Arriva il nuovo sciopero degli sceneggiatori?

Gli sceneggiatori statunitensi sono di nuovo in guerra e così la minaccia dello sciopero incombe di nuovo su Hollywood. Ci sono le condizioni per il blocco del 2007 che paralizzò l’industria?

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Sono passati appena quindici anni dalla battaglia vinta nel 2008 ma ecco che la potente Writers guild of America, l’organizzazione che unisce sindacalmente gli sceneggiatori statunitensi, è di nuovo sul piede di guerra. A dimostrazione del fatto che le rivendicazioni economiche vanno di pari passo con le mutate condizioni sociali ecco che il 2023 segnala il nuovo punto di rottura tra scrittori e Studios. Sono passati ormai 3 anni dalla pandemia che portò conseguenze abbastanza gravi all’industria dell’intrattenimento interrompendo la produzione cinematografica e televisiva per la maggior parte di un anno e poi l’ha resa molto più costosa e complicata. Dopo il ritorno alla vita normale, ecco allora che il 14 marzo di quest’anno il WGA ha pubblicato un importante rapporto intitolato “Gli scrittori non stanno tenendo il passo” che faceva luce sulle mutate condizioni che il lockdown aveva imposto agli scrittori di cinema e serie tv. Il report descrive in dettaglio come il compenso per la scrittura sia stato influenzato negativamente dall’avvento (e dall’acquisizione) dello streaming. “Nello staff televisivo, più scrittori lavorano al minimo indipendentemente dall’esperienza, spesso per meno settimane o in mini-stanze, mentre gli showrunner sono lasciati senza uno staff di scrittori per completare la stagione”, afferma il documento. Il 20 Marzo è allora partita una serie di negoziati tra gli esponenti dell’organizzazione e i dirigenti degli Studios per trovare un accordo che potesse soddisfare entrambe le parti. Le case di produzione di Hollywood sapevano di non poter permettersi di avere un nuovo sciopero degli sceneggiatori che bloccasse l’intera filiera della produzione audiovisiva statunitense. Ma le trattative per questo difficile punto d’incontro si sono preso arenate dato che, come ha affermato il giornalista Jonathan Handel su Puck, in realtà i negoziati erano per lo più costituiti da due parti che si leggevano discorsi l’un l’altro piuttosto che discutere di questioni. Da lì la situazione è precipitata: i membri della Writers guild of America hanno indetto una votazione online che si è svolta dall’11 al 17 aprile ed alla fine è stato ufficialmente annunciato che i membri avevano votato per autorizzare lo sciopero con uno schiacciante 97,85% di “sì”. Come ha detto una fonte anonima al Los Angeles Times: “Sembra davvero che vogliano solo scioperare e non abbiano intenzione di arrivare a un accordo”. La quasi la totalità degli sceneggiatori è dunque pronta a spegnere i computer nel caso in cui gli Studios non accettino gli adeguamenti salariali e dei diritti d’autore richiesti. La retribuzione dello schermo è infatti diminuita del 14% negli ultimi cinque anni. E mentre i budget delle serie sono aumentati impetuosamente negli ultimi dieci anni, la retribuzione media dello scrittore-produttore è quindi scesa. Oggi come nel 2007, lo sciopero avrebbe quindi come scopo di accrescere i benefici degli sceneggiatori in maniera proporzionale rispetto al grande successo delle serie prodotte e che fruttano notevoli introiti a produzioni e piattaforme streaming. Per gli addetti ai lavori i proventi non vengono infatti distribuiti obiettivamente tra chi ha contribuito in modo essenziale al loro successo al loro successo.
Ad oggi gli studios stanno offrendo solo concessioni inammissibilmente modeste, mentre aumentano il numero delle sceneggiature commissionate e perfino le temute mini-room, ovvero le versioni con diritti e pagamenti ridotti delle writer’s room, motivati con l’esigenza di condividere i rischi per serie che magari non superano il pilota ma in realtà cavallo di Troia per precarizzare ulteriormente il lavoro degli scrittori. Ad oggi, l’inizio dello sciopero che dovrebbe partire proprio il 1 Maggio qualora non ci dovessero essere cambiamenti da parte di Netflix, Amazon & Co., sembra molto più vicino

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