Alessandro Blasetti, il primo Maestro del cinema italiano

Al Cinema Trevi di Roma, dal 26 al 30 settembre

--------------------------------------------------------------
CORSO COMUNICAZIONE DIGITALE PER IL CINEMA DALL'11 APRILE

--------------------------------------------------------------

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------
Cinema Trevi
(Vicolo del Puttarello 25 – Roma)
Mercoledì 26 settembre (ore 19) tavola rotonda su Blasetti
Mercoledì 26 settembre comincia al Cinema Trevi la retrospettiva Alessandro Blasetti, il primo Maestro del cinema italiano che proseguirà fino al 30 settembre con la proiezione dei film diretti dal regista dal 1929 al 1945.
Alle ore 19, dopo le proiezioni del frammento di Sole conservato presso la Cineteca Nazionale e di Terra madre, si svolgerà una tavola rotonda sulla figura di Blasetti alla presenza della figlia Mara. Interverranno il Conservatore della Cineteca Nazionale Sergio Toffetti, i registi Carlo Lizzani, Lina Wertmüller, Vito Zagarrio, lo sceneggiatore Piero De Bernardi, gli storici del cinema Virgilio Tosi, Ernesto G. Laura e Alfredo Baldi.
Nel corso della retrospettiva saranno presentati due documentari sul “primo maestro del cinema italiano” (tra i fondatori del Centro Sperimentale di Cinematografia): Alessandro Blasetti: l’estro di un regista di Luca Verdone (mercoledì 26 alle ore 21) e Blasetti di Claver Salizzato e Vito Zagarrio (domenica 30 alle ore 18.30).
PROGRAMMA
mercoledì 26
ore 17.00
Sole (1929)
Regia: Alessandro Blasetti; soggetto e sceneggiatura: A. Blasetti, Aldo Vergano; fotografia: Giuseppe Caracciolo, Giorgio Orsini, Carlo Montuori; montaggio: A. Blasetti; interpreti: Marcello Spada, Vasco Creti, Dria Paola, Vittorio Vaser, Lia Bosco, Anna Vinci, Rolando Costantino; produzione: Augustus; origine: Italia; durata: 10’
«Alla fine degli anni ’20 gli abitanti di una vasta zona paludosa nell’Agro Pontino sono in fermento perché, in seguito alla bonifica avviata dal governo fascista, sono stati sfrattati […]. Primo film di Alessandro Blasetti, muto con l’aggiunta di un commento musicale di Mario De Risi. L’unica copia esistente, custodita dal Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, fu trafugata dai nazisti dopo l’8 settembre 1943. Ne è rimasto soltanto il primo rullo (260 m.) con i titoli di testa» (Morandini).
a seguire
Terra madre (1931)
Regia: Alessandro Blasetti; soggetto: Camillo Apolloni; scneggiatura: Gian Bistolfi, A. Blasetti; fotografia: Carlo Montuori, Giulio De Luca; musica: Felice Montagnini; montaggio: Ignazio Ferronetti, A. Blasetti; interpreti: Leda Gloria, Sandro Salvini, Isa Pola, Carlo Ninchi, Vasco Creti, Olga Capri; produzione: Cines; origine: Italia; durata: 75’
«Terra madre è, cronologicamente, il primo film di Blasetti che ci giunge intero. Girato nel 1930, gode dell’appoggio governativo ed è prodotto anche in versione tedesca. Proprio in quegli anni, infatti, il fascismo comincia a far uscire dai confini “la nuova immagine” dell’Italia e Terra madre è giudicato adatto allo scopo. Il regista prosegue coerentemente il discorso lungo la linea “ruralista” inaugurata da Sole, passando dal tema della bonifica integrale a quello del “ritorno alla terra”, anch’esso perfettamente funzionale alla politica economica e demografica del regime. E per perorare la causa di tale “ritorno” costruisce l’opera sulla fondamentale opposizione tra vita cittadina corrotta e vita rurale “sana”» (Gori).
ore 19.00
Tavola rotonda moderata da Sergio Toffetti alla presenza di Mara Blasetti
ore 21.00
Alessandro Blasetti: l’estro di un regista (2005)
Regia: Luca Verdone; fotografia: Maurizio Manduzio; montaggio: Alessia Matarrese; origine: Italia; produzione: Rai International; durata: 25’
La carriera cinematografica di Alessandro Blasetti e la sua importanza nella ascesa del cinema italiano dagli anni Trenta alla stagione del neorealismo fino ai successi della “commedia all’italiana”, raccontata da Suso Cecchi d’Amico, Luigi Filippo d’Amico e dalla figlia Mara. I documenti dell’archivio Rai ripropongono importanti interviste al maestro del cinema italiano e si alternano a brani di alcuni suoi film.
ore 21.30
Resurrectio (1931)
Regia: Alessandro Blasetti; soggetto e sceneggiatura: A. Blasetti; dialoghi: Guglielmo Zorzi; fotografia: Carlo Montuori, Giulio De Luca; musica: Amedeo Escobar; montaggio: Ignazio Ferronetti, A. Blasetti; interpreti: Lya Franca, Daniele Crespi, Venera Alexandrescu, Olga Caprì, Aldo Moschino; produzione: Cines; origine: Italia; durata: 64’
Resurrectio fu il primo film prodotto dalla nuova Cines ed è anche il primo film sonoro italiano. Tuttavia, giudicato negativamente dal punto di vista commerciale, fu distribuito dopo Terra madre, tanto che il primo film sonoro italiano a circolare nelle sale fu La canzone dell’amore di Gennaro Righelli. Il film racconta le vicende di un direttore d’orchestra che, abbandonato dall’amante, decide di suicidarsi. Ma un evento improvviso gli farà cambiare idea, facendolo risorgere moralmente. «Resurrectio fu il primo esperimento che io ho fatto alla Cines. Ho associato l’atmosfera autentica mattutina della città che si sveglia, di operai che vanno al lavoro, di donne che vanno alla spesa, con un’atmosfera puramente e nettamente musicale, e con un’altra atmosfera ancora diversa cioè un luogo di ballo in cui la musica, i rumori, il dialogo fossero legati insieme. Infine una quarta atmosfera: il puro dialogo semplice, senza rumori, senza musica, senza niente» (Blasetti).
giovedì 27
ore 17.00
Palio di Siena (1931)
Regia: Alessandro Blasetti; soggetto: da alcuni racconti di Luigi Bonelli; sceneggiatura: Gian Bistolfi, A. Blasetti, L. Bonelli; fotografia: Anchise Brizzi, Gioacchino Gennaro Gengarelli; musica: Felice Lattuada; montaggio: Ignazio Ferronetti, A. Blasetti; interpreti: Leda Gloria, Guido Celano, Mario Ferrari, Laura Nucci, Mara Dussia, Mario Brizzolari; produzione: Cines; origine: Italia; durata: 89’
La sera precedente alla corsa una sciantosa in combutta con quelli della contrada della Civetta fa cadere in un agguato il campione della Lupa. Ma nonostante le percosse ricevute, riuscirà a partecipare alla gala e a vincere. «Sotto l’insegna del “populismo”, Palio si ricollega a Terramadre, di cui riprende parzialmente anche la struttura oppositiva nel contrasto aristocratici-popolani; ad esempio: là il pianoforte contro la fisarmonica, qui il sassofono contro i tamburi» (Gori).
