ALTERNATIVE DEL CINEMA ITALIANO: lo sguardo inedito del/sul cinema tricolore

Si inaugura a Taranto un nuovo spazio dedicato al cinema meno allineato: una manifestazione indipendente, che intende riflettere sulla produzione nostrana, indagando fra le possibilità meno note offerte dal passato e dal presente

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Dal 3 al 6 febbraio si svolgerà a Taranto la prima edizione di "Alternative del Cinema Italiano", una manifestazione promossa dal Centro Studi Cinematografici, che intende essere uno spazio all'insegna dell'indipendenza e della ricerca nei confronti di una idea "differente" di cinema. Scopo della rassegna – come dice Massimo Causo che ne cura la direzione artistica – è "cercare tra le maglie della produzione cinematografica italiana un'identità mutante e instabile, delle personalità che non stanno al gioco ufficiale del filmare secondo la norma istituita dal mercato e preferiscono svicolare in percorsi complanari, stazionare in aree di servizio che consentano allo sguardo di scoprire nuove prospettive guardando altrove, oltre la strada maestra".

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Proprio in virtù di uno sguardo che vuole essere libero rispetto a qualsiasi classificazione precostituita, la manifestazione tarantina intende soprattutto spaziare fra cortometraggi e lungometraggi selezionati all'interno della più recente produzione nostrana, senza distinzioni fra "alto" e "basso", cinema "d'autore" e "di genere". Nell'ambito delle varie sezioni che compongono il programma, "Alternative" vuole offrire così al pubblico la possibilità di scoprire (o ritrovare) interessanti figure "a latere" del cinema italiano passato e presente. Il programma si annuncia dunque versatile, non legato necessariamente alla proposta di opere prime, ma anche a titoli poco considerati e meritevoli di riscoperta.

Il programma si articola in sei diverse sezioni, due delle quali sono dedicate alle opere di registi esordienti.


 


Uno Uno Prima è lo spazio dedicato a quei titoli che, pur essendo stati distribuiti e avendo anche riscosso promettenti favori critici, non hanno goduto della necessaria visibilità e ancora sono in attesa di trovare un pubblico. Tre i titoli proposti:


– La destinazione, del carabiniere prestato al cinema Piero Sanna, è incentrato sui conflitti fra un giovane appena arruolatosi nell'Arma e l'aspra isola di Sardegna, terra d'origine del regista. Apprezzato dalla critica, il film ha vinto il premio speciale della giuria ad Annecy 2003;


Il vento, di sera di Andrea Adriatico, dramma intimista che in una Bologna prevalentemente notturna lega più esistenze e che si dipana a partire da un omicidio (ispirato vagamente a quello di Marco Biagi);


Tre Punto Sei di Nicola Rondolino, già collaboratore del Torino Film Festival, è un tentativo di confrontarsi con il noir narrando una storia di amicizie e passioni nel mondo della malavita organizzata, sullo sfondo di una città industriale del nord.

Prima della Prima è invece la sezione incentrata su quei film non ancora distribuiti nelle sale, ma che si sono fatti notare in alcuni fra i principali festival italiani e internazionali. 9 i titoli in programma:


Saimir di Francesco Munzi, presentato all'ultima Mostra del Cinema di Venezia e incentrato sul rapporto difficile fra un padre e un figlio, immigrati albanesi in Italia;


I cinghiali di Portici di Diego Olivares, visto due anni fa al Torino Film Festival e dedicato al mondo del rugby giovanile attraverso la figura di un edicatore che organizza una squadra con i ragazzi di una comunità di recupero;


Modena, Modena, Stazione di Modena, per Carpi, Suzzara, Mantova, si cambia di Daniele Malavolta, opera curiosa e notturna, dalle atmosfere faustiane, incentrata su un patto che unisce un giovane laureato alla Morte, in una città dai ritmi immobili, dove le giornate si susseguono sempre uguali. Un film  che nasce da una sceneggiatura che ha ricevuto la menzione speciale al premio Solinas 2000;


Lo sguardo nascosto del milanese Vittorio Rifranti segna invece il ritorno di un filmaker che si era fatto notare a Bellaria durante la metà degli anni '90. Un progetto (presentato come "work in progress") dalla genesi travagliata, basato sull'intreccio di più storie il cui collante è un giovane che cerca la verità della vita nella registrazione delle voci che caratterizzano e compongono il suo microcosmo;


A sangue freddo, lungometraggio "no budget" di Ferruccio Santoro, che racconta i sogni e le indecisioni amorose di un giovane appassionato di cinema;


Strani anelli di Filippo Conz, thriller psicologico e visionario, già vincitore del Tohorror Film Festival;


Mandorle amare, mediometraggio "pulp" del filmaker tarantino Giuseppe Giusto;


Flor da Baixa, ultimo video di Mauro Santini, da lui stesso definito "un lavoro sulla distanza, l'attesa di un ritorno, qualcosa che manca, sempre";


Untitled, cortometraggio noir di Andrea Lodovichetti;


Miracolo a Taranto di Sebastiano Sallustio, ovvero il "making of" del celebre Il miracolo, ultima fatica del regista salentino Edoardo Winspeare.

Accanto a queste sezioni principali, "Alternative" propone due spazi dedicati a due registi molto amati dai cinefili più attenti:


 


Lo spazio Giovani maestri pone la sua attenzione sul torinese Daniele Gaglianone, che sarà presente a Taranto, e del quale viene, per la prima volta in Italia, proposto l'intero corpus della sua opera. L'offerta comprenderà dunque i due lungometraggi già usciti nelle sale, I nostri anni (2001) e Nemmeno il destino (2004), che in questi giorni è in concorso al Festival di Rotterdam. Due opere intense, dove il regista esplora il rapporto con la Storia e con una dimensione generale al contatto con la quale la percezione soggettiva dei protagonisti lascia affiorare i fantasmi celati nell'animo.


Ma si vedranno anche tutti i cortometraggi che per lungo tempo hanno costituito l'ossatura della produzione di Gaglianone e che lo hanno segnalato all'attenzione del pubblico cinefilo e della critica, evidenziando la natura sperimentale di un cinema attento alla ricerca formale e abile nel dirottare la stessa verso una dimensione intima e visionaria. Un'esperienza quasi sensoriale, per un approccio cui Gaglianone non rinuncia nei più recenti lungometraggi e che ne fanno una figura anomala nel panorama italiano. L'insieme dei suoi cortometraggi comprende undici opere, che vanno da La ferita (del 1991) a Blocco 101 (2001).

Un altro omaggio, nell'ambito della sezione (Altri) eventi, è invece dedicato a Corso Salani, attore nel già citato Il vento, di sera, ma soprattutto regista indipendente per vocazione, fautore di un cinema intimo e rarefatto, osservatore attento di un universo femminile inquadrato sempre con empatia e partecipazione. Rivelatosi con Occidente e Gli occhi stanchi, Salani accompagnerà a Taranto la sua ultima opera di finzione, Palabras (2004). Ancora una storia coniugata al femminile, dove protagoniste sono tre ragazze di Santiago del Cile, i loro sentimenti, i loro ricordi, il loro impegno. Un film che, nelle parole del regista, nasce "dalla nostalgia dell'amore, del peso, anche piacevole, dei ricordi, dei segni che i sentimenti lasciano nelle persone".


 


Lo spazio dedicato agli (Altri) eventi si completa con la raccolta di provini G.T.I. – Giovani Talenti Italiani, brevissimi shorts aventi per protagonisti 16 volti sconosciuti o ancora all'inizio della loro carriera, diretti per l'occasione da importanti registi come Sergio Rubini, Marco Risi, Silvio Soldini, Maria Sole Tognazzi, Lucio Pellegrini, Paolo Sorrentino, nonché Paolo Virzì e Gabriele Muccino. Il progetto, organizzato dalla Unione Italiana Casting, mira a offrire visibilità a giovani attori selezionati fra quelli che potrebbero costituire il domani del nostro cinema e risulta al contempo un interessante spaccato sul differente approccio alla materia tra otto importanti personalità registiche italiane.

Infine la sezione retrospettiva (Altri) maestri è focalizzata su Mario Bava, di cui ricorrono quest'anno i 25 anni dalla scomparsa. Un regista assolutamente unico nel panorama italiano di ieri e di oggi, un innovatore dal versante formale e sostanziale, capace di esprimere uno sguardo acuto su una realtà indagata con piglio ironico, ma anche caustico e disilluso. Un inventore di generi (il gotico e il giallo all'italiana, rispettivamente con il suo primo lavoro La maschera del Demonio e con il thriller pre-argentiano Sei donne per l'assassino), artefice di un cinema colto, ma non saccente. Un cinema che, primo fra tanti, aveva avuto il (de)merito di fornire prospettive davvero "alternative" rispetto all'Italia poi confluita nella recente sudditanza alle forme della televisione. Un autore, dunque, tutt'altro che sorpassato, ma anzi attualissimo e salutare, per troppo tempo (e non casualmente) condannato all'invisibilità. L'omaggio comprende alcuni contributi volti a far scoprire l'attitudine del regista per il genere come elemento scardinante la tradizionale sintassi del linguaggio delle immagini. Un'occasione interessante per riscoprire una personalità apprezzata soprattutto all'estero e colpevolmente ancora ignorata in patria o confinata in ambiti di culto certamente limitativi.


 


Le proiezioni si terranno nella Sala Chaplin, sita nel capoluogo jonico in via Plateja 142, con ingresso libero. Le proiezioni si succederanno dalle 16.30 a notte fonda.

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