Appena un minuto, di Francesco Mandelli

Solo tanti piccoli sketch, deformazioni stile ‘soliti idioti’. E l’intuizione da interessante diventa meccanica e poi ripetitiva

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A Marty McFly serviva una DeLorean per tornare indietro di 30 anni in Ritorno al futuro. Claudio (Max Giusti) si accontenta di meno. Gli basta un minuto. E per farlo si serve di uno smartphone magico trovato in un retrobottega di un negozio cinese che sembra quasi un regno fantasy/avventuroso alla Carpenter, tipo Grosso guaio a Chinatown. Il misterioso uomo, circondato di orologi, gli ripete più volte: “tu preme, torna indietro”. Del resto il protagonista ha sempre utilizzato un telefonino vecchio modello. Preso in giro dall’amico Ascanio (Paolo Calabresi) gli ha consigliato spesso di cambiarlo. E lui, agente immobiliare di circa 50 anni, tornato a vivere a casa della madre (Loretta Goggi) dopo che la moglie (Susy Laude) l’ha lasciato per il “Re della Zumba” (Dino Abbrescia), ha bisogno di una svolta. I figli gli parlano appena. Il padre invece (Massimo Wertmüller) che anche lui ha lasciato la madre per un’energica donna rumena, lo chiama in continuazione. E le giornate non sembrano passare mai. In quel bar dove l’amico barista Simone (Herbert Ballerina) non riesce mai a farsi pagare.

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Una commedia sul tempo senza tempo. Sembra un paradosso. Ma la nostalgia è solo di cartapesta. Solo tanti piccoli sketch, deformazioni stile ‘soliti idioti’. E l’idea di tornare sempre indietro di un minuto per cambiare il corso degli eventi, da interessante diventa meccanica e poi ripetitiva. Come nella scena in cui calcia pù volte il rigore.”‘mmazza che pippa”. “‘mmazza che culo”. E come nel precedente film di Mandelli Bene ma non benissimo entra in scena un rapper. Lì Shade, qui J-Ax. Che aiutano i sogni adolescenziali. In questo caso del figlio di Claudio. Che fa musica di merda. Quindi avrà successo.

Senza scomodare di nuovo Zemeckis, bastava il film dei Vanzina, Torno indietro e cambio vita, per creare provvisorie illusioni. Con Marco Tardelli, dopo il gol in finale ai Mondiali del 1982, che attraversa più volte il film. Un narratore nascosto? Una presenza divina? Il cielo può attendere. Soprattutto per il cinema di Mandelli, totalmente fuori sintonia con questi voli fantastici. Dove anche Max Giusti appare totalmente spaesato. Che attraversa e filma Sofia nel viaggio di Claudio e i figli (solo 19 euro) con l’atteggiamento di un turista annoiato. E lascia Claudio passeggiare in riva al mare. E dove scorrono i flashback. Si, lì fa molto anni ’80. In un film troppo sciatto per far ridere o commuovere. Neanche con Massimo Wermüller. Che è come un calciatore che non sa a chi passare il pallone. Ah si, c’è Marco Tardelli…

 

Regia: Francesco Mandelli
Interpreti: Max Giusti, Massimo Wermüller, Loretta Goggi, Paolo Calabresi, Dino Abbrescia, Herbert Ballerina, Mirko Frezza, Susy Laude, Carolina Signore, J-Ax, Francesco Mura, Marco Tardelli
Distribuzione: 01 Distribution
Durata: 93′
Origine: Italia, 2019

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
1.6

Il voto al film è a cura di Simone Emiliani

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Il voto dei lettori
2.86 (7 voti)
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