"Anime veloci", di Pasquale Marrazzo

Ogni scoperta un colpo che mina la propria identità, come un sasso che, lanciato contro lo specchio, lo frantumi in mille pezzi, moltiplicando infinitamente l'immagine in esso riflessa, rubandole la chiarezza dell'unicità. Il cerchio si allarga e non lascia fuori nessuno, padre, madre, sorelle.

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Occhi che scrutano, occhi che indagano, che cercano. Sono gli occhi di Giada e Francesca, aperti-spalancati su un mondo che attraversano, senza mai sentirlo proprio. Le strade di Berlino, con i loro rumori, sembrano attendere ogni giorno i passi di queste due anime in lotta con la vita. Ma è una lotta pacifica, quasi rassegnata. Lenta come lo scorrere anonimo di una scala mobile, sfacciata come la sessualità di cui fanno merce di scambio, necessaria come il gesto femminile che distribuisce il rossetto sulle labbra.

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Sono gli occhi di Susanne, che sospettosamente rincorrono un passato che non può più essere ricordato, perché cambiato, dopo la dolorosa scoperta di un tradimento. Suo marito è stato la causa dell'arresto. Aveva un'altra identità, nomi in codice, numeri di riferimento. Ed ora è tutto lì, in quelle carte della Stasi, nero su bianco, incancellabile testimonianza di una vita vissuta nella menzogna, che ora riaffiora senza filtri. Ogni scoperta un colpo che mina la propria identità, come un sasso che, lanciato contro lo specchio, lo frantumi in mille pezzi, moltiplicando infinitamente l'immagine in esso riflessa, rubandole la chiarezza dell'unicità. Il cerchio si allarga e non lascia fuori nessuno, padre, madre, sorelle. Lo sguardo si fa severo e malinconico, l'aria si appesantisce, gli spazi si riducono.


Sono gli occhi di Andreas, che si posano con leggerezza sulle forme ambigue di Francesca, che scoprono una mai affiorata passione, che chiedono amore. O forse lo pretendono, tanto da negarlo, da ucciderlo con la violenza dei propri desideri.


Sono gli occhi di Pasquale Marrazzo, regista ormai alla sua terza esperienza con il mezzo cinematografico. Sono le storie a interessarlo, quelle che ogni essere umano si porta dentro, con tutta la loro complessità, la loro capacità di sconvolgere, di sorprendere. La macchina da presa riflette sullo schermo l'intento osservatore del regista, che lascia i personaggi liberi di muoversi, di esprimersi. È la personalità di ognuno di loro a determinare il restringersi di un'inquadratura o l'assenza di luce in una stanza. Primissimi asfissianti piani per i ripetuti confronti tra Susanne e il padre, interpretato da Arnoldo Foà. Spazi più ampi e luminosi per le passeggiate di Giada e Francesca. Su tutto prevale un'ossessionante e continuo mutamento dei punti di vista, che fa dei personaggi oggetti da spiare, da sezionare, nel tentativo di isolare la verità che si nasconde dietro la carezza rassicurante di un padre o le dolci parole di un amante.


 


Regia: Pasquale Marrazzo


Interpreti: Giovanni Brignola, Elisabetta D'Arco, Gabrielle Scharnitzky, Arnoldo Foà


Distribuzione: Pink Movie – a Different Movie Distribution


Durata: 94'


Origine: Italia, 2006

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