Addio a Seymour Cassel
Ci ha lasciato domenica 7 aprile all’età di 84 anni Seymour Cassel, dopo una carriera lunga 60 anni e oltre 150 film all’attivo. Rivediamo i suoi ruoli più iconici, da John Cassavetes a Wes Anderson.

Ci ha lasciato domenica 7 aprile all’età di 84 anni Seymour Cassel.
L’attore statunitense si è spento a Los Angeles, a causa di complicazioni dovute al morbo di Alzheimer, dopo una carriera durata quasi 60 anni e oltre 150 film all’attivo, a cui vanno aggiunte le molte partecipazioni televisive in serie come Batman, E.R. e Ai Confini della Realtà.
Cassel ha preso quindi parte a numerosissimi progetti, ma ha legato indubbiamente il suo nome alla filmografia del regista John Cassavetes. Ombre (1958) vede infatti l’esordio di entrambi, dove l’attore figura anche come operatore e produttore associato. Ma è Volti – Faces (1968) a valergli il più alto riconoscimento della sua carriera, ovvero la candidatura all’Oscar come miglior attore non protagonista.
[youtube https://www.youtube.com/watch?v=2hpR2ukJdcs]
È invece assoluto protagonista in una delle sue prove più importanti, quella di Seymour Moskowitz in Minnie e Moskowitz (1971), la quale è ancora oggi rimasta ben scolpita nella mente di ogni appassionato di cinema, assieme ai suoi iconici baffi biondi e lunghissimi. Cassavetes d’altronde aveva scritto il personaggio pensando solo a lui come interprete (e già il nome è un indizio in questo senso), tanto da preferirlo al Jack Nicholson voluto invece dalla produzione. Un film importante anche per la vita fuori dal set di Cassel, visto che è durante le riprese che incontra la sua futura moglie Elizabeth Deering.
[youtube https://www.youtube.com/watch?v=u33OZSPWsb8]
Negli anni più recenti, invece, l’abbiamo visto frequentemente alla corte di Wes Anderson, che, specie nella prima parte della sua carriera, l’ha chiamato più volte a vestire ruoli minori quanto irresistibili. Nella foto qui in basso a sinistra, per esempio, interpreta Dusty ne I Tenenbaum (2001), dove da portiere d’albergo finge di essere un medico per sostenere la menzogna del capo-famiglia Gene Hackman; oppure, ancora, lo si può vedere affianco a Bill Murray (a destra) in Le Avventure Acquatiche di Steve Zissou (2004), nella parte del miglior amico del protagonista Esteban du Plantier, la cui tragedia apre di fatto la pellicola. A chi lo volesse rivedere poi nei panni, invece, di Bert Fisher in Rushmore (1998), ricordiamo che il film è al momento disponibile su Netflix.
![]() |
![]() |
A proposito di Netflix, altro titolo da recuperare in cui compare il compianto attore, presente sul catalogo della piattaforma, è Può succedere anche a te (1994) di Andrew Bergman, con Nicholas Cage e Bridget Fonda. Oltre ai già citati, infatti, sono tanti come detto gli autori e i colleghi con cui Seymour Cassel ha lavorato. Da Sam Peckinpah per Convoy – Trincea d’asfalto (1978) a Barry Levinson per Tin Men – Due imbroglioni con signora (1987), da Don Siegel per L’uomo dalla cravatta di cuoio (1968) a Dennis Hopper per Colors – Colori di guerra (1987). Ha recitato con Robert Duvall in Il Rivoluzionario (1970), con Robert Redford in La Proposta Indecente (1993), ma soprattutto come co-protagonista di Steve Buscemi in In The Soup con cui ha ricevuto nel 1992 un premio speciale della giuria al Sundance Film Festival. Quest’ultimo titolo è stato poi solo l’inizio di una lunga collaborazione con l’amico e attore, che l’ha visto partecipare ai primi tre film da regista di Buscemi: Mosche da bar (1996), Animal Factory (2000) e Lonesome Jim (2005).
[youtube https://www.youtube.com/watch?v=fkE5jfZg_k0]
Al nome di Seymour Cassel è legato anche un divertente quanto memorabile aneddoto per tutti i fan dei Guns N’ Roses: sarebbe stato lui infatti a dare il soprannome al chitarrista del gruppo, “Slash”, quando era ancora piccolo e frequentava suo figlio Matt. “Mi disse che mi chiamò Slash perché avevo sempre fretta e non avevo mai il tempo di sedermi a chiacchierare. Sono sempre stato di passaggio e lui iniziò così a chiamarmi Slash” racconta in merito lo stesso musicista, all’anagrafe Saul Hudson, che infatti non ha mancato di commemorare la sua perdita su Twitter.
RIP to my old friend #SeymourCassel https://t.co/q6DBURIJ7T
— Slash (@Slash) 9 aprile 2019
Al suo omaggio ne sono naturalmente seguiti tanti altri, da colleghi attori, come Billy Baldwin, a quelli di tutta l’industria dello spettacolo statunitense, e non.
One of the greats of all time… #SeymourCassel pic.twitter.com/ysDuvwvlMu
— Billy Baldwin (@BillyBaldwin) 8 aprile 2019
Tra questi c’è anche quello del Festival di Tribeca, che del cinema indipendente e di conseguenza del cinema di Cassavetes e Cassel è sostenitore per eccellenza, e infatti ha subito riportato una delle sue frasi iconiche sull’importanza della recitazione in un film.
“It doesn’t matter how beautifully a film is photographed. The acting tells your story. It’s what people relate to. If you don’t believe the characters, it doesn’t work.” Seymour Cassel, a true actor’s actor whose every performance beguiled and impressed, has passed away. #RIP pic.twitter.com/ynfnvFRnIC
— Tribeca (@Tribeca) 8 aprile 2019