ore 19.00
La tavola dei poveri (1932)
Regia: Alessandro Blasetti; soggetto: dall’atto unico omonimo di Raffaele Viviani; sceneggiatura: R. Viviani, Mario Soldati (con la collaborazione di Emilio Cecchi, A. Blasetti, Alessandro De Stefani); fotografia: Carlo Montuori, Giulio De Luca; musica: Roberto Caraggiano (su motivi di R. Viviani); montaggio: Ignazio Ferronetti, A. Blasetti; interpreti: R. Viviani, Leda Gloria, Salvatore Costa, Vincenzo Flacco, Marcello Spada, Mario Ferrari; produzione: Cines; origine: Italia; durata: 73’
Anche se ridotto in miseria, un marchese napoletano cerca di salvare il decoro. Per un equivoco i soldi che un mendicante ha affidato al marchese vengono considerati come una donazione dai membri del comitato di beneficenza, presieduto dal nobile decaduto, e quindi incamerati. La conclusione sarà amara. «Unico film sonoro rimasto a testimoniare le qualità del grande attore e drammaturgo napoletano Raffaele Viviani, […]. I “pezzenti” di Viviani – “veramente straccioni, tutte persone prese dalla vita” – sono molto lontani dai popolani di Blasetti, solitamente floridi e fieri, ma il regista, con la sua direzione apparentemente “fredda”, rende un buon servizio al film stemperando gli accenti patetici a favore di una maggiore universalità dei personaggi e delle situazioni» (Mereghetti).
ore 20.30
Assisi (1932)
Regia: Alessandro Blasetti; fotografia: Ubaldo Arata; musica: cori religiosi; montaggio: A. Blasetti; produzione: Cines; origine: Italia; durata: 12’
«Il documentario Assisi fu una cosa di una certa importanza. Mi fu richiesto da Emilio Cecchi e fu presentato a Venezia devo dire con un successo piuttosto robusto. Ed è stato il primo documentario sul quale si è appuntata l’attenzione critica della ripresa del cinema italiano» (Blasetti).
a seguire
1860 (1934)
Regia: A. Blasetti; soggetto: da un racconto di Gino Mazzucchi; sceneggiatura: A. Blasetti, G. Mazzucchi, Emilio Cecchi; fotografia: Anchise Brizzi, Giulio De Luca; musica: Nino Medin; montaggio: Ignazio Ferronetti, A. Blasetti; interpreti: Giuseppe Gulino, Aida Bellia, Gianfranco Giachetti, Mario Ferrari, Maria Denis, Vasco Creti; produzione: Cines; origine: Italia; durata: 72’
«Assai apprezzato dalla critica (ma non dal pubblico) dell’epoca, considerato dopo la guerra uno degli incunaboli del neorealismo, oggetto poi di una lunga polemica di carattere storicistico, messo in croce per le sue consonanze palesi o implicite con la propaganda del regime fascista (i 5 minuti che mancano dall’edizione originale ne contenevano i segni più grossolani), oggi il film conta per la sua severa asciuttezza stilistica (non senza influenze del cinema sovietico), la scoperta del paesaggio, la coraggiosa scelta di tipi e personaggi popolari, l’efficacia del montaggio, l’incombenza come eroe e demiurgo di Garibaldi che pure vi appare fisicamente soltanto in sei veloci inquadrature. Blasetti stesso ne curò, dopo la guerra, un’edizione tagliando quei cinque minuti, ma uscì col titolo I Mille di Garibaldi nel 1951» (Morandini).
