A propos de Nice e Taris o La natation, di Jean Vigo

Jean Vigo è l’utopia dello sguardo rimasto irrealizzato. Un magnifico disegnatore del futuro che dal passato, abita ancora il nostro presente. Restaurati e riportati in sala dal Cinema Ritrovato

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Jean Vigo è l’utopia dello sguardo rimasto irrealizzato, in quell’orizzonte breve che è stata la sua vita. Un magnifico disegnatore del futuro che dal passato, abita ancora il nostro presente, con il suo cinema così breve, fulmineo, icona di una modernità che sembra ancora tutta da vivere.
I due cortometraggi A propos de Nice e Taris o La natation, insieme a L’Atalante e Zéro de conduit, appartengono alla memoria personale, al cinema delle nostre origini e le immagini inconsumabili di Vigo hanno accompagnato le cinematografiche peregrinazioni notturne.
I tre brevi film, insieme a L’Atalante, costituiscono tutta la produzione del regista che oggi restaurati tornano in sala.

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Film entrambi influenzati dal surrealismo, ma filtrato dalla sua sensibilità visiva, sono testimoni di quella caparbia volontà di fare cinema – che Vigo ha incarnato fino a mettere a repentaglio la propria vita – di lavorare per straordinarie e multiformi assonanze, per restituire con quelle immagini un singolare e personale spessore sensoriale. È stato un vero creatore di immagini e se oggi è ancora difficile confrontarsi con scene

A propos de Nice, Jean Vigo, 1931subacquee dopo l’irraggiungibile sequenza de L’Atalante, magnificamente anticipata in La natation con il campione francese Jean Taris, è perché le sequenze di Vigo restano inossidabili e stratificate in un immaginario immodificabile.
A propos de Nice è un esperimento. L’autore residente a Nizza per ragioni di salute concepisce un film che associ nel fluire della visione il senso delle immagini come in un autentico cinema di scrittura. Pur calato nell’epoca del surrealismo Vigo si dissocia da ogni istintività naturale dettata dall’attingere all’inconscio e il suo film rispetta una specie di esteriorità surrealista, ma è frutto di una precisa elaborazione di scrittura e di concezione. A propos de Nice è un breve e divertito pamphlet contro il falso atteggiarsi di una borghesia vacanziera e distratta e il regista francese costruisce questa sua divagazione con le sole immagini, che, lungi dal costituire semplici componenti di montaggio, restituiscono il senso di quella complessità che Vigo, qui si, istintivamente, riconosceva al cinema.
È proprio la complessità di elementi compositivi che permette di supporre una spontanea adesione ai temi sociali e politici del surrealismo. In Vigo si ritrovano le tracce di quella ribellione alle regole che segnò una trasformazione nelle arti compreso il cinema. A propos de NiceL’originalità delle realizzazioni di Vigo (poche purtroppo) sta in quella ricerca costante – e a A propos de Nice è l’esempio più evidente – di un cinema che abbia le forme di una invisibile struttura narrativa propria del cinema, ma che contamini questa sua originaria natura con le fratture visive di quell’iperralismo sognante che ridefinisce il mondo artistico dei surrealisti. Irrispettoso perfino delle antiregole surrealiste quindi, Vigo si serviva di una sua naturale propensione alla sospensione narrativa e di una ricerca di uno spazio visivo che fosse proprio ed esclusivo del cinema, dettato soltanto dalle potenzialità dell’immagine, non solo nella sua esternazione immediata, ma nelle potenzialità che un montaggio ritmato attribuiva progressivamente.
A propos de Nice (1930) è il suo primo film ed è bene evidente lo scarto di questo cinema rispetto agli altri. Il suo è uno sguardo che rende autonomo il racconto del cinema, ne costituisce l’unicità e in questo i suoi film, depurati da ogni eventuale ideologia rassomigliano a quelli di Vertov, traendo entrambi gli autori la loro ispirazione, non dalla realtà visibile e diremmo neppure da quella invisibile, ma da una realtà altra che il cinema dopo l’immaginazione modifica e mostra al suo pubblico. I film di Vigo sembrano traslare la realtà dentro il linguaggio autonomo del cinema e trasformarla quindi, creandone una differente. Solo il cinema è capace di offrire questa opportunità comeA propos de Nice , 1931 dispositivo di creazione e scenario autosufficiente. Vigo sembra avere compreso questa semplice verità e la sua rivolta intellettuale si esprime nella rivoluzione che opera nelle riprese. A propos de Nice sussume il senso dell’arte di Vigo e le sue immagini costituiscono una sempre fluida allucinazione visiva che diventa visionaria ipotesi della vita cittadina. Il film ricompone davvero il senso della visione, proprio perché ne aveva scomposto gli elementi, lasciando che l’organismo “cinema” digerisca e trasformi, con la sensibilità propria della pellicola, quello scenario. Ancora una volta ci sembra parlare di Vertov. Ancora una volta il genio giovanile dell’autore scardina ogni attesa e consegna al mondo un piccolo film che muta l’approccio di ciò che è guardato attraverso un obiettivo.
Né dissimile è l’operazione composta con Taris o La natation (1931). Film nato su commissione di Germaine Dulac che il giovane regista trasforma in qualcosa di diverso, in un’opera leggera e antesignana del suo unico lungometraggio. La natation è il risultato di quella forma liquida che il cinema di Vigo ha assunto come cifra del proprio stile, la dove Taris, roi de l'eau, Jean Vigol’acqua, elemento fluido per eccellenza, diventa l’immagine iconica del suo racconto, quella in cui egli stesso sembra specchiarsi. Protagonista del breve film è Jean Taris il campione di nuoto francese e anche qui Vigo sembra scomporre e rimodellare la visione, il senso del nuoto che nel finale si fa astrazione pura e vita che prende forma dentro l’immagine. Immagini preconizzanti di L’Atalante che esaltano il corpo e la sua adattabilità all’elemento, il piacere dell’avvolgersi nel liquido e adattarvisi con spigliata giocosa facilità. Vigo restituisce disegna un preciso affresco che esalta l’indissolubile e ancestrale rapporto tra la corporeità umana e la fluida sensibilità dell’acqua, trasformando un film quasi didattico in un racconto sulla bellezza del corpo e sulla potenza segreta del cinema. Lentamente Vigo ci trasporta in un finale in piena consistenza surrealista, la dove il cinema torna ad assumere le vesti oniriche dell’impalpabile e indefinibile tessuto dei sogni. Era lui che in fondo affermava: “E dire che bisognerà consegnare al pubblico – di cui non ci si vuole disinteressare, che si deve raggiungere, la dove si crede di potere – la piccola cosa che è, di certo, lontana dal suo sogno. Oh, non perché il sogno sia grande, ma perché è un sogno.

Titoli originali: idem; Tari, roi de l’eau
Regia: Jean Vigo
Interpreti: Jean Taris (La natation)
Origine: Francia
Durata: 25’ (A propos de Nice); 10’ (Taris o La natation)

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