Arrivano i prof, di Ivan Silvestrini

La commedia di Silvestrini sulla banda di prof “peggiori d’Italia” risulta smaliziata e leggera, e richiama stile e nodi italiani già visti. Sottotraccia, una nota realistica sul sistema scolastico

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Ivan Silvestrini (Come non detto, 2night, Monolith) prova a tornare tra i banchi di scuola per affrontare un nuovo, surreale, esame di maturità. Eppure, stavolta sarà lo scalmanato e alquanto improbabile corpo docente a veicolare gag ed esilaranti trovate che condurranno in porto l’anno scolastico e – più o meno felicemente – la commedia stessa. Il punto di riferimento resta il film francese – mai distