"Air Doll". L'amore secondo una bambola gonfiabile

Approda a Settembre al Festival di Toronto, dopo Cannes, Kûki ningyô (Air Doll, qui la recensione di Sentieri Selvaggi) nuovo film del bravissimo Hirokazu Kore-eda. Racconto più fiabesco che erotico di una bambola che scopre di avere un'anima.

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Kûki ningyô (Air Doll), di Hirokazu Kore-eda. Il trailer
 
Se rimosso, visibile anche qui o sul sito ufficiale
 
 
 
 Approda a Settembre al Festival di Toronto, dopo Cannes, Kûki ningyô (Air Doll, qui la recensione di Sentieri Selvaggi) nuovo film del bravissimo Hirokazu Kore-eda. Racconto più fiabesco che erotico di una bambola che scopre di avere un'anima.
 Air Doll, di Hirokazu Kore-edaLa sceneggiatura, tratta dallo stesso Kore-eda da Gouda's Philosophical Discourse, the Pneumatic Figure of a Girl, manga di Yoshiie Gōda, vede il solitario Hideo (Itsuji Itao, Death Note, Yôkai daisensô) acquistare una bambola estrememamente realistica, con la quale ogni giorno al ritorno da lavoro, nel suo appartamento nella Tokyo vecchia, cena, si lava e fa l’amore.
 A sua insaputa la bambola (Doo Na Bae, vista in Linda Linda Linda, Barking Dogs Never Bite, Sympathy for Mr. Vengeance) prende vita e gradualmente scopre il mondo degli umani: a spasso nella sua uniforme da cameriera, finisce per innamorarsi di Junichi (Arata, After Life) commesso di un videonoleggio, e incontrare l’artigiano che l’ha costruita (Joe Odagiri, Plastic City).
Kore-eda ha dichiarato di voler esplorare i temi universali della solitudine e del vuoto portando la sua bambola nei grandi paesaggi urbani giapponesi.
La distribuzione internazionale è di Fortissimo Films.
Speriamo di vedere anche in Italia il nuovo film del maestro nipponico, autore di Maborosi (1995), After Life (1998), Distance (2001), Nobody Knows (2004), HANA (2006) e dell’ultimo Still Walking (2008). Kore-eda ha firmato di recente anche Daijobu de aru yo ni – Cocco: Owaranai Tabi, documentario sulla cantante giapponese Cocco (moglie di Tadanobu Asano, conosciuto sul set diPicnic di Shunji Iwai) presente nella colonna sonora di numerosi film nipponici, da Vital di Tsukamoto a Kairo di Kiyoshi Kurosawa. Il documentario segue la sua vita dall’infanzia a Okinawa fino a una carriera lunga un decennio.

 

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