Agnus Dei, di Anne Fontaine

Segnato dalla fotografia di Caroline Charpentier, è il film più efficace della regista, capace stavolta di superare tracce di calligrafismo e guardando di traverso verso Tavernier

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Volti nell’ombra. Tracce pittoriche nei primi piani, con echi – per ammissione della stessa cineasta – di Georges De La Tour, con la macchina da presa che va a scavare oltre i primi piani, dentro quei visi. Il chiaro e lo scuro. Con le immagini di Caroline Charpentier, uno dei più importanti direttori della fotografia francesi che ha collaborato tra gli altri con Carax, Doillon, Godard, Beauvois, Rivette, Téchiné e Straub-Huillet.

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Ispirato alla vita di Madeleine Pauliac, giovane medico della Croce Rossa, militante nella Resistenza nel 1945, Agnus Dei (traduzione discutibile di Les Innocents) racconta la storia di Mathilde Beaulieu, in missione per aiutare i sopravvissuti della Seconda guerra mondiale che scopre la tragica vicenda di alcune suore benedettine di un convitto che sono rimaste incinta dopo essere state violentate dai soldati sovietici.

les-innocentesAnne Fontaine parte ancora da un ritratto al femminile, come in Coco avant Chanel e Gemma Bovery – che però stavolta diventa corale. I piani di Mathilde (interpretata con gelido e tormentato trasporto da Lou de Laâge, la protagonista di L’attesa di Piero Messina con Juliette Binoche), si intersecano alternativamente con quello delle altre religiose a cominciare da quello di Suor Maria (Agata Buzek) e della Madre Superiora (Agata Kulesza).

L’oscurità persistente viene soltanto attenuata dalla luce delle candele o dal bianco della neve. Come per alimentare un film fatto di contrasti: luce/ombra, fede/ragione. Gestito attraverso uno stile classico ma finalmente non calligrafico rispetto al cinema precedente della regista. Il suo Agnus Dei ha anche tracce di un tormento mai risolto, evidente nel pianto di Mathilde e momenti di controllata tensione come l’arrivo dei soldati sovietici o il tentativo di stupro. “Per noi la fine della guerra non significa la fine della paura”. E lo sguardo della Fontaine continua a far tenere questo timore oltre ciò che mostra, dalle confessioni ai canti religiosi. Con uno sguardo anche al cinema di Tavernier che guarda la Storia. Senza però diventare ‘cinéma de Papa’.

Titolo originale: Les innocentes

Regia: Anne Fontaine

Interpreti: Lou de Laâge, Agata Buzek, Agata Kulesza, Vincent Macaigne, Joanna Kulig

Distribuzione: Good Films

Durata: 110′

Origine: Francia/Polonia 2016

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