A Napoli non piove mai, di Sergio Assisi

Le storie del fannullone Barnaba, del depresso cronico Jacopo e della giovane studentessa affetta da sindrome di Stendhal Sonia, si intrecciano con come sfondo la città di Napoli, quarta protagonista del film.

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

L’opera prima dell’attore Sergio Assisi è una commedia leggera e piuttosto naif, che segue le vicende di tre personaggi caricaturali nelle loro idiosincrasie, che troveranno nel loro incontro la forza per affrontare i problemi e le frustrazioni del quotidiano. Quello di Assisi è uno sguardo volutamente infantile, che si posa su una Napoli dove non vi sono angoli bui, ma come suggerisce il titolo, unicamente vitalità e allegria.

Dopo essere stato buttato fuori casa dal padre e lasciato dalla ragazza a causa della sua poca intraprendenza, il bamboccione Barnaba inizia a girovagare bussando di porta in porta, fino a trovare accoglienza dal vecchio compagno di scuola Jacopo, abbandonato sia dalla madre quando era in fasce, che dalla fidanzata sull’altare, e per questo aspirante suicida. Nel suo vagabondare Barnaba conosce Sonia, una ragazza del nord, scesa a Napoli per cercare di realizzare il suo sogno ed esporre una sua opera alla Biennale d’arte. Anche Sonia ha un piccolo problema: sviene ogni volta che vede un quadro o un affresco. Tra Barnaba e Sonia nascerà l’amore, ed insieme aiuteranno l’amico Jacopo a vendicare i torti subiti e difendersi dalle ingiustizie.

Partendo dai protagonisti ed aggiungendo una serie di personaggi di contorno, Assisi costruisce il film incasellando una serie di sketch più o meno riusciti, seguendo un avvicendarsi di trovate piuttosto che lo sviluppo fluido e compatto di una trama.
Ciò nonostante, il film rimane scorrevole e a tratti godibile, anche grazie agli attori “di contorno” come Nunzia Schiano o Francesco Paolantoni.
L’opera di Assisi è lodevole per la sua assenza di retorica, e nel non voler ambire ad essere più di quello che è, ossia una sorta di fiaba moderna.
La Napoli del film è appunto da film: bella luminosa e vitale, piena di bambini che giocano e di coloriti personaggi schiamazzanti o danzanti ad ogni angolo. Si cade naturalmente nello stereotipo e nella visione da cartolina, ma quantomeno non si dispensano giudizi o lezioni di sorta. È un film dai “buoni sentimenti”, che strappa risate grazie ad un’ironia semplice, immediata e senza pretese.

--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array