venerdì 28
ore 17.00
Aldebaran (1935)
Regia: Alessandro Blasetti; soggetto: Corrado D’Errico, Leo Bomba, Giuseppe Zucca; sceneggiatura: L. Bomba, G. Zucca, A. Blasetti; fotografia: Ubaldo Arata, Massimo Terzano; musica: Umberto Mancini; montaggio: Ignazio Ferronetti; interpreti: Gino Cervi, Evi Maltagliati, Gianfranco Giachetti, Egisto Olivieri, Elisa Cegani, Ugo Ceseri; produzione: Manenti Film; origine: Italia; durata: 102’
«Il figlio di un ammiraglio a riposo, dopo essersi sposato, non è più capace di mantenersi vigile e severo nell’osservanza della disciplina e della dedizione al proprio dovere. Lo turba, oltre all’amore passionale per la propria moglie, una gelosia senza requie. Dopo molte mancanze è consegnato agli arresti per una negligenza grave. Ciononostante egli scende a terra per seguire la moglie ad un ballo. Dopo questa nuova colpa viene invitato dal comandante, solo per riguardo al padre ammiraglio, a scegliere tra le dimissioni o il comando di una lunga crociera nel Mar Rosso. Egli dà le dimissioni. Ma l’affondamento di un sottomarino, durante le manovre, e la morte eroica di tutto l’equipaggio, lo richiamano al senso della propria dignità» (www.cinematografo.it).
ore 18.45
Nessuno torna indietro (1943-1945)
Regia: Alessandro Blasetti; soggetto: dal romanzo omonimo di Alba De Cèspedes; sceneggiatura: A. De Cèspedes, Diego Calcagno, A. Blasetti, Paola Ojetti; fotografia: Vaclav Vich; musica: Alessandro Cicognini; montaggio: Dolores Tamburini; interpreti: Dina Sassoli, Elisa Cegani, Mariella Lotti, Doris Duranti, Maria Mercader, Valentina Cortese; produzione: Artisti Associati-Quartafilm; origine: Italia; durata: 124’
«Nel 1939, terminati gli studi in un pensionato romano di suore, sette ragazze vivono il loro primo impatto con la realtà. Molte delusioni. Cominciato nel 1943, il film ebbe vita travagliata a causa delle vicende belliche e politiche. Uscì soltanto nel 1945, a guerra finita, senza suscitare grande interesse, nonostante la fama del regista e la parata di stelle nel reparto femminile. Visto oggi, è apprezzabile per il disegno dei personaggi e la cura dell’ambientazione. Nel romanzo di Alba De Cèspedes le ragazze sono otto; nel film scompare il personaggio di Augusta fuso con quello di Silvia (Elisa Cegani)» (Morandini).
ore 21.00
La contessa di Parma (1937)
Regia: Alessandro Blasetti; soggetto: Gherardo Gherardi; sceneggiatura: G. Gherardi, A. Blasetti, Libero Solaroli, Mario Soldati, Aldo De Benedetti; fotografia: Otello Martelli; musica: Amedeo Escobar, Giovanni Fusco; montaggio: Ignazio Ferronetti, A. Blasetti; interpreti: Elisa Cegani, Antonio Centa, Maria Denis, Umberto Melnati, Pina Gallini, Osvaldo Valenti; produzione: ICI; origine: Italia; durata: 93’
A Torino, Marcella è un’indossatrice che viene lanciata con lo pseudonimo di Contessa di Parma. Il centravanti della nazionale la crede una vera nobildonna e ne rimane affascinato. L’equivoco continua fino a che… «Gustosa commedia sofisticata ambientata nella high society emergente dell’epoca (moda + calcio), che Blasetti definì come il “film più cretino” che avesse mai fatto. Eppure, in linea con il filone dei “telefoni bianchi” che spopolava in quegli anni, il film ha una scrittura effervescente e spontanea […], un ritmo serrato ed elegante e una sottile ironia che caratterizza tutti i personaggi. La figura del centravanti è ispirata al famoso calciatore della Juventus Felice “Farfallino” Borel. Interessanti gli esterni girati dal vero nell’ambiente dell’alta moda torinese, notevoli i titoli di testa “urbani”, stilizzati secondo i canoni estetico-pubblicitari degli anni Trenta» (Mereghetti).
sabato 29
ore 16.30
Vecchia guardia (1937)
Regia: Alessandro Blasetti; soggetto: Giuseppe Zucca; sceneggiatura: G. Zucca, A. Blasetti, Leo Bomba, Guido Albertini; fotografia: Otello Martelli; montaggio: Ignazio Ferronetti; interpreti: Gianfranco Giachetti, Mino Doro, Franco Brambilla, Maria Puccini, Barbara Monis, Graziella Antonelli; produzione: Fauno Film; origine: Italia; durata: 87’
Copia fuori sinc
«Il film si apre e si chiude su due albe, una terza segna il ritorno vittorioso da una spedizione ma anche la morte di Mario [il fratello minore di uno squadrista, n.d.r.]. Le azioni decisive condotte dagli squadristi avvengono sempre di notte e si concludono all’alba (di notte gli squadristi “riducono alla ragione” gli infermieri; di notte rimettono in funzione la centrale elettrica; di notte partono per Roma; di notte, infine, muore Mario); di giorno tutt’al più si potrà fare uno scherzo – pesante – a un onorevole socialista. È quasi uno scontro manicheo tra la luce e le tenebre (il bene e il male). Questo scontro si risolve solo con un olocausto (la morte di Mario) che conduce alla notte e all’alba decisiva della marcia su Roma, cioè alla conquista della luce» (Gori).
Ingresso gratuito
ore 18.00
Un’avventura di Salvator Rosa (1940)
Regia: Alessandro Blasetti; soggetto: da una trama di Ugo Scotti Berni; sceneggiatura: Corrado Pavolini, A. Blasetti, Renato Castellani; dialoghi: Giuseppe Zucca; fotografia: Vaclav Vich; musica: Alessandro Cicognini; montaggio: Mario Serandrei, A. Blasetti; interpreti: Gino Cervi, Luisa Ferida, Rina Morelli, Osvaldo Valenti, Ugo Ceseri, Umberto Sacripante; produzione: Stella Film; origine: Italia; durata: 97’
Napoli. La rivolta di Masaniello è fallita. Il peso della dominazione spagnola diventa ogni giorno più insopportabile. Il pittore Salvatore Rosa, conosciuto e ammirato dagli spagnoli, ha anche un’altra identità, quella di Formica, sorta di Robin Hood che si batte in favore degli oppressi e trama contro i potenti. «Un’avventura di Salvator Rosa è prodotto e distribuito nella stagione cinematografica 1939-40, quella in cui si cominciano a sentire gli effetti del R.D.L. 4 settembre 1938 n. 1398, sul “monopolio per l’acquisto, l’importazione e la distribuzione in Italia, possedimenti e colonie, dei film cinematografici provenienti dall’estero”. […] Tuttavia, all’epoca, fu soprattutto il film di Blasetti a godere di consensi. Isani […] lo definì addirittura “il miglior film italiano prodotto dal 1930 in poi» (Gori).
ore 19.45
Ettore Fieramosca (1938)
Regia: Alessandro Blasetti; soggetto: dal romanzo Ettore Fieramosca o la Disfida di Barletta (1833) di Massimo D’Azeglio; sceneggiatura: A. Blasetti, Cesare Vico Lodovici, Augusto Mazzetti, Vittorio Nino Novarese; fotografia: Vaclav Vich, Mario Albertelli; musica: Alessandro Cicognini; montaggio: Ignazio Ferronetti, A. Blasetti; interpreti: Gino Cervi, Elisa Cegani, Mario Ferrari, Osvaldo Valenti, Lamberto Picasso, Clara Calamai; produzione: Nembo Film; origine: Italia; durata: 114’
«Ettore Fieramosca si incentra sull’amore di Giovanna duchessa di Monreale (Elisa Cegani), col protagonista impersonato da Gino Cervi. L’azione si svolge in un’epoca in cui la regione è dominata da francesi e spagnoli. Giovanna vorrebbe unirsi in matrimonio con un valoroso guerriero, che sappia lottare contro gli oppressori stranieri. Graiano d’Asti ne ottiene con un inganno i favori e la sposa; ma si rivela indifferente alla libertà d’Italia, unendosi ai francesi, fra i quali è Guy de la Motte, che ha un comportamento ingiurioso verso gli italiani. Ne nasce la famosa «disfida di Barletta» nella quale tredici italiani combattono contro Guy de la Motte e i suoi connazionali, con i quali si schiera Graiano d’Asti. Il pregio di questo film è in una fotografia impeccabile, curata da Vaclav Vich, in una regia attenta ai movimenti, che ne fanno un film d’azione, con fasto coreografico, «ariostesco» disse Luigi Chiarelli all’uscita del film» (Verdone).
