“Un album personale di geografia fisica ed emotiva, strutturato come un’indagine, travestito da thriller, in cui il puzzle della storia sfida la realtà“: è A Última Vez Que Vi Macau, premiato a Locarno 65 con una menzione speciale e a Torino 30 come miglior documentario, presentato a Toronto e New York, ora sbarcato nelle sale portoghesi, e in Francia dal 29 maggio 2013.

Ecco il trailer e le affascinanti immagini dell’ultimo lavoro di João Pedro Rodrigues, cineasta portoghese di O Fantasma, Odete, Morrer Como Um Homem, scritto e diretto insieme a João Rui Guerra da Mata, che conosce da vent’anni e che è stato già suo assistente alla regia per due documentari e con il quale ha cofirmato alcuni cortometraggi. Rodrigues è stato inoltre attore per da Mata in O que arde cura, libero adattamento de La voix humaine di Jean Cocteau.

I due filmmakers si recano a Macao dopo una chiamata d’emergenza dell’amica Candy Il viaggio in nave verso l’ex colonia portoghese è un ritorno del regista, trent’anni dopo, ai momenti più felici della sua vita; ma anche un noir, un film visionario e un’indagine alla ricerca della donna scomparsa (interpretata dalla transgender Cindy Scrash, già in Morrer Como Um Homem) – un’eroina invisibile meravigliosamente cinematografica,  che scomparendo, porta con sè l’eco della Jane Russell di Macao, il film del ’52 di Josef von Sternberg e Nicholas Ray. “Tutte le drag queen di Lisbona interpretano vecchi classici del passato, ma Cindy ha qualcosa di diverso, davvero qualcosa che riporta alla Hollywood degli anni ’40 e ’50, e al tempo stesso qualcosa delle attrici di Fassbinder” sottolinea Rodrigues.

“Ho sempre avuto paura di ripetermi e di essere prigioniero del mio stile. Ho letto da qualche parte che i miei primi tre fim sarebbero una trilogia. In realtà sono stati concepiti tutti autonomamente, senza nessun legame voluto” racconta il regista. “Con questo lavoro volevamo creare un nuovo spazio, una nuova città, la ‘nostra’ città” partendo dai ricordi d’infanzia e giocando sui luoghi comuni legati al fascino per l’Oriente sperimentato dalla cinematografia occidentale.

Un’esplorazione dei misteri che popolano questa città labirinto, “una giungla architettonica a due facce, una calma e sorridente, l’altra velata e segreta“, una Las Vegas asiatica “dove stanno accadendo cose strane e inquietanti“, alla ricerca dei suoi fantasmi (anche cinematografici e letterari, tra femme fatale, detective senza volto, vita notturna “e una gabbia come McGuffin“), con una riflessione su quanto la fiction ingloba e trasforma la realtà.

“Non crediamo nella possibilità di un documentario puro, comunque” afferma da Mata “ogni immagine contiene la sua fiction, e resta sempre la soggettività di chi filma, il suo punto di vista“.
Gli fa eco Rodrigues: “I miei film partono sempre da un’indagine sulla realtà. Dopo, quello che mi interessa è come trasfigurare la realtà, ma sempre partendo dal concreto, persone e luoghi. Alcuni dei personaggi che si vedono in A Última Vez sono dei perfetti sconosciuti“.

Coproduzione tra Portogallo e Francia (Blackmaria e Epicentre Films con il sostegno di Le Fresnoy, Studio National des Arts Contemporains) A Última Vez Que Vi Macau è un’opera premiata per il suo coraggio e la sua radicalità, proprio in un momento in cui il cinema portoghese è colpito duramente dai tagli ai finanziamenti, e ciononostante resta uno dei più vitali e interessanti in Europa: un cinema che ci ha regalato le grandi opere di João César Monteiro, Manoel De Oliveira, João Botelho) i contemporanei João Canijo, Pedro Costa, Teresa Villaverde, fino ai giovani eroi (il talentuoso Miguel Gomes, ma anche João Nicolau, Paulo Abreu, Tiago Pereira, ultimamente ospiti della sezione CinemaXXI al Festival di Roma).

“Inizialmente A Última Vez Que Vi Macau è stato concepito come un documentario” precisa Rodrigues. Ma il progetto ha ben presto assunto un’altra fisionomia.”Ci siamo resi conto che non c’era bisogno di un altro documentario su Macao. Siamo partiti dalla mappa dei miei ricordi e abbiamo seguito quel percorso, il nostro perderci e il nostro scoprire qualcosa di inaspettato nei cambiamenti che sono avvenuti in 30 anni.”

Il modello è stato un lavoro in economia e in assoluta libertà rispetto a una produzione convenzionale: “La crew è stata ridotta al minimo: io, João Rui, un assistente alla regia che è stato anche direttore di produzione, un tecnico del suono e occasionalmente un traduttore“.

Uno degli ultimi corti di Rodrigues, Manhã de Santo António, è stato presentato a Cannes 65 (video) nella serata di chiusura della Semaine de la Critique, insieme a Walker di Tsai-Ming Liang. Il suo nuovo lungometraggio, in preparazione, si chiama O Ornitólogo: il regista in gioventù ha studiato biologia e zoologia.