantonio Del Carlo (Silva), Emmanuel Salinger (Botelho), Rita Durao (Rosa).
Produzione: JBA Production
Distribuzione: Sharada
Durata: 123’
Origine: Spagna/Portogallo, 2000

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