"Almeno tu nell'universo", di Andrea Biglione


Tristano e Isotta della Roma più o meno bene, il belloccio e super imbronciato Marco e la carina e super pallida Giulia, si amano. Lei si ammala e dapprima non si capisce cos’abbia. Il seguito è quello previsto da un caleidoscopico compendio di Eros e Thanatos formato Cornetto Algida: girandola di video musicali, frasi masticate male, slogan da love-story a Ponte Milvio e sketch da format tv

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Roma. Marco ha vent’anni e un difficile rapporto con il padre palazzinaro. Per questo preferisce vivere con Andrea, un po’ più grande di lui e più dedito al divertimento, rinunciando al lusso che il ricco genitore gli garantirebbe. Scene di ordinario disordine sentimentale per Andrea, solitudine e introspezione per Marco. Finché, nel giro di qualche fotogramma, arriva l’amore per entrambi: per Andrea a piede libero nel parco l’insegnante di ballo greca Dafne. Per Marco, durante una gig di free-style in motocross, Giulia.

Seguono cani presi in prestito, bambole gonfiabili, contemplazioni post-coitum e il destino crudele che si accanisce contro i giovani e belli.
Tristano e Isotta della Roma più o meno bene, il belloccio e super imbronciato Marco e la carina e super pallida Giulia, si amano. Lei si ammala e dapprima non si capisce cos’abbia: ma non c’è da temere quando come patrigno e oculista – oltre che sagace cantore di barzellette su carabinieri e pinguini –  si ha Andrea Roncato. Il seguito è quello previsto da un caleidoscopico compendio di Eros e Thanatos formato Cornetto Algida: si scopre che la ragazza ha un male incurabile, e allora Parigi, filmini con il cellulare, stelle e dissertazioni astrofisiche a profusione.
 
Ma chi l’ha detto che l’Italia non è un Paese per giovani? Non si parla d’altro che di giovani. Categoria irreale – chi stabilisce quando e per quanto tempo si è giovane? – quanto redditizia, risolutiva per centinaia di puntate di talk-show e inchieste giornalistiche, la suddetta definizione si dirama in genere in due sotto-specie.
La prima, quella, appunto, televisivo-giornalistica, è la branca del precariato, segmentata e imbellettata ad uso e consumo di presentatori e politici fintamente in lotta per la meritocrazia.
La seconda è quella cinematografica e mocciosa, che da poco meno di un decennio, più o meno dalla prima apparizione dei lucchetti e della conta dei metri sopra il cielo di Roma-Nord, imperversa con i suoi amori adolescenti.
Chissà, forse il vero problema è proprio che in Italia c’è invece una vera e propria – e devastante –ossessione per la gioventù. Per la giovinezza, come proclamava trionfante la celebre canzoncina del ventennio, e come dimostrano le vicende grottesche del nostro Primo Ministro.
Ma tutto questo gli eroi di Almeno tu nell’universo non lo sanno, e forse è bene che sia così.
Opera prima del giovane Andrea Biglione, autore della sceneggiatura insieme a suo padre Luca (Ultimi della classe2008), il film che prende il titolo dalla bellissima canzone di Mia Martini è un sommario di rimasugli moccian-popolari di cui non si sarebbe probabilmente avvertita la mancanza.
Nella girandola di video musicali, frasi masticate male, slogan da love-story a Ponte Milvio e sketch da format tv che si susseguono nei 93 minuti di pellicola, vengono in mente due cose.
La prima è una piccola digressione nostalgica, il rimpianto per i film adolescenziali degli anni ’80: da Pretty in pink a Dirty Dancing, a Il tempo delle mele. Persino per il nostrano Amarsi un po’, con la sua sgangherata veracità.
La seconda è un interrogativo storico-geografico: chissà se qualcuno, magari tra un po’, riuscirà a spiegare il perché e la genesi dello strano fenomeno che da qualche anno ha fatto diventare, per i teen-movies italiani, Roma, e in particolare alcuni suoi quartieri, quello che i vampiri sono per i corrispettivi americani. Bizzarro e inquietante fenomeno di romanizzazione under 18, massificata da alcuni programmi tv Mediaset.
Nel frattempo Almeno tu nell’universo passa sugli schermi tardo estivi del 2011. E in realtà c’è una terza cosa che viene in mente guardando, come consuetudine cinefila vuole, i titoli di coda. I finanziamenti pubblici e le agevolazioni fiscali di cui il film ha usufruito. Soprattutto in questi giorni di manovre annunciate e tasse aumentate la scoperta non può che infondere ulteriore sgomento.  
 
Titolo originale: id.
Regia:  Andrea Biglione
Interpreti: Giulia Elettra Gorietti, Giuseppe Maggio, Chiara Gensini, Mauro Meconi, Agnese Nano, Andrea Roncato, Enzo Salvi, Maurizio Mattioli
Distribuzione: Lucky Red
Durata: 93’
Origine: Italia
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