"Abandon – Misteriosi omicidi" di Stephen Gaghan
Costruito intorno alla stellina di "Dawson's Creek", Katie Holmes, il film di Stephen Gaghan tenta di mescolare thriller e sentimento, senza però riuscirvi. Davvero poche emozioni e Katie Holmes legata a tempi di recitazione da televisione
È un film costruito attorno alla stellina di Dawson's Creek, Katie Holmes, (finora The gift, Wonder boys, In linea con l'assassino) che prova a crescere dal piccolo al grande schermo. A parte tutte le valutazioni estetiche, l'operazione di marketing è perfetta: far uscire l'attrice dall'adolescenza, a cui sembra condannata dal suo viso rubicondo, con la rappresentazione di un rito di passaggio: la scrittura della tesi e la laurea. Allo stesso tempo, farla crescere di genere: non più dramma amorosi e problemi esistenziali, ma un genere "adulto" e più adatto al grande schermo, il thriller, sebbene le poche emozioni siano suscitate dall'"effetto decibel" (far entrare all'improvviso qualcuno, di solito innocuo, da un lato dell'inquadratura accompagnato da un repentino aumento del volume). È un passaggio morbido, graduale, per catturare senza allontanare anche una fetta di pubblico di una delle più note serie tv degli ultimi anni. In questa scia si colloca anche la decisione del distributore italiano, che ha atteso più di un anno per fare uscire Abandon nelle sale, cogliendo al volo l'occasione della fine della serie nella programmazione della Tv generalista nostrana.
Brividi ridotti al minimo, grossa parte del film dedicata alla vita universitaria e ai problemi del personaggio di Katie (imperdonabili i flashback della Holmes infante sulla neve con il padre, suggellata da struggente musica di carillon), e la patente di cinematograficità acquistata grazie alla ricerca di qualche bella e poetica inquadratura e a una costruzione di flashback che si sforza disperatamente di essere intelligente. A onor del vero, questa intersezione di piani temporali riesce a dare ritmo e valore all'altrimenti asfittico finale e risulta l'elemento più convincente: una buona intuizione che riesce a fare uscire il film di binari del già visto.
Dall'esordio dietro la macchina da presa dello sceneggiatore del celebrato Traffic, Stephen Gaghan, ci si poteva presumibilmente aspettare qualcosa di più. La messa in scena non va oltre qualche tentativo di uscire dal piattume, il circolo di giovani universitari sembra essere riportato in carta carbone dalla Tv: il precoce genio e sregolatezza che delle regole ammuffite del teatro alla giovane che pensa solo alla carriera, dallo psicologo marpione, al giovane no global idealista e un po' fuori dalla realtà, dal comprensivo poliziotto ex alcolizzato ma, sotto la dura scorza, colto e sensibile. Si tenta di uscire dal cliché eliminando qualsiasi conciliazione, ma la presentazione del "male"non ha alcuna forza, alcun fascino e soprattutto non fornisce allo spettatore alcun turbamento: rimane dentro le regole del "college movie" più classico. In questo caso i problemi sono sparizioni e visioni, nel canone del genere rivali in amore popolari e stupidi: il risultato, purtroppo, non cambia.
Titolo originale: Abandon
Regia: Stephen Gaghan
Soggetto: ispirato al romanzo "Adam's fall" di Sean Desmond
Sceneggiatura: Stephen Gaghan
Fotografia: Mattew Libatique
Montaggio: Mark Warner
Musiche: Clint Mansell
Scenografia: Gideon Ponte
Costumi: Louise Frogley
Interpreti: Katie Holmes (Katie Burke), Benjamin Bratt (Wade Handler), Charlie Hunnam (Embry Larkin), Zooey Deschanel (Samantha Harper), Mark Feuerstein (Robert Hanson), Fred Ward (Tenente Bill Stayton)
Produzione: Bedford Falls Productions, Paramount Pictures, Lynda Obst Productions, Spyglass Entertainment
Distribuzione: Eagle pictures
Durata: 99'
Origine: Usa, 2002