Addio a Seymour Cassel

Ci ha lasciato domenica 7 aprile all’età di 84 anni Seymour Cassel, dopo una carriera lunga 60 anni e oltre 150 film all’attivo. Rivediamo i suoi ruoli più iconici, da John Cassavetes a Wes Anderson.

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Ci ha lasciato domenica 7 aprile all’età di 84 anni Seymour Cassel.
L’attore statunitense si è spento a Los Angeles, a causa di complicazioni dovute al morbo di Alzheimer, dopo una carriera durata quasi 60 anni e oltre 150 film all’attivo, a cui vanno aggiunte le molte partecipazioni televisive in serie come BatmanE.R. Ai Confini della Realtà.

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Cassel ha preso quindi parte a numerosissimi progetti, ma ha legato indubbiamente il suo nome alla filmografia del regista John CassavetesOmbre (1958) vede infatti l’esordio di entrambi, dove l’attore figura anche come operatore e produttore associato. Ma è Volti – Faces (1968) a valergli il più alto riconoscimento della sua carriera, ovvero la candidatura all’Oscar come miglior attore non protagonista.

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È invece assoluto protagonista in una delle sue prove più importanti, quella di Seymour Moskowitz in Minnie e Moskowitz (1971), la quale è ancora oggi rimasta ben scolpita nella mente di ogni appassionato di cinema, assieme ai suoi iconici baffi biondi e lunghissimi. Cassavetes d’altronde aveva scritto il personaggio pensando solo a lui come interprete (e già il nome è un indizio in questo senso), tanto da preferirlo al Jack Nicholson voluto invece dalla produzione. Un film importante anche per la vita fuori dal set di Cassel, visto che è durante le riprese che incontra la sua futura moglie Elizabeth Deering.

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Negli anni più recenti, invece, l’abbiamo visto frequentemente alla corte di Wes Anderson, che, specie nella prima parte della sua carriera, l’ha chiamato più volte a vestire ruoli minori quanto irresistibili. Nella foto qui in basso a sinistra, per esempio, interpreta Dusty ne I Tenenbaum (2001), dove da portiere d’albergo finge di essere un medico per sostenere la menzogna del capo-famiglia Gene Hackman; oppure, ancora, lo si può vedere affianco a Bill Murray (a destra) in Le Avventure Acquatiche di Steve Zissou (2004), nella parte del miglior amico del protagonista Esteban du Plantier, la cui tragedia apre di fatto la pellicola. A chi lo volesse rivedere poi nei panni, invece, di Bert Fisher in Rushmore (1998), ricordiamo che il film è al momento disponibile su Netflix.

 

A proposito di Netflix, altro titolo da recuperare in cui compare il compianto attore, presente sul catalogo della piattaforma, è Può succedere anche a te (1994) di Andrew Bergman, con Nicholas Cage e Bridget Fonda. Oltre ai già citati, infatti, sono tanti come detto gli autori e i colleghi con cui Seymour Cassel ha lavorato. Da Sam Peckinpah per Convoy – Trincea d’asfalto (1978) a Barry Levinson per Tin Men – Due imbroglioni con signora (1987), da Don Siegel per L’uomo dalla cravatta di cuoio (1968) a Dennis Hopper per Colors – Colori di guerra (1987). Ha recitato con Robert Duvall in Il Rivoluzionario (1970), con Robert Redford in La Proposta Indecente (1993), ma soprattutto come co-protagonista di Steve Buscemi in In The Soup con cui ha ricevuto nel 1992 un premio speciale della giuria al Sundance Film Festival. Quest’ultimo titolo è stato poi solo l’inizio di una lunga collaborazione con l’amico e attore, che l’ha visto partecipare ai primi tre film da regista di Buscemi: Mosche da bar (1996), Animal Factory (2000) e Lonesome Jim (2005).

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Al nome di Seymour Cassel è legato anche un divertente quanto memorabile aneddoto per tutti i fan dei Guns N’ Roses: sarebbe stato lui infatti a dare il soprannome al chitarrista del gruppo, “Slash”, quando era ancora piccolo e frequentava suo figlio Matt. “Mi disse che mi chiamò Slash perché avevo sempre fretta e non avevo mai il tempo di sedermi a chiacchierare. Sono sempre stato di passaggio e lui iniziò così a chiamarmi Slash” racconta in merito lo stesso musicista, all’anagrafe Saul Hudson, che infatti non ha mancato di commemorare la sua perdita su Twitter.

Al suo omaggio ne sono naturalmente seguiti tanti altri, da colleghi attori, come Billy Baldwin, a quelli di tutta l’industria dello spettacolo statunitense, e non.

Tra questi c’è anche quello del Festival di Tribeca, che del cinema indipendente e di conseguenza del cinema di Cassavetes e Cassel è sostenitore per eccellenza, e infatti ha subito riportato una delle sue frasi iconiche sull’importanza della recitazione in un film.

 

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