ANNA MAGNANI, IL RICORDO DELLA CINETECA DI BOLOGNA

Da lunedì 10 marzo, la Cineteca dedica un lungo omaggio alla grande attrice nel centenario della nascita

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ANNA MAGNANI, IL RICORDO DELLA CINETECA DI BOLOGNA
 
Da lunedì 10 marzo, la Cineteca dedica un lungo omaggio alla grande attrice nel centenario della nascita
 
Apre Mamma Roma di Pier Paolo Pasolini, presentato da Carlo Di Carlo
 
 
 
7 marzo 1908: nasce Anna Magnani. Dopo cento anni, il suo volto identifica ancora il cinema italiano nel mondo. La Cineteca di Bologna si unisce al ricordo della grande attrice e le dedica una retrospettiva che attraverserà tutto il mese di marzo.
Ad aprire, lunedì 10 marzo, ore 20, una serata speciale al Cinema Lumière (via Azzo Gardino, 65) con una testimonianza di chi l’ha conosciuta bene, Carlo Di Carlo, che nel 1962 lavorava al fianco di Pasolini per Mamma Roma. Di Carlo presenterà proprio la pellicola pasoliniana, nella versione restaurata da Mediaset – Cinema Forever, preceduta da un prezioso documento audio, raccolto sul set di Mamma Roma, che riporta alcuni dialoghi tra Pasolini e la Magnani (cfr. allegato Diario al registratore).
La retrospettiva Buon compleanno Anna! proseguirà poi con Risate di gioia(sabato 15 marzo, ore 17.30), in cui l’attrice è assieme a Totò diretta da Mario Monicelli; Bellissima di Luchino Visconti (domenica 16 marzo, ore 17.45); Vulcano (mercoledì 19 marzo, ore 18), nato sembra sulla scia della gelosia per Rossellini che nella vicina Stromboli stava girando con Ingrid Bergman; Abbasso la miseria (venerdì 28 marzo, ore 17.45); Il bandito (domenica 30 marzo, ore 18); Molti sogni per le strade (lunedì 31 marzo, ore 18). A questi titoli si aggiunge Io sono la Magnani (sabato 29 marzo, ore 18), documentario che le ha dedicato Chris Vermorcken nel 1979.
 
 
 
 
Da “Cineteca” di febbraio:
Anna Magnani nasceva cento anni fa. In molti l’hanno considerata inarrivabile e irripetibile. Tra questi, ecco Carlo Ludovico Bragaglia: “La più grande fu senza dubbio Anna Magnani. E non ditemi che non era in grado di fare la Regina Cristina. Anche Greta Garbo non era in grado di fare la popolana di Campo de’ Fiori”. L’anno di Campo de’ Fiori è il 1943: con questo film, e con il coevo L’Ultima carrozzella, la Magnani conquista definitivamente il favore del pubblico. Sono commedie solari e pacate, confezionate in buona parte sulla burbera bonomia di Aldo Fabrizi, lontane dagli strazi dalla guerra. Eppure: “I mercati, le piazze, i vicoli, sono condomini all’aperto, spazi comuni dove trionfa sui piccoli individualismi il senso di partecipazione e solidarietà collettiva. Roma è finalmente città di tutti” (Brunetta). La Magnani, di questa Roma, è già simbolo, corpo, occhi (anzi, occhiaie: nelle sue “occhiaie vive e mute / si addensa il senso della tragedia”, scriveva Pasolini). Lei sarà, quasi per forza di predestinazione, la sola Mamma Roma pasoliniana possibile; e l’unica a possedere il segreto della città, cercato confusamente da Fellini (Roma di Fellini è l’ultima apparizione su grande schermo della Magnani, pochi secondi preziosi: il regista le chiede di rispondere solo a una domanda, lei taglia corto e svicola, perché lei stessa è la risposta). 
Prima ancora dell’incontro con Rossellini per uno di quei pochi film che hanno rivoltato la storia del cinema, la potenza schiacciante dell’attrice pare già evidente. Michelangelo Antonioni, giovane penna critica della rivista Film d’oggi, aveva in mente soprattutto la Magnani che calcava i palcoscenici dell’avanspettacolo e della rivista peninsulari. Ma intuiva con chiarezza che il meglio doveva ancora venire: “E’ un bell’animale Anna Magnani, un animale stupendo, pantera o cavallo in libertà. Caracolla attraverso gli aridi copioni col sesso in faccia, poi si scatena, poi alza le gambe anteriori e si scopre per il gusto di scoprirsi… Chiedete ad Anna perché lo fa. Non saprà rispondere. Perché è pantera o cavalla senza briglie. A lei certo è sufficiente… ma noi vorremmo che il suo formidabile istinto assimilasse aspirazioni più alte, vorremmo che uscisse dal comodo provincialismo… per entrare in un ordine in cui la satira diventasse, in lei così prepotentemente popolana, genuina leggenda popolaresca”. L’articolo esce il 9 giugno del ’45, Roma città aperta sarà proiettato per la prima volta tre mesi e mezzo dopo (il 24 settembre), è già in lavorazione da gennaio, ma con ogni evidenza il pur bravo recensore non ne è al corrente.
Le parole di Antonioni sembrano profetizzare non tanto il neorealismo rosselliniano, quanto quello assai più “spurio” e buontempone di Gennaro Righelli (Abbasso la miseria) o di Luigi Zampa, che la dirige in L’onorevole Angelina. Qui la fame è atavica, ma non impedisce lo sberleffo franco (“I fiji so’ pieni de croste e de pidocchi, so’ sette in una stanza e, a merenda, se magneno le unghie dei piedi”). O, altrove, il sogno fallimentare di un roseo futuro e di facili guadagni (Bellissima, peraltro una pietra tombale sul neorealismo). L’attrice, a questo punto, è già per tutti “la Magnani”. Dove le virgolette rimandano non tanto a una grande attrice, ma a una metafora del nostro Paese, reale e immaginario”.
 
 
 
 
 
Lunedì 10 marzo, ore 20, Cinema Lumière
DIARIO AL REGISTRATORE, dialogo fra Pier Paolo Pasolini e Anna Magnani sul set di Mamma Roma
MAMMA ROMA (Italia/1962) di Pier Paolo Pasolini
Copia restaurata da Mediaset – Cinema Forever
Al termine, incontro con Carlo Di Carlo
 
 
Sabato 15 marzo, ore 17.30, Cinema Lumière
RISATE DI GIOIA (Italia/1960) di Mario Monicelli
 
 
Domenica 16 marzo, ore 17.45, Cinema Lumière
BELLISSIMA (Italia/1951) di Luchino Visconti
Copia proveniente da CSC – Cineteca Nazionale
 
 
Mercoledì 19 marzo, ore 18, Cinema Lumière
VULCANO (Italia/1950) di William Dieterle
 
 
Venerdì 28 marzo, ore 17.45, Cinema Lumière
ABBASSO LA MISERIA (Italia/1945) di Gennaro Righelli
 
 
Sabato 29 marzo, ore 18, Cinema Lumière
IO SONO ANNA MAGNANI (Belgio/1979) di Chris Vermorcken
 
 
Domenica 30 marzo, ore 18, Cinema Lumière
IL BANDITO (Italia/1946) di Alberto Lattuada
 
 
Lunedì 31 marzo, ore 18, Cinema Lumière
MOLTI SOGNI PER LE STRADE (Italia/1948) di Mario Camerini
 
 
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