Alla ricerca di Jane, di Jerusha Hess

Presentata in anteprima al Sundance Film Festival, questa commedia prodotta dalla scrittrice di Twilight si rivela di gran lunga più annacquata dell’idea da cui parte: il rifiuto della realtà e l’immersione nell’universo di Jane Austen. E, con la complicità di una colonna sonora molto mainstream, tutto si risolve in figure stereotipate cui non ci si può affezionare

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Jane è una timida trentenne newyorkese single che non riesce a instaurare una relazione sentimentale perché ossessionata dal personaggio di Mr Darcy, l’imperscrutabile gentiluomo di Orgoglio e pregiudizio. La sua stanza riflette l’universo edulcorato dei romanzi di Jane Austen, e una sagoma in cartone di Darcy (presa dall’adattamento per la televisione di Orgoglio e pregiudizio della BBC, in cui a vestire i panni dell’eroe era Colin Firth) suggella il completo scollamento dalla realtà di Jane, spronata invano dalla migliore amica a reagire. La protagonista decide invece d’investire i suoi risparmi per un’immersione totale nel mondo della Austen e partire per Austenland, nel Regno Unito, dove un manipolo di attori indottrinati da una cinica organizzatrice ricrea quelle atmosfere languide, fatte di corteggiamenti e buone maniere. Così, fra un ricamo e una battuta di caccia, Jane fa amicizia con una donna ancora più sprovveduta di lei, non disdegna le attenzioni di uno stalliere, cerca d’indovinare quanto siano autentiche le premure del Mr Darcy del luogo, fino a confondere ciò che è vero con ciò che è fasullo. E ad aspirare all’alternativa migliore: la realtà.

Presentato in anteprima al Sundance Film Festival, Alla ricerca di Jane è tratto dall’omonimo romanzo del 2007 di Shannon Hale, e vede Jerusha Hess – co-sceneggiatrice di Napoleon Dynamite, Super Nacho e Gentleman Broncos – nel suo debutto alla regia, e Stephenie Meyer, l’autrice della saga di Twilight, nelle vesti di produttrice. Il sodalizio artistico dà vita a una commedia di gran lunga più sbiadita e annacquata dell’idea da cui parte. Cercare rifugio in un mondo fittizio è una tematica che avrebbe consentito un approfondimento senz’altro maggiore: dal personaggio di Jane al contesto squallido o meschino di chi sceglie d’ingannare o di lasciarsi ingannare, invece, tutto si risolve in figure stereotipate cui non ci si può affezionare. Della protagonista viene mostrato l’atteggiamento da educanda e si lascia intuire il passato sentimentale insoddisfacente: troppo poco per sostenere un film che si basa su un’idea forte come il rifiuto della realtà. Soprattutto con antenati illustri o senz’altro migliori, come The Truman Show e EdTV, che del capovolgimento fiction/realtà avevano fatto il loro centro motore. Così la goffa e volgare nuova amica di Jane, Miss Elizabeth Charming, rimane una macchietta e non dà l’avvio a gag realmente divertenti. Mrs Wattlesbrook, la sprezzante burattinaia che muove le vite fittizie a Austenland, a tratti ricorda il criminologo di The Rocky Horror Picture Show, ma presto rivela lo spessore di una comparsa, e così tutti gli altri personaggi. Perfino trovate gustose, come l’amara scoperta di aver acquistato un pacchetto vacanza inferiore rispetto a quello delle altre ospiti, vengono sfruttate poco e strappano a malapena un sorriso. Le hit musicali anni Ottanta che punteggiano gli snodi narrativi non fanno che banalizzare ulteriormente questa scialba commedia sentimentale, e non la emancipano di un passo da un genere molto spesso – e in casi come questo a ragione – giudicato con sufficienza.


Titolo originale: Austenland

Interpreti: Keri Russell, J.J. Feild, Jennifer Coolidge, Bret McKenzie, Georgia King, Jane Seymour

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Distribuzione: Warner Bros. Italia

Origine: USA, Gran Bretagna 2013

Durata: 97'

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