A criança, di Félix Dutilloy-Liégeois, Marguerite de Hillerin

Menzione speciale della giuria del SNCCI alla 23esima edizione del Trieste ShorTS all’interno della sezione Nuove Impronte: colonialismo, inquisizione e intrighi familiari nella Lisbona di metà ‘500

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A criança, L’enfant, The Child. Tanti titoli a mostrare l’internazionalità di un film. E ancora Der Findling, titolo originale, tedesco, del libro di Heinrich von Kleist dal quale è tratto il film, produzione portoghese (di Paulo Branco), diretta da due francesi. L’internazionalità non è finita qui, perché nonostante A criança sia ambientato nella Lisbona di metà ‘500, all’interno del testo letterario di origine ci si trovi invece nell’Italia ottocentesca. Si tratta quindi di un racconto che ha un luogo e che ha una data, ma che grazie ad un espediente, sia narrativo che tecnico, dovuto probabilmente anche ad una questione di budget, riesce ad estraniarsi da qualsiasi collegamento diretto con uno sfondo riconoscibile. Che siamo a Lisbona sono di base i personaggi a dircelo, non la scenografia. Attraverso un sapiente utilizzo di sfondi che sembrano dei quasi perfetti quadretti preconfezionati, i personaggi si muovono come se fossero racchiusi, uno dopo l’altro in una serie di quadri, statici e dinamici allo stesso tempo, ma privi di una precisa collocazione temporale. Questo permette all’opera prima di di Félix Dutilloy-Liégeois e Marguerite de Hillerin di guadagnare immediatamente dei punti dal punto di vista dell’originalità, proprio poiché la scelta di mettere in scena elementi che visivamente colpiscono per la loro precisione e la loro accuratezza, ma che invece narrativamente nascondono sotterfugi, intrecci ed eventi drammatici di ogni sorta, permette al film di giocare su un contrasto estremamente riuscito.

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La vita di Bela, giovane figlio adottivo di una famiglia franco-portoghese molto benestante, è il centro attorno al quale si muovono tutti gli altri personaggi, ognuno dei quali è ben caratterizzato e ben recitato. L’unica incertezza sulla quale a volte inciampa però A criança, è un’alternanza ritmica un po’ intermittente, ma che indubbiamente non causa particolari problemi al lungometraggio. Inevitabilmente infatti, il film si articola attorno ad una serie bozzetti, di scene di vita, più o meno quotidiana, le quali si vanno intrecciando ed intersecando fino al tragico epilogo, nel quale si assiste ad un crescendo di emozioni e di sensazioni di disagio dovute all’evoluzione degli eventi. Colonialismo, inquisizione, intrighi familiari si condensano all’interno di A criança e i suoi personaggi ne escono sopraffatti, stremati. In una mescolanza di portoghese e francese, il lavoro di Félix Dutilloy-Liégeois e Marguerite de Hillerin è visibilmente acerbo, ma questo potrebbe essere visto come un punto a suo favore, poiché l’approccio è fresco e al riparo da orpelli e vuoti tecnicismi.

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
2.7
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Il voto dei lettori
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