Continua con Hulk la serie di trasposizioni di personaggi dei fumetti Marvel nel mondo dei 35mm. Già uscito nella sale americane, il film sul mostro verde arriverà in Europa (e in Italia) alla fine di agosto. Film che, a giudizio di coloro che lo hanno già visto, possiede uno spessore e una qualità artistica probabilmente superiori ai film superoistici che lo hanno preceduto. Non si tratta infatti solo di un tripudio di effetti speciali (il film è realizzato in CGI) utilizzati a partire dalla stessa rappresentazione digitale di Hulk, ma anche e soprattutto di un'indagine approfondita della psiche e dell'interiorità del personaggio principale e sui suoi "giganteschi" problemi. E per un film di questo tipo, un regista come Ang Lee sembra perfetto: già nel suo ultimo lungometraggio, La tigre e il Dragone, Lee aveva unito in un ottimo mix effetti speciali digitali e introspezione psicologica.

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E' lo stesso personaggio di Hulk ad essere uno spunto fecondo per un film complesso e di qualità. Nasce nel 1962 per opera del genio e dell'inventiva dell'"Omero americano", Stan Lee, e della straordinaria capacità rappresentativa di Jack Kirby – coppia che aveva già dato origine alla serie dei Fantastic Four, e, nel caso di Stan Lee, a Spiderman, DareDevil, X-Men ecc..

Lo scienziato Bruce Banner, durante un esperimento scientifico, per salvare un ragazzo che intromettendosi involontariamente nell'esperimento sta andando incontro a morte sicura, rimane colpito da una scarica radioattiva potentissima, tramutandosi così nell'incredibile Hulk, gigante verde dalla forza devastante. Da ora in poi quello di Banner sarà un destino errante. Sarà costretto  a vagare per il mondo nascondendo a tutti il terribile segreto della sua seconda identità, come un Ulisse alla ricerca di un'irrecuperabile piena umanità.

Come negli altri fumetti citati, gli spunti letterari che Stan Lee immette nella serie del mostro verde non si contano. Per citare quello più evidente, senza dubbio Hulk è la versione fantastica e fumettistica del romanzo di Stevenson, Dr Jekyll e Mr Hyde. Molti sono infatti i tratti in comune delle due storie: Bruce Banner, come il Dr Jekyll, è uno scienziato che a causa della perdita del controllo sui suoi esperimenti diventa un mostro in qualche misura analogo a Mister Hyde. Questo mostro rappresenta l'incapacità di controllare la componente aggressiva dell'animo da parte di Banner, che si sprigiona in tutta la sua forza devastante. Anche se originariamente Banner si trasformava in Hulk sul far del tramonto, anche qui riecheggiando un topos tipico della letteratura fantastica, è certamente nell'idea di un'incontrollabilità e incontenibilità della componente aggressiva che trae uno dei suoi punti di forza, è proprio il caso di dirlo, la serie a fumetti.

Se è vero che molti eroi Marvel sono spesso emarginati e avversati dalla comunità umana, Hulk probabilmente rappresenta in tutto e per tutto l'estremizzazione di questo elemento. Egli tende ad essere un "reietto" all'interno dello stesso universo Marvel, poco amato anche dagli altri supereroi per il suo carattere instabile, inaffidabile e ingestibile. Hulk rappresenta perciò, all'interno dello stesso universo Marvel, una sorta di mosca bianca, un'eccezionalità.

Oltre ad essere un'estremizzazione tragica di alcuni "difetti" del supereroe tipo, Hulk per certi aspetti è davvero diverso. Se gli altri eroi, faticando a mantenere una doppia identità, sono spesso costretti a fabbricarsi costumi carnevaleschi, Banner/Hulk deve invece "gestire" una doppia personalità. Banner non tanto si veste e si traveste, ma distrugge, nell'atto di trasformazione, i propri indumenti e, appunto, si trasforma. Se "la Cosa" dei Fantastici Quattro è simile a lui per essere costretto in un corpo di pietra che gli conferisce una forza enorme, Hulk è ancora più sfortunato: è come un isotopo radioattivo, un atomo instabile che si trasforma di continuo in una delle due polarità, negativa e positiva, ed è condannato a non avere nemmeno un corpo stabile, ma ad averne addirittura due.

Hulk è tragicamente lacerato tra due opposti non più ricomponibili, costretto, come il nevrotico ansioso, a controllare le proprie pulsioni per evitare di cadere nel baratro di una sorta di psicosi corporea, già sapendo di non poter dominare l'incontrollabile (l'inconscio?).

Il corpo di Hulk, in questo senso, è l'incarnazione letterale dell'impossibilità umana e scientifica di dominare completamente la natura, che si dimostra pericolosa e indomabile. Ma, guardando a Hulk, è forse la stessa natura umana ad essere l'elemento incontrollabile della natura tutta.

Cosa resta dunque di umano in Hulk? È più un mostro alla Frankenstein o una bestia (stile la Bella e la Bestia, altro elemento da cui il film trae spunto) che un uomo. Dell'uomo non conserva nemmeno le sembianze: verde come un essere di un altro pianeta, gigantesco come nessun animale umano, e del tutto irragionevole. Tuttavia, nel suo essere una esagerazione di una sola delle componenti dell'animo umano, Hulk ci attrae ed interessa, perché ci ricorda come questo nostro aspetto mostruoso, in ultima analisi, non conosca né maschere, né travestimenti. Il nuovo film su Hulk, un film diverso in tutti i sensi, merita di essere visto e gustato proprio per questo.

Links:

Sito ufficiale del film

http://www.thehulk.com/index_flash.html

miglior sito italiano

http://www.incredibilehulk.com/home.htm

ricco sito americano

http://www.incrediblehulk.com/index.html

il sito della serie televisiva

http://www.xpress.se/%7Emasv0206/hulk.html

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