Apichatpong, debutto in USA come videoartista
Dopo la collaborazione con Tilda Swinton per Mekong Hotel (sarà un corto a basso costo di 17 minuti, un progetto propedeutico a un vero e proprio film, inizio riprese a ottobre) il regista thailandese Apichatpong Weerasethakul ha dichiarato che vorrebbe lavorare con Chiara Mastroianni (ospite a Cannes 64 con il film di chiusura Les Bien-Aimés)
Dopo la collaborazione con Tilda Swinton per Mekong Hotel (sarà un corto a basso costo di 17 minuti, un progetto propedeutico a un vero e proprio film, inizio riprese a ottobre) il regista thailandese Apichatpong Weerasethakul ha dichiarato che vorrebbe lavorare con Chiara Mastroianni (ospite a Cannes 64 con il film di chiusura Les Bien-Aimés).
Lo ha dichiarato in una lunga e interessante intervista rilasciata a ThePlaylist Weerasethakul, che sarà ospite per tutto il
Apichatpong Weerasethakul, vincitore della Palma d'Oro lo scorso anno con Uncle Boonmee Who Can Recall His Past Lives, ha parlato degli attori che gli piacerebbe dirigere, dei suoi imprevedibili progetti extracinematografici, come i corti commissionatigli da Louis Vuitton e Dior ("è divertente, mi lasciano lavorare nella massima libertà creativa" del suo rapporto con il sound design, della sua percezione di Hollywood… e di David Fincher.
Sul suono:
Solitamente non amo la musica. Preferisco incorporare nei miei film il ritmo della vita, la pioggia, i suoni della natura. Capita, come in Blissfully Yours, che qualcuno stia suonando sul set ed entra a far parte dell'esperienza del film. Per Tropical Malady [nel 2010 omaggiato dall'album-reinterpretazione di Je suis le petit chevalier, ndr] e Syndromes and a Century ho usato questa danza araba che le persone comuni in Thailandia fanno ovunque, come esercizio, al parco o in garage. Anche in quel caso però ero più affascinato dai movimenti del corpo che dalla musica.
Sul senso politico del suo cinema:
La mia sfida è che ho tanto da dire politicamente, ma è un tema difficile da filmare. È più facile scrivere o parlare di questi argomenti, in modo più chiaro e preciso, che rappresentarli sullo schermo. Quasi sempre quindi l'aspetto politico entra nel film indirettamente. Anche per Mekong Hotel, entrerà comunque inconsciamente nel film alla fine della lavorazione, anche se dopo averne a lungo parlato con gli attori e la crew non abbiamo volontariamente deciso di soffermarci oltre sull'aspetto politico.
Sul suo rapporto con Hollywood:
Dopo la vittoria a Cannes ho avuto alcune offerte per girare un film sulla boxe thailandese. Credevo potesse essere interessante, ma con me ci si comportava così: "Okay, hai la massima libertà, però nel tuo film devi mettere questo e quello in quella ripresa…" questa non è libertà! (ride). Inoltre a Hollywood c'è una sorta di regola non scritta per cui non si ottiene mai il director's cut, e questo mi fa sentire un po' a disagio. Eppure a Hollywood sono stati prodotti ottimi film di gente come David Fincher, Gus Van Sant, David Lynch… se riescono loro, potrei anch'io essere interessato in futuro. […] Fincher mi piace molto, ma mi manca il vecchio Fincher quello di Fight Club. Onestamente non ho amato The Social Network, ha più a che fare con la sceneggiatura che con la regia, in un certo senso per me è stato come un film tv.
Sugli attori con cui vorrebbe lavorare in futuro:
Mi piace molto l'attore di Kitano in Dolls, Hidetoshi Nishijima. Adoro Chiara Mastroianni e Joan Allen, un'attrice americana che interpretava un agente dell'FBI in Bourne Ultimatum.