"Arac Attack – Mostri a otto zampe" di Ellory Elkayem

Si avverte un dolce sapore nostalgico per un cinema davvero fuori tempo massimo, capace nel giro di pochi istanti di rimandarci indietro col il tempo al periodo dei pop-corn movies consumati in fretta nell'abitacolo dell'auto parcheggiata al drive-in

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Arac attack non nasce per caso, non è uno di quei grossi blockbuster estivi pensati dall'oggi al domani, in attesa di essere mangiati in fretta per passare poi ad altro. Si tratta del concretizzarsi filmico di una vecchia idea che il regista neozelandese Elkayem covava già da tempo. Almeno fin dal 1998, quando presentò al Telluride Film Festival un corto di neanche un quarto d'ora in cui la scena era occupata da un ragno diventato gigantesco in seguito a delle potenti sostanze tossiche, intento poi a terrorizzare la malcapitata di turno rinchiusa in una stanza. L'idea comunque piacque molto, tanto da spingere Emmerich e Dean Devlin (ma sì, lo sceneggiatore di Indipendence day) a finanziare il giovane Elkayem per il suo debutto al cinema. Arac Attack allora, tormentone estivo dei teeenager americani che lo hanno già eletto uno dei loro film preferiti. In Italia il film non se l'è passata altrettanto bene, ma d'altronde le nostre sale subito dopo la lunga pausa estiva rimandano tanto ad uno scenario apocalittico senza traccia umana alcuna. E' un peccato perché l'opera in questione è tutt'altro che banale, sia da un punto di vista spettacolare che strattamente filmico. Il lavoro di computer graphic di un equipe di quaranta persone c'è, e si fa sentire, ma non è tutto. Si avverte infatti un dolce sapore nostalgico per un cinema davvero fuori tempo massimo, capace nel giro di pochi istanti di rimandarci indietro col il tempo al periodo dei pop-corn movies consumati in fretta nell'abitacolo dell'auto parcheggiata al drive-in. Queste tracce di una memoria mai vissuta sono quelle prodotte dalla flagrante partecipazione con cui ci siamo appassionati alla storia di questi enormi ragni affamati di carne umana. Non possiamo fare a meno di pensare (eccoci al discorso filmico) a quell'altro gioiellino di Tremors, ma anche all'interessante Aracnofobia che però si muoveva su crinali diegetici ben diversi. Insomma, film di genere, di quelli che non si vedono quasi più, ma anche astuta giravolta su certi sensi metaforici che alludono ad un continuo scavalcamento della dimensione fittizia in cui siamo immersi.

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Titolo originale: Eight Legged Freaks
Regia: Ellory Elkayem
Sceneggiatura: Ellory Elkayem, Jesse Alexander
Fotografia: John S. Bartley
Montaggio: David Siegel
Musica: John Ottman
Scenografia: Charles Breen
Costumi: Alix L. Friedberg
Interpreti: David Arquette (Chris Mc Cormack), Kari Wuhrer (Sceriffo Sam Parker), Scott Terra (Mike Parker), Scarlett Johansson (Ashley Parker), Doug E. Doug (Harlan), Leon Rippy (Wade), Rick Overton (deputato Pete), Matt Czuchry (Bret), Jay Arlen Jones (Leon), Eileen Ryan (Gladys), Riley Smith (Randy)
Produzione: Bruce Berman, Dean Devlin per Centropolis Entertainment/Eletric Entertainment/NPV Entertainment/Village Roadshow Productions
Distribuzione: Warner Bros. Italia
Durata: 99'
Origine: Usa, 2002


 

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