ore 21.45
La corona di ferro (1941)
Regia: Alessandro Blasetti; soggetto: A. Blasetti, Renato Castellani; sceneggiatura: Corrado Pavolini, Guglielmo Zorzi, Giuseppe Zucca, A. Blasetti, R. Castellani; fotografia: Vaclav Vich, Mario Craveri; musica: Alessandro Cicognini; montaggio: Mario Serandrei; interpreti: Elisa Cegani, Luisa Ferida, Gino Cervi, Massimo Girotti, Osvaldo Valenti, Rina Morelli; produzione: Enic-Lux; origine: Italia; durata: 109’
«Il film avrà un largo successo presso il candido pubblico delle sale di tutto il mondo. Tutto questo avviluppato in una fosforescente rete wagneriana. E ombre di significazioni morali e metafisiche, ribellioni di masse dietro l’aspirazione a una generica libertà, che non manca mai in questo genere d’invenzioni. C’è un sapore misto di sangue e di sospiri e alla fine una pace fatta più di stanchezza che di raggiunta purità. In mezzo a tale piena di romanticismo forestuoso, il pio pellegrinaggio partito da Bisanzio per portare in dono al Sommo Pontefice la corona di ferro è quasi sempre dimenticato e sommerso: quando la Sacra corona riappare nel franamento che apre una voragine fra i due popoli della Montagna e del Mare […] quella corona ci si presenta come certi improvvisi e inutili ricordi d’un particolare isolato della lontana infanzia. Più che una fiaba, hai qui un’officina della Fiaba» (Bontempelli).
domenica 30
ore 17.00
Petrolini (1949)
Nerone. Regia: Alessandro Blasetti, fotografia: Carlo Montuori; interpreti: Ettore Petrolini, Grazia Del Rio, Mercedes Brignone, Elma Crimer, Tilde Mercandalli, Letizia Quaranta, Augusto Contardi, Sergio Rovida; musica: Pietro Sassoli; origine: Italia; produzione: Cines.
Medico per forza. Regia: Carlo Campogalliani; fotografia: Ubaldo Arata, Massimo Terzano, Carlo Montuori; interpreti: Ettore Petrolini, Grazia Del Rio, Mercedes Brignone, Elma Crimer, Tilde Mercandalli, Letizia Quaranta, Augusto Contardi, Sergio Rovida; musica: Pietro Sassoli; origine: Italia; produzione: Cines.
Selezione a cura di O. G. Caramazza; durata: 72’
«Un film di montaggio con i più esilaranti sketch cinematografici dell’inimitabile autore e interprete del teatro comico italiano: Ettore Petrolini. […]. Grazie alla maestria di due grandi registi come Campogalliani e Blasetti, Petrolini regala al cinema le sue celebri interpretazioni: nel Medico per forza, tratto dalla notissima commedia di Molière, è Sganarello, taglialegna, buontempone e amante del vino che si finge medico di eccezionale talento; in Nerone, Petrolini fa il verso all’imperatore romano e si esibisce con le famose macchiette di Fortunello e Gastone facendo un elogio all’attore teatrale costretto a dividersi tra la scena e la vita» (Ripley’s Home Video).
