AROMA D'AMORE – Soggetto di Giovanna Ferraresso

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#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

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Alessandro è nel retrobottega del suo laboratorio, intento distillare l'olio essenziale da una pregiata qualità di rose tea, quando sente la porta d'ingresso aprirsi ed il suo assistente, Alfredo, pronunciare qualche parola di saluto. A colpirlo è la voce che risponde a tale saluto: un assurdo misto di vetri rotti e di velluto. Incuriosito, abbandona le sue provette ed entra nella sala aperta al pubblico. Vede Claudia di spalle: è piuttosto alta e proporzionata; i capelli chiari raccolti in uno chignon sulla nuca ed un lungo cappotto grigio fumo di taglio sartoriale che le sottolinea la vita. Avvertendo i passi dietro di lei, Claudia si volta e fa un aggraziato cenno del capo, accompagnato da un lieve sorriso. Alessandro è colpito per la seconda volta nel giro di pochi minuti: quella donna è attraente, ma ha qualcosa nello sguardo che lo rende inquieto. Alfredo presenta Alessandro come la mente creativa dell'atelier e "sommo naso" del laboratorio di profumeria. Claudia si limita a sorridere più apertamente. Alessandro domanda a Claudia in cosa possa esserle utile e lei replica di aver scelto la peggiore giornata per scegliere un profumo, giacché è terribilmente raffreddata. Ecco spiegato il mistero dei vetri rotti che turbano il velluto. Alessandro sorride tra sé e sé. La rassicura sul fatto che, senz'altro, troveranno la fragranza più adatta alle sue esigenze. Prega Claudia di accomodarsi, indicandole due poltroncine. Claudia si siede ed accavalla le gambe che il lungo soprabito lascia appena intravedere. Alessandro prende posto sull'altra poltroncina e le pone una serie di domande. Le chiede che genere di vita conduca; che tipo di pelle abbia; se sudi eccessivamente; se faccia abbondante consumo di sale; che tipo di fragranza desideri: dolce, asciutta, legnosa, resinosa, floreale, agrumata, ecc. Claudia risponde puntualmente e senza esitazioni ad ogni singola domanda: essendo medico, ha una vita molto attiva; la sua pelle è tendenzialmente normale; suda solo in caso di caldo estremo o di forte stress; fa scarso uso di sale; è interessata ad un profumo che abbia note di sottobosco, ma dove non predomini il muschio bianco, quanto piuttosto l'ambra, le cui origini l'hanno sempre intrigata, e dove non manchi però un richiamo floreale fresco, magari di caprifoglio, e qualche reminiscenza legnosa, di corteccia.


 


Alessandro rimane muto per qualche istante: non sa se sentirsi irritato dalle richieste di Claudia, decisamente più precise di quelle cui è avvezzo, o compiaciuto per il fatto di avere di fronte una persona realmente in grado di apprezzare la sua opera. Alfredo, di là dal massiccio bancone (l'ambiente è quello di un'antica farmacia, con pareti rivestite di boiserie in noce  nazionale scurita dal tempo ed alti scaffali su cui fanno mostra di sé grandi  vasi di ceramica bianca e blu, recanti nomi di erbe scritti  a caratteri gotici, vecchi di un paio di secoli), deglutisce facendo sobbalzare il pomo d'Adamo: conosce Alessandro da molti anni e sa quanto possa essere irascibile, soprattutto se sollecitato su argomenti che riguardino il suo lavoro. Finalmente Alessandro apre bocca, ma la frase formulata dal suo cervello è abortita dalle sue labbra, che si contraggono in una smorfia di dolore. Porta la mano destra al petto e, divenuto cianotico, si riversa in avanti e si accascia a terra, sul tappeto che ricopre le grandi assi di legno del pavimento. Alfredo non si è ancora reso conto di cosa sia successo, che già Claudia è in ginocchio, china su Alessandro, e gli presta le prime cure. Intima ad Alfredo di chiamare un'ambulanza.


 


Alessandro riprende i sensi all'unità coronarica del Policlinico X. Claudia è accanto a lui e indossa un camice bianco, dalla cui tasca superiore fa capolino una Mont Blanc. Sul petto le pende uno stetoscopio. Alessandro, con la bocca un po' impastata, cerca di essere spiritoso e le chiede se si tratti di una collana dell'ultima collezione di Bulgari. Claudia ride e gli posa una mano fresca e asciutta sulla fronte. Questo gesto si trasforma in una carezza lieve, quasi materna. Alessandro chiude gli occhi, come per assaporare più a fondo quel contatto fisico semplice e spontaneo. L'arrivo di un medico più anziano provoca l'interruzione di questa parentesi intima. Il medico appena entrato è il primario di Cardiologia e, come Alessandro scopre quasi subito, è anche il padre di Claudia, cardiologa a sua volta. Il prof. Tancredi spiega ad Alessandro che il suo collasso, malgrado le apparenze, non ha avuto cause cardiache, ma gastriche. Forti attacchi di gastrite o di ulcera, infatti, possono  presentare sintomi molto simili a quelli di un attacco  di cuore. Alla luce degli esami fatti, si può escludere qualunque implicazione coronarica, mentre è da tenere sotto controllo la funzionalità gastrica. La vita di Alessandro potrà comunque riprendere i suoi ritmi abituali, magari con un occhio di riguardo in più all'alimentazione ed un'adeguata terapia gastroprotettrice.


 


Qualche giorno dopo Alessandro è nuovamente nel suo laboratorio. In realtà non sta lavorando: è semplicemente seduto  su un alto sgabello, di fronte al piano di lavoro ingombro di provette, storte e alambicchi, come quello di un alchimista rinascimentale. Se ne sta lì, a guardare nel vuoto, con un'espressione indecifrabile. Si passa una mano  sulla fronte, come per rievocare la carezza di Claudia; ma frettolosamente ritrae la mano quando sente entrare qualcuno nella bottega. Nuovamente gli giunge la voce di Alfredo che saluta. Alessandro sussulta nell'udire una voce femminile informarsi sul suo stato di salute. In quella voce non ci sono vetri rotti, ma solo velluto. Il cuore comincia ad accelerare i battiti e le  gambe quasi gli cedono, quando tenta di lasciare lo sgabello. Appoggiandosi al piano di lavoro si alza in piedi e, fingendo una calma serafica, raggiunge Claudia. Sentendolo arrivare, Claudia gli va incontro con trasporto e prende le mani di lui tra le sue. Alessandro le dice di sentirsi bene, di non aver più avuto alcun problema. Parla velocemente, molto più velocemente di quanto non avesse fatto pochi giorni prima, mentre, con aplomb professionale un po' studiato, rivolgeva a Claudia domande sui suoi gusti e le sue abitudini. Propone a Claudia di andare a bere qualcosa e lei, dopo una frazione di secondo in cui appare imbarazzata, accetta  sorridendo, come se stesse dicendo a se stessa che non c'è alcun motivo per rifiutare.


 


Fuori fa freddo. Attraverso la vetrina parzialmente appannata di un vecchio bar, si distinguono, all'interno, Alessandro e Claudia che, in piedi presso il bancone, parlano. Poi lui le  dice qualcosa, tra il serio  e il faceto; lei abbozza un sorriso lievemente allarmato e, lentamente, tira fuori  dalla borsa un biglietto (da visita). Alessandro lo osserva per un istante, quindi lo fa scivolare nel portafogli.


 


Quella sera Alessandro torna a casa di buon umore. Sara, la sua compagna, con cui vive da qualche anno, è al telefono quando lui  apre la porta d'ingresso. Sentendolo arrivare, la donna saluta frettolosamente e riaggancia. Il compiacimento, sul volto di Alessandro fino ad un istante prima, si trasforma in pietrosa durezza. Chiede a Sara chi fosse al telefono e lei risponde con vaghezza che si trattava di Germana (una collega d'ufficio); poi cambia argomento e gli chiede cosa preferisca per cena. Alessandro replica che gli è indifferente. Sara scompare in cucina. Alessandro attende qualche istante di sentirla armeggiare con le pentole, quindi solleva il ricevitore e spinge il tasto di ripetizione dell'ultimo numero composto. Gli risponde l'inconfondibile voce gracchiante di Germana, che lui ben conosce, essendo di solito lei a prendere le chiamate che arrivano nella stanza sua e di Sara. Alessandro riaggancia silenziosamente.


 


Più tardi, a letto, Alessandro e Sara fanno l'amore con foga, rumorosamente. Quando, ormai appagati, i loro corpi si separano, Alessandro si gira su un fianco e rimane a lungo a fissare il  vuoto. Il respiro di Sara si fa sempre più leggero, fino a diventare una sommessa e regolare cadenza.


