A 89 anni è morto lo scrittore, regista e sceneggiatore Jean-Claude Carrière. Non soffriva di alcuna malattia; è morto nel sonno. All’improvviso, in quella Francia borghese tanto protagonista dei suoi scritti che solo tramite il sogno superava e governava.

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Buñuel trovò in lui un partner ideale con cui collaborare per tutta l’ultima parte della sua carriera; da Il diario di una cameriera fino all’ultimo film del regista surrealista: Quell’oscuro oggetto del desiderio. Proprio il primo film con cui collaborarono i due: Il diario di una cameriera, da cui era stata già tratta un’opera firmata da Renoir che non era proprio convinto del risultato finale, spiega alla perfezione il percorso che per tutta la carriera decise di seguire lo scrittore francese.

«Nel 1946 ho tradotto in immagini un soggetto che mi stava a cuore da tempo: Il diario di una cameriera di Octave Mirbeau. Comprendo ora che non ho tratto da questo soggetto tutto quello che avrei dovuto. In una parola, non ho avuto coraggio».
– Jean Renoir, Écrits –

Il riadattamento di Buñuel e Carrière accentua il carattere onirico dell’opera di partenza; mettendo in scena un film pregno di disprezzo verso il mondo borghese e clericale dove i due, in chiave surreale, ne denunciano l’ipocrisia. La carriera continua tra il decadentismo di La piscina di Jacques Deray e la disperata solitudine di La cagna di Ferreri fino ad arrivare alle collaborazioni con Miloš Forman e autori più giovani come Julian Schnabel e Louis Garrel prima di spegnersi per sempre durante il sonno di cui in vita è stato padrone.

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