ore 18.30
Blasetti (1992)
regia: Claver Salizzato, Vito Zagarrio; origine: Italia; produzione: Istituto Luce; durata: 50’
Il documentario affronta il cinema di Blasetti attingendo largamente alle sequenze dei suoi film e dei suoi prodotti televisivi, forniti dalla Cineteca Nazionale e dalle Teche Rai. Il film entra nel merito dello stile, della messa in scena, dei generi del grande regista, con una sequenza inedita della sua ultima apparizione a Cinecittà.
ore 19.30
Quattro passi tra le nuvole (1942)
Regia: Alessandro Blasetti; soggetto: Piero Tellini, Cesare Zavattini; sceneggiatura: C. Zavattini, Giuseppe Amato, A. Blasetti, Aldo De Benedetti, P. Tellini; fotografia: Vaclav Vich; musica: Alessandro Cicognini; montaggio: Mario Serandrei; interpreti: Gino Cervi, Adriana Benetti, Giuditta Rissone, Carlo Romano, Margherita Seglin, Guido Celano; produzione: Cines; origine: Italia; durata: 91’
«Città contro campagna, corruzione contro onestà: nonostante le apparenze, niente a che vedere con l’esaltazione ruralista di Mussolini. Qui è lo spirito populista di Zavattini […] a prendere il sopravvento sulla regia solitamente “tirannica” (ma sempre puntuale) di Blasetti. Del resto, la crisi coniugale e la compromissione amorosa non erano certi temi graditi al regime, soprattutto se introdotti da efficaci squarci di degradazione urbana. Un piccolo grande film che contribuì a incrinare irreparabilmente gli edificanti ritratti ufficiali, anticipando umori e caratteri che sarebbero emersi compiutamente nel periodo neorealista» (Mereghetti).
ore 21.15
Caccia alla volpe nella campagna romana (1938)
Regia: Alessandro Blasetti; fotografia: Jack Cardiff; musica: Enzo Masetti; direzione orchestrale: Fernando Previtali; produzione: Leonardo Film-World Window-United Artists; origine: Italia; durata: 10’
Cortometraggio diretto da Alessandro Blasetti nel 1938, il documentario Caccia alla volpe nellacampagna romana rappresenta il primo tentativo in Italia di uso del colore (technicolor).
a seguire
La cena delle beffe (1941)
Regia: Alessandro Blasetti; soggetto: dal dramma omonimo di Sem Benelli; sceneggiatura: A. Blasetti, Renato Castellani; fotografia: Mario Craveri; musica: Giuseppe Becce; montaggio: Mario Serandrei; interpreti: Amedeo Nazzari, Osvaldo Valenti, Clara Calamai, Valentina Cortese, Elisa Cegani, Luisa Ferida; produzione: Cines; origine: Italia; durata: 83’
«Dall’opera omonima di Sem Benelli (sceneggiato da Blasetti e dal futuro regista Renato Castellani), un melodramma torbido e serrato, incredibilmente ambiguo e sanguinoso per l’epoca, che il regista dichiara di aver realizzato senza interesse. Viene sempre ricordato per il primo seno nudo della storia del cinema italiano sonoro (è della Calamai, quando Nazzari le strappa la camicetta), ma in realtà colpisce per la forte componente omosessuale nella relazione tra gli antagonisti, intenti – più che a conquistare la donna contesa – a esaurire le pulsioni erotiche autodistruttive all’interno del loro legame maledetto. Per qualcuno mette anche in scena la castrazione del maschio (quale in effetti Nazzari era nell’immaginario cinematografico del Ventennio), e quindi del padre e del dittatore. Per Valenti è il primo film da protagonista. Diventata popolarmente celebre la battuta di Neri “Chi non beve con me, peste lo colga”» (Mereghetti).

Centro Sperimentale di Cinematografia
Via Tuscolana 1520 – 00173 Roma
Cineteca Nazionale-Cinema Trevi
06/72294389
--------------------------------------------------------------
CORSO COLOR CORRECTION con DA VINCI, DAL 5 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative