ANTEPRIMA FESTIVAL DI ROMA 2010 – "Crime D'Amour", il canto del cigno del grande Alain Corneau
Sarà presentato in selezione ufficiale Fuori Concorso all'imminente Festival del Cinema di Roma l'ultimo film di Alain Corneau, portato a termine poco prima della sua morte avvenuta lo scorso 30 agosto. Il grande cineasta francese torna ai primordi della sua carriera firmando un noir dalle torbide atmosfere, ma questa volta declinato tutto al femminile. Con le due protagoniste assolute Ludivine Sagnier e Kristin Scott Thomas.
Poco più di un mese fa, esattamente il 30 agosto, moriva uno dei più importanti registi francesi degli ultimi trent’anni: Alain Corneau. Grande esponente ed erede ideale di quella straordinaria leva di autori francesi (inaugurata dagli immensi Jaques Becker e Jean Pierre Melville) che “inventarono” un vero e proprio genere – il polar – Corneau raggiunge l’apice della sua carriera con secchissimi film di genere come Il Fascino del delitto o Codice D’Onore . Negli anni ’80 il suo cinema muta e si fa più contemplativo, spaziando anche in mondi cinematografici differenti (l’India di Notturno Indiano o il Giappone di Stupore e Tremiti) per poi tornare ad atmosfere più familiari con il bellissimo Le Deuxiuème Souffle – tratto dall’omonimo romanzo di Josè Giovanni – che aveva aperto la terza edizione del Roma Film Festival appena 2 anni fa. Ecco perché è particolarmente significativo che la sua ultima fatica, Crime D’Amour, uscito nelle sale francesi pochi giorni prima della sua morte, venga presentato in fuori concorso proprio in quest’ultima edizione del festival capitolino in partenza il prossimo 28 ottobre.
Nelle interviste che hanno preceduto l’uscita del suo film in Francia il regista traccia la genesi di questo progetto che riunisce tanti percorsi della sua lunga carriera: «L’idea del film era nella mia testa da moltissimo tempo. Fa parte di quelle idee che io chiamo “divertimento”, il mio piccolo labirinto, e in fondo può essere riassunta in poche parole: come, dopo aver commesso un delitto che si voleva perfetto, e per il quale si sarà inevitabilmente sospettati, ci si può scagionare…ma facendosi passare per colpevole? È un’idea un po’ folle, sulla quale ho riflettuto parecchio tempo prima di svilupparla, ma ha preso vita solo quando ho pensato che il movente di tutti questi comportamenti potesse essere l’umiliazione. L’umiliazione è un sentimento che può portare le persone ai comportamenti più irrazionali».
Le atmosfere di Crime D’Amour sono evidentemente quelle dei torbidi noir metropolitani, ma questa volta la declinazione è tutta al femminile. Al centro dell’intrigo ci sono appunto due donne, Isabelle (Ludivine Sagnier) e Christine (Kristin Scott Thomas), che lavorano entrambe in una grande multinazionale. Archetipi classici pertanto: la prima è la giovane promettente che vuole far carriera, la seconda la manager di lunga data fascinosa e spietata. Il rapporto morboso che si instaurerà tra le due avrà risvolti sempre più cupi, Christine è consapevole di avere un fortissimo ascendente su Isabelle e userà fino alle estreme conseguenze questo potere, in un gioco di seduzione che si trasformerà presto in omicidio e vendetta. Nel suo ultimo film, quindi, Corneau ritorna prepotentemente a tutti i temi ricorrenti che avevano costellato l’inizio della sua carriera: l’esplorazione del concetto di colpa, la manipolazione dell’individuo, i rapporti malati che sfociano in crimini.
Ludivine Sagnier è ormai una delle più importanti attrici europee: una delle muse del giovane cinema francese in generale e di François Ozon in particolare, per il quale ha interpretato ben tre film (Gocce d’acqua su pietre roventi, 8 donne e un mistero, Swimming pool) , ma capace anche di lavorare con due grandissimi “vecchi” della Nouvelle Vogue come Alain Resnais e Claude Chabrol.
Kristin Scott Thomas è ormai da vent’anni una delle più sofisticate attrici britanniche, ricercatissima sia dal cinema hollywoodiano che da quello più indipendente, per la sua capacità di dare spessore anche a piccoli ruoli sfruttando la sua notevolissima presenza scenica. Impossibile dimenticarla in film come Luna di Fiele di Polanski, Gosford Park di Altman o Mission:Impossible di De Palma, anche se il personaggio che le ha dato la maggiore notorietà a livello mondiale rimane la Katharine Clifton de Il Paziente Inglese.
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