Il compositore, celebre per il longevo sodalizio con David Lynch, è scomparso ieri 11 dicembre all’età di 85 anni. Un artista poliedrico capace di trascendere la parola
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Compositore, produttore discografico, arrangiatore, pianista; Angelo Badalamenti, venuto a mancare nella giornata di ieri all’età di 85 anni, reca con sé la consueta sequela di aggettivi qualificanti. Tentativo maldestro, benché funzionale, di restituire quantomeno la sagoma della parabola esistenziale di un artista che, nel corso della sua vita, ha saputo trascendere le parole.
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Da 24 ore circa il nome dell’autore ha riempito spazi televisivi d’informazione, titoli e articoli di giornale, il più delle volte accompagnato da quello di David Lynch e Twin Peaks – forse la sua più celebre collaborazione. Ma la storia di Badalamenti, per quanto legata a doppio nodo alla carriera del visionario regista statunitense, non si esaurisce certo nelle note che per anni hanno scandito il mistero dell’omicidio di Laura Palmer.
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Di origini italiane – il padre siciliano di Cinisi – ma nato a New York nel marzo del 1937, Angelo si forma alla Manhattan School of Music, dove getta i primi semi di un talento che, al tramonto degli Eighties, lo conduce su rinomati palcoscenici hollywoodiani. Il suo esordio cinematografico, datato 1986, avvia il sodalizio con Lynch in Velluto Blu; una partnership destinata ad arricchirsi nel corso dei successivi tre lustri con Cuore Selvaggio, Fuoco cammina con me, Strade Perdute, Una storia vera e Mulholland Drive. Oltre alla già citata “convivenza” seriale targataI segreti di Twin Peaks (1990-1991 e 2017).
Una fraternità audio-visiva intervallata da ulteriori prestigiose esperienze. Dagli accompagnamenti musicali firmati per Nightmare 3 (Chuck Russell, 1987), Cortesie per gli ospiti (Paul Schrader, 1990) e Holy Smoke (Jane Campion 1999), alle collaborazioni con Paul McCartney, David Bowie, Nina Simone e Isabella Rossellini. All’interno di un percorso marchiato a fuoco da candidature plurime, dagli Emmy Awards dei primi anni ’90 ai Golden Globe di inizio terzo millennio, e coronato dalla citazione letteraria di Wulf Dorn ne La psichiatra, la cui protagonista Ellen Roth si addormenta sulle dolci note del compositore.
Artista eclettico, poliedrico e stimato, Angelo Badalamenti ha contribuito a scrivere pagine indimenticabili del mondo televisivo e cinematografico moderno; e continuerà a recare con sé lunghe liste di aggettivi, epiteti e titoli di giornale.
Parole e parole incapaci di raccontare l’essenza della sua musica e magia; di quel genio creativo che, oggi più che mai, solo il silenzio può forse permettersi di celebrare.
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