"Amici miei. Come tutto ebbe inizio", di Neri Parenti

amici miei come tutto ebbe inizio
Pesa eccessivamente il paragone con la celebre trilogia che ha chiesto a questo film più di quanto fosse stato lecito attendersi. Non si condivide l'atteggiamento di migliaia di utenti su facebook che hanno deciso di boicottarlo. Malgrado tutto questo prequel, pienamente in linea con la factory Filmauro, è indifendibile, e dà l'impressione non solo di incepparsi continuamente ma proprio di non riuscire a partire

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amici miei come tutto ebbe inizioPremessa. Non si condivide l'atteggiamento di migliaia di utenti su facebook che hanno deciso di boicottare Amici miei. Come tutto ebbe inizio. Del resto, della famosa trilogia, quello che resta memorabile è soprattutto il primo anello, quello del 1975 di Germi-Monicelli, mentre il secondo del 1982 ha invece un'amarezza di fondo funerea; infine quello diretto da Loy nel 1985 appare ormai uno stanco sequel. Inoltre questo atteggiamento non si è visto quando è uscito La mandrakata. Eppure anche lì si è toccato un cult della commedia italiana anni '70 come Febbre da cavallo. E a ben guardare, questa versione firmata Neri Parenti è sì un prequel ma appare più un incrocio tra 'cinepanettone', 'commedia toscana' e Non ci resta che piangere – è ambientato infatti alla fine nel 1487 – che utilizza quella saga certamente come spunto essenziale e sottolinea come è nata la supercazzola ma poi non c'è molto di più.
Malgrado tutto, Amici miei. Come tutto ebbe inizio è un film indifendibile. E non lo è perché per alcuni ha oltraggiato un mito del passato (ciò non è assolutamente vero ed è polemica sterile) ma proprio perché è un tentativo di commedia-kolossal in costume che si regge certamente sulla struttura e sull'esaurimento delle singole gag come nei 'Natali in' di Neri Parenti ma che dà l'impressione non solo di incepparsi ma proprio di non riuscire a partire. I cinque amici stavolta sono Duccio (Michele Placido), Cecco (Giorgio Panariello), Jacopo (Paolo Hendel), Manfredo (Massimo Ghini) e Filippo (Christian De Sica) che cercano di fuggire dalle responsabilità della vita adulta e continuano a fare scherzi anche se a Firenze imperversa la peste. Forse più una specie di 'vitelloni' ma con episodi troppo chiusi e circoscritti, tranne forse quello con Ceccherini a cui fanno credere di essere un altro, che può risultare anche divertente all'inizio ma poi la beffa è troppo tirata.
I protagonisti saltellano come grilli parlanti, l'immagine di Tessa interpretata da Chiara Francini sembra uscita quasi dalla commedia erotica degli anni '70 mentre De Sica zompa nel suo ritorno al futuro come nei due A spasso nel tempo, ma con meno convinzione rispetto al cinema dei Vanzina. Il film si allinea perfettamente alla factory Filmauro ma la volgarità e la scorrettezza non sono trascinanti come in altre occasioni bensì annebbiati (forse qualche brandello è nello scherzo del nano con le suore), mentre altre volte si vorrebbero vedere di più gli effetti della truffa, come nel caso dello scherzo dello scantinato in cui Manfredo vive con la sua famiglia. Si fa quindi fatica a riportare scene o battute indimenticabili nella memoria di questo film magari tra 20 anni. Forse però la colpa è proprio della saga di Amici miei che ha portato a pretendere da questo film più di quanto fosse stato lecito attendersi.

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Regia: Neri Parenti
Interpreti: Michele Placido, Giorgio Panariello, Christan De Sica, Massimo Ghini, Paolo Hendel, Alessandro Benvenuti, Barbara Enrichi, Chiara Francini, Pamela Villoresi, Alessandra Acciai
Distribuzione: Filmauro
Durata: 108'
Origine: Italia, 2011

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    2 commenti

    • invece e' un bel film a me e' piaciuto molto, molto belle le scenografie e i costumi e si ride dall'inizio alla fine

    • non si fa altro che fare battute volgari e a doppio senso…..non fa ridere è squallido non andate a vederlo…