Amulet, di Romola Garai

Alla terza edizione totalmente online del Monsters di Taranto arriva il film horror d’esordio della protagonista di Miss Marx, Romola Garai. Un racconto intimo e cinico sulla persecuzione femminile

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È alle porte la terza edizione di Monsters Taranto Horror Film Festival. Questa volta in una versione integralmente online che si svolgerà sul sito monsterstarantohorror.com in forma del tutto gratuita dal 19 al 21 marzo. Tra i tanti film in concorso sarà possibile vedere anche l’opera prima della protagonista di Miss Marx Romola Garai che, dopo un cortometraggio drammatico, vira sul genere influenzata da Jennifer Kent e Babak Anvari. Il suo è un horror che parla di sofferenza e dolore repressi, che cerca di far fuoriuscire dalla narrazione un racconto più ampio, intimo e cinico, sulla persecuzione femminile. Sembra un film marchiato a ferro e fuoco dal movimento Me Too dove l’uomo viene, in un loop infinito, perseguitato e punito dalla donna per tutto il male fatto in vita o, nel caso del protagonista, fatto in un’altra vita che forse non ricorda più.

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La storia di Amulet parla di Tomaz, che si divide tra passato e presente. Un uomo continuamente mangiato dai ricordi che ogni notte, prima di andare a letto, si lega caviglie e polsi per non smarrire la via e perdersi nell’incubo. Legge Hannah Arendt ed è abitante di una distopia infernale, lasciata sempre fuori campo, che rende gli uomini delle bestie prive di pensiero, pronte a far male per sopravvivere. Avrà bisogno dell’incontro con Magda (interpretata da Carla Juri) per riscoprire i propri demoni.

Amulet è un horror che parla della banalità del male e per farlo si concede di andare spesso sopra le righe. Un film febbricitante che spazia tra i piani temporali e che mischia le carte al montaggio costringendo lo spettatore ad un percorso arzigogolato confuso, ma nonostante tutto affascinante, per tutta la prima parte prima dell’esplosione finale. Si apre su più piani, nonostante alcuni dialoghi parlino troppo allo spettatore e gli slow motion insistititi sui momenti da jumpscare.

Quella di Romola Garai è una storia alla Jane Eyre, dove al protagonista non viene proibito di salire in soffitta. Tomaz viene proprio accompagnato sull’uscio della porta. Il tutto non viene veicolato dalla caratterizzazione dei personaggi, compito che viene invece demandato ai vari snodi narrativi sul finale della storia, tanto che Amulet sembra quasi totalmente costruito in funzione di quei turning point.
L’esordio della protagonista di Miss Marx, nonostante i problemi in costruzione comunque rimane un film godibile e coraggioso che subito decide di uscire dai canoni degli horror classici per aprirsi, anche politicamente, alla contemporaneità. Quello di Romola Garai potrebbe legarsi al nuovo movimento femminile cinematografico che da un paio di anni a questa parte sta entrando in pianta stabile nelle programmazioni festivaliere. Uno di quei nomi che, con un totale controcampo sulla parabola di svecchiamento attuale dell’horror, può agire sul genere per parlare dei mali più intimi dell’oggi.

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.6

Il voto al film è a cura di Simone Emiliani

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Il voto dei lettori
5 (1 voto)
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