Anche Claudia è a letto. Armando, suo marito, si è addormentato con la luce del comodino accesa, gli occhiali da lettura sul naso ed il libro abbandonato aperto sul petto. Claudia lo osserva: folti capelli brizzolati, carnagione olivastra, ciglia scure e lunghe, l'ombra della barba che già dà alle guance una tonalità un po' livida, il torace villoso, solo in parte coperto dal pigiama, che si solleva e si abbassa ritmicamente. Claudia si mette a sedere con la schiena appoggiata al cuscino, piega le gambe e si abbraccia le caviglie. Volge il viso in direzione di Armando e poggia il capo sulle ginocchia, sospirando.


 


Alessandro passeggia nervosamente su e giù per il suo laboratorio. Tiene tra le dita il biglietto da visita di Claudia e, con lo spigolo del cartoncino, si dà rapidi colpetti secchi sulla fronte. Finalmente si accomoda sullo sgabello ed afferra il telefono.


 


Più tardi, all'ora di chiusura per la pausa pranzo, Alfredo non sembra avere intenzione di riporre i libri  della contabilità sui quali è chino  da un paio  d'ore. Alessandro lo esorta più volte ad andarsene a casa, promettendogli che penserà a sistemare ogni cosa.  Alfredo proprio non ha fretta e questo esaspera ed irrita Alessandro. Improvvisamente Alfredo ha  come un'illuminazione e, ridendo  sotto i  baffi, gli comunica che di  non avere  alcuna voglia di fare il terzo incomodo e, infilato rapidamente il soprabito, lascia Alessandro da solo. Ma non per molto. Poco dopo, infatti, arriva Claudia. Questa volta appare diversa, più giovane, in jeans e shearling. Alessandro la fa entrare, poi abbassa la serranda che dà sulla strada e chiude  la porta. Si guardano in silenzio. Alessandro  continua a provare quella  strana inquietudine  che lo  ha colto la prima volta che ha visto il volto di Claudia. Come per vincere quell'assurda riserva, si avvicina e la cinge in un abbraccio quasi violento. Per un istante Claudia sembra irrigidirsi; poi si lascia  andare. Si  spogliano a  vicenda con la furia che hanno i bambini quando scartano i regali di Natale, e si ritrovano  nudi sul tappeto che li aveva già accolti entrambi in tutt'altra situazione. Alessandro ha un fisico forte; ma Claudia si perde  nel suo viso straordinariamente intenso. Lui sembra volerla divorare, come una fiera affamata sulla preda ormai inerme. Claudia è pronta ad accoglierlo e glielo fa capire; ma il volto di lui cambia espressione: da predatore si trasforma in preda braccata e atterrita, gli occhi  improvvisamente spenti, le labbra serrate. Si scosta  da lei e quel distacco sembra procurargli un dolore fisico. Claudia si mette a sedere, lo accarezza senza alcuna malizia e gli mormora parole rassicuranti. Alessandro abbozza un debole sorriso e cerca riparo  dagli occhi di lei nascondendo  il viso tra i suoi seni.


 


Quella sera Alessandro torna a casa un po' prima del solito. Sara gli va incontro quando lo sente entrare e nota subito che c'è qualcosa nell'aria. Alessandro è distante e distratto. Sara lo osserva mentre lui resta immobile sotto il getto caldo della doccia. Quando ne esce, ancora fumante, Sara lo affronta e resta quasi incredula di fronte ad Alessandro che, anziché contrattaccare, ammette di essere stordito perché innamorato  di un'altra donna. Sara va su tutte le  furie e arriva persino ad alzare le mani su di lui. Alessandro rimane quasi impassibile, finché Sara non scoppia in lacrime. Allora l'abbraccia e comincia a consolarla e le sue carezze si fanno via via più insistenti, fino ad esplorare le zone  più sensibili del corpo di lei. Fanno l'amore disperatamente: dalla gola di Sara esce quasi un ruggito, mentre il piacere di Alessandro è accompagnato da singhiozzi. Alla fine dell'amplesso Alessandro torna sotto la doccia.


 


Il mattino  successivo Sara è in ufficio e sta raccontando a Germana delle rivelazioni  di Alessandro. La stanza nella quale si trovano è tappezzata di  manifesti  dell'organizzazione no-profit per cui lavorano. Alle spalle di Sara campeggia il volto triste di un bambino ugandese. Sara fatica a trattenere le lacrime e trema come una foglia. Germana si offre di  andarle a prendere qualcosa di caldo e lascia la stanza.


 


Dopo poco Sara sente la porta dell'ufficio mentre lei è intenta a digitare qualcosa al pc. Ringrazia la collega premurosa, ma il silenzio  che segue le fa capire che è stato qualcun altro ad entrare nella stanza. Il suo sguardo si sposta dal monitor alla persona che è  rimasta sulla soglia. E' un bell'uomo sulla cinquantina, coi capelli brizzolati  e la pelle olivastra. Armando si presenta e si qualifica come medico pediatra. Sara, un po' stupita, gli chiede in che modo lo possa aiutare. Armando riferisce di essere stato indirizzato a quell'ufficio dall'usciere e dichiara di essere lì perché intenzionato a prestare la sua opera di pediatra in Uganda. Sara gli sorride e gli spiega che non è quello l'ufficio  a cui  rivolgersi, ma, vedendo l'aria desolata di Armando e notando la  fede che porta all'anulare sinistro, gli domanda quasi scherzando se sua moglie sia al corrente ed approvi la sua decisione. Armando si passa una mano tra i  folti capelli sale e pepe e lievemente imbarazzato, replica che, in effetti, sua moglie è del tutto all'oscuro dei suoi progetti, ma che lui  sente fortissima l'esigenza di andare via. Sara è sempre più incuriosita, ma non vuole abusare del tempo di Armando, così gli spiega che il responsabile con cui lui dovrebbe parlare, non è in sede e non arriverà prima di un paio d'ore. Armando  sembra costernato, come se temesse che quel contrattempo possa pregiudicare la sua decisione. Sara intuisce i suoi sentimenti  e  gli chiede se, nell'attesa, lui  abbia voglia di bere un caffè. Armando  appare  rincuorato e accetta. Sara prende il soprabito e, seguita da Armando, si dirige verso la porta. Lì  incrocia Germana che ha in mano un bicchierino di plastica fumante: guarda prima Sara, poi Armando, quindi con aria sorniona dichiara di sospettare di essere incinta, tanta è la voglia di caffè che l'ha colta quella mattina. Sara le lancia un'occhiataccia affettuosa ed esce con Armando.


In una graziosa sala da tè, Sara e Armando parlano a lungo. Lui  le racconta di essere sposato con una donna molto più giovane a cui è sinceramente affezionato, ma con la quale non riesce ad avere una reale vicinanza, soprattutto negli ultimi tempi, in cui la sente particolarmente chiusa suoi pensieri. Sara gli fa notare che un impegno come quello che Armando intende prendere non può essere considerato un palliativo nella cura dei cuori infranti. Armando sorride, come se si aspettasse quell'osservazione, e le confessa che, in realtà, quello è un passo che stava per fare già anni prima, ma che proprio l'inizio della relazione con la donna divenuta poi sua moglie, aveva fatto naufragare i suoi piani. Anche Sara narra qualcosa di sé ad Armando e gli narra dei suoi numerosi viaggi in Africa e dell'amore profondo per quella terra disperatamente bella. Armando l'ascolta con attenzione ed anche con una certa tenerezza, poi, quasi scherzando, le suggerisce di valutare anche lei l'idea di un trasferimento.


 


Alessandro e Claudia s'incontrano nuovamente all'ora di pranzo.


Lui le racconta di aver confessato a Sara di essere innamorato di un'altra. Claudia lo rimprovera, sia pure con dolcezza, e gli fa presente come non sia prudente fare colpi di testa. Non fanno l'amore, nemmeno ci provano. Restano abbracciati a respirare la stessa aria.


 


Quella sera Alessandro dice a Sara d'aver avuto un momento di follia, le assicura che, in realtà, di quella donna non è affatto innamorato e che il loro rapporto è troppo importante per essere messo in discussione. Sara, sorprendentemente, non sembra troppo colpita dalle affermazioni di Alessandro. Nessuno dei due, più tardi a letto, cerca l'altro; ma Sara si assopisce con un vago sorriso sulle labbra.


 


Armando sta bevendo il suo prezioso rum centenario sprofondato nella poltrona dello studio. Si accende un Montecristo e una nube azzurrina si diffonde intorno al suo capo. Ha l'aria serena. Claudia lo raggiunge e si siede sulle sue ginocchia. Lui le sorride e le chiede come sia stata la sua giornata. Claudia gli racconta di un paio di casi che ha dovuto affrontare in ospedale e delle terapie che ha stabilito. Armando approva le scelte e tra i due nasce una discussione -in cui entrambi hanno la stessa posizione- sulle lobby delle case farmaceutiche; su come queste cinicamente lascino morire milioni di poveracci, da Haiti al Brasile, all'Africa; sull'impotenza dei comuni cittadini di fronte allo strapotere della macroeconomia. Armando dichiara che gli piacerebbe poter fare qualcosa in prima persona per i più sfortunati e studia le reazioni di Claudia con grande attenzione. Lei dice di comprenderlo e di ricordare come lui, cinque anni prima, fosse pronto a partire per conto di "Medici senza frontiere".  Claudia dichiara di sentirsi responsabile per quella mancata scelta e Armando si guarda bene dal dissuaderla: come a confermare le sensazioni di lei, rimane muto e pensieroso.


 


Sara è nel salotto di casa, sdraiata prona sul divano e sfoglia un album di fotografie scattate durante i suoi viaggi in Africa. Ce n'è  una che ama in modo particolare: un primissimo piano degli occhi di un bambino. Sono occhi bellissimi, grandi e stupiti, assolutamente innocenti, su cui una mosca, posatasi nell'angolo tra due palpebre, ricorda la sconcia realtà. Sara sospira e gira pagina. Trova un'immagine di lei in bermuda e camicia, i lunghi capelli neri raccolti disordinatamente, in una distesa di terra rossa. Chiude l'album e lo posa sul pavimento, poi si gira supina e chiude gli occhi. Nella sua mente scorrono immagini di savane e di bidonville, di animali selvatici e di orrendi cumuli d'immondizia, di giungle verdissime e di fogne a cielo aperto.


 


Alessandro sta filtrando un liquido ambrato in una boccetta. Terminata l'operazione, aggiunge alcune gocce oleose e agita delicatamente il contenitore, consentendo al profumo di miscelarsi. Quindi chiude la boccetta e la ripone. Attende alcuni istanti, poi riprende il profumo che ha preparato per Claudia, lo stappa ed immerge appena una striscia di carta porosa nel liquido fragrante. Lascia che la superficie della striscia si asciughi perfettamente, poi la porta alle narici ed aspira, chiudendo gli occhi: si sorprende eccitato sessualmente. Telefona a Claudia e le dice di avere bisogno di vederla al più presto. Prendono accordi ed entrambi decidono di inventare una scusa con i rispettivi partner per giustificare la prolungata permanenza fuori casa.


 


Più tardi Alessandro esce dal laboratorio indossando giaccone e sciarpa. Alfredo lo guarda con aria interrogativa e Alessandro gli domanda se possa fare a meno di lui per mezza giornata. Alfredo gli risponde di non preoccuparsi.


 


Alessandro è in auto, in attesa che Claudia esca dall'ospedale. Ha lo stereo acceso ed ascolta il secondo movimento del concerto in sol di Ravel. Su un passo del flauto arriva Claudia, le guance un po' arrossate per il freddo. Sale in macchina e chiude lo sportello, rabbrividendo.


 


Alessandro e Claudia sono a letto, in una stanza d'albergo arredata con mobili rustici. Attraverso la finestra si scorge un bel paesaggio boschivo, con vette innevate sullo sfondo. Claudia ha il capo appoggiato sul petto di Alessandro, che le accarezza lentamente i capelli. Alessandro le dice di non aver mai avuto problemi prima di incontrare lei. Claudia si solleva e lo guarda, come per capire se lui la stia accusando dei propri insuccessi sessuali; ma si rassicura vedendo l'espressione contrita di Alessandro. Si parlano con grande dolcezza, dicendosi quanto quell'amore sia talmente forte da non temere nessun tipo di ostacolo, foss'anche di natura sessuale.


 


Date le circostanze, né Claudia, né Alessandro rientrano a casa più tardi del solito.


Claudia è stupita che Armando non sia in casa, ma è ancor più stupita di vedere il passaporto di suo marito sulla scrivania nello studio.


 


Anche Alessandro trova la casa deserta. Cerca immediatamente Sara al cellulare, ma la voce registrata dell'operatrice gli comunica che il numero da lui cercato non è al momento raggiungibile. Sente la bile montargli. Va in cucina e mette sul fuoco una pila d'acqua, poi prende una birra dal frigo e si trasferisce in salotto, dove si lascia cadere sul divano. Vede l'album di foto dell'Africa abbandonato sul pavimento, allora lo prende e lo ripone su uno scaffale. Accende la televisione, ma la faccia di un politico leghista lo induce a rinunciare: spegne l'apparecchio e getta il telecomando sul tavolino. Finisce di bere la birra e si sdraia. Viene svegliato dal rumore della chiave nella toppa della porta d'ingresso. Si alza e va in cucina, dove il livello dell'acqua che bolle nella pentola si è abbassato, lasciando una larga striscia di calcare sulle pareti d'acciaio. Sara lo raggiunge. Ha l'aria d'essere felice: gli occhi scuri le brillano tra le ciglia lunghe. Alessandro quasi la investe con le sue domande. Sara resta tranquilla e risponde serenamente ad ogni  attacco. E' rimasta in ufficio più a lungo del solito, perché sapeva che Alessandro sarebbe tornato tardi. Il cellulare era spento, perché la batteria si era scaricata, cosa di cui lei non si era preoccupata, essendo raggiungibile al telefono dell'ufficio. Alessandro non sembra troppo convinto dalle spiegazioni, ma si rende conto di non avere appigli per accusarla di alcunché. Svuota la pentola del suo contenuto e spegne il fornello.


 


Quando Armando rientra, trova Claudia immersa nella vasca da bagno. La superficie dell'acqua è quasi completamente ricoperta da una soffice coltre di schiuma: solo i capezzoli di Claudia occhieggiano maliziosi da quel candore. Armando si siede sul bordo della vasca, prende la spugna e comincia a passarla sulla schiena di sua moglie. Claudia gli chiede di spogliarsi e lui l'accontenta. S'infila nella vasca con lei e fanno l'amore.


 


Il giorno dopo, contrariamente alle sue abitudini, Claudia torna a casa all'ora di pranzo. Non ha appetito e decide di stendersi sul letto per riposare un po'. Quando entra nella stanza, qualcosa la lascia perplessa. C'è uno strano ordine. Poi un'idea la colpisce. Apre la cassettiera e vede che Armando ha portato via le sue cose. Allora va nello studio e nota che il passaporto del marito non è più sulla scrivania, mentre al suo posto, c'è un foglio del suo ricettario sul quale è vergata una lettera. Annichilita, Claudia si siede alla scrivania e legge. Armando le dichiara di essere felice che il loro ultimo gesto reciproco sia stato l'amore, ma che deve cedere al suo impulso, a quello stesso impulso che non aveva avuto cuore di seguire cinque anni prima. Seguono indicazioni d'ordine pratico, tra cui il numero telefonico dell'avvocato al quale Armando ha affidato la cura di ogni questione legale. Claudia finisce di leggere e abbandona le mani in grembo e la testa contro la spalliera della sedia. La lettera cade a terra.


 


Più tardi Claudia è nell'ambulatorio dell'ospedale e sta auscultando un'anziana paziente dai capelli candidi. La vecchina, evidentemente un'habituée, la guarda con affetto e, come se avesse poteri divinatori e senza averle fatto alcuna domanda, la rassicura sul fatto che le cose si aggiusteranno nel migliore dei modi e che l'amore si nutre anche di dolore. Claudia scruta la sua paziente con inquietudine e sta per risponderle qualcosa, quando un'infermiera entra e le comunica che c'è qualcuno che ha urgente bisogno di conferire con lei. Claudia dice all'infermiera di far attendere nel suo studio e conclude la visita con malcelata impazienza. La vecchietta se ne va sorridendo contenta.


 


Claudia entra nel suo studio piuttosto trafelata e vi trova Alessandro, visibilmente sconvolto. Lui le racconta di aver ricevuto tramite pony express, nel pomeriggio, una lettera di Sara nella quale gli annunciava di essere in partenza -ma per quell'ora ormai partita- per l'Africa, da cui sperava di non fare ritorno. Gli narrava, in oltre, di essere diretta ad una missione laica in una zona di guerra, al seguito di un medico pediatra. Lo pregava, in fine, di non cercarla e di vivere la sua vita come se non l'avesse mai conosciuta. Claudia rimane letteralmente a bocca aperta, incredula. Poi racconta ad Alessandro di suo marito e la reazione di lui non è meno stupefatta.


 


Alessandro e Claudia fanno l'amore con passione e gioia. Quando, totalmente esausti, si concedono una birra fresca, seduti nel letto, Alessandro dichiara che il merito della sua ritrovata virilità va tutto al profumo che ha creato per Claudia. Ridono insieme.


 


Anche l'anziana paziente di Claudia ridacchia tra sé e sé, mentre, nella sua piccola cucina, versa un po' di latte in una scodella e lo offre ad un grosso gatto nero.


 

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