Ambulance, di Michael Bay

Non siamo dalle parti dello strepitoso 13 hours, ma anche qui tutto parla la lingua della guerra, dalle tattiche militari nel traffico, al protagonista ex-marine. Ma è Bay il vero veterano in azione

--------------------------------------------------------------
CORSO COMUNICAZIONE DIGITALE PER IL CINEMA DALL'11 APRILE

--------------------------------------------------------------

Il nuovo film di Michael Bay ha la sfortuna di arrivare in sala in un periodo in cui un’ambulanza che si fa strada sotto il tiro incrociato di armi da fuoco e veicoli che si ribaltano non è probabilmente il tipo di catarsi a cui gli spettatori possono ambire per rifugiarsi dalle news quotidiane. E dire che Ambulance è invece proprio quel tipo di film-rifugio: è potentemente emblematico notare come il Bay “da sala” sia questo, compatto e dritto in-your-face, mentre l’avanguardistico sperpero di coordinate ad espansione progressiva di 6 Underground sia stato pensato per i monitor di una piattaforma. Qui il regista ricorda apertamente i suoi giorni sotto Jerry Bruckheimer, e fa citare ai suoi personaggi sia Bad Boys che addirittura The Rock (1996, ma il protagonista crede che il collega stia facendo riferimento a Dwayne Johnson…).
Il die hard ad Alcatraz con Nick Cage e Sean Connery è stato il primo film di Bay che io abbia mai visto al cinema, all’Ariston di Lecce che oggi è un Bingo (Ambulance parla forse anche di questo?), ci portai i miei amichetti del paese, e uno di loro poi a settembre nell’ora di arte riportò sul foglio proprio un istante dell’inseguimento iniziale di quel film per svolgere la consegna “disegna il momento preferito della tua estate”. Ecco, Ambulance in teoria è il remake di un film danese del 2005 ma in realtà sembra pensato e realizzato proprio per vedere se può piacere ancora oggi al mio amico di allora Salvatore, che poi nelle scuderie automobilistiche c’è finito a lavorare per davvero (e che ora che ci penso somiglia anche un po’ a Jake Gyllenhaal, ma Gyllenhaal somiglia sempre ai nostri amici e cugini-grandi d’infanzia, no?).
In quegli stessi anni GTA 2 (quello con la prospettiva dall’alto che Bay sembra omaggiare più volte nelle sequenze di raccordo su Los Angeles) ti permetteva già di provare più o meno gli stessi trucchi del film, tipo rubare un’ambulanza e farsi inseguire da tutta la polizia di pattuglia in città, o far riverniciare la vettura rubata per disperdere le tracce: scommetto che tanti oggi nelle loro recensioni parleranno di film strutturato “come un videogioco”, ma chissà quanti c’hanno mai giocato per davvero.

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

Comunque: Ambulance inizia in verità più come uno di quei serial ipercinetici sulle giornate-tipo di paramedici e poliziotti di turno, ma poi più che inseguire Michael Mann come potrebbe sembrare dalla sequenza della rapina o da certi riflessi sui grattacieli (Bay ha anche recitato in un episodio di Miami Vice nell’86), si assesta sulla linea del tardo Tony Scott, Pelham 1-2-3 o Unstoppable, ma con una resa addirittura meno evanescente di quella scottiana.
Nella corsa disperata di questa ambulanza (che riecheggia quella di The Shift, il bell’esordio italo-belga di Alessandro Tonda) Bay rispolvera l’intero armamentario personale nel genere, che negli anni dei Transformers aveva dovuto un po’ riformulare a dimensione Autobot: ralenti, bullet time, lens flare e circumnavigazioni dei fratelli protagonisti che scaricano caricatori tutto intorno a loro, schiena contro schiena – anche se non siamo dalle parti dello strepitoso, ineguagliato 13 hours, anche qui ogni cosa parla la lingua della guerra, dalle tattiche militari messe in campo nella fuga dal protagonista, al suo passato da veterano a Kabul, alle immancabili bandiere a stelle e strisce che sventolano al cielo. E allora lo vedi che anche quando gioca in difesa questo cinema è in grado di dirti puntualmente qualcosa anche al di fuori dello schermo, accogliente e familiare, dietro cui si è trincerato?

Titolo originale: id.
Regia: Michael Bay
Interpreti: Jake Gyllenhaal, Yahya Abdul-Mateen II, Eiza González, Garret Dillahunt, Adolfo Martinez, Keir O’Donnell, Moses Ingram, Jose Pablo Cantillo, Colin Woodell, Jesse Garcia, Victor Gojcaj, Jackson White, Brendan Miller, Jamie McBride
Distribuzione: Universal
Durata: 136′
Origine: USA, 2022

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.5
Sending
Il voto dei lettori
2.25 (8 voti)
--------------------------------------------------------------
CORSO COLOR CORRECTION con DA VINCI, DAL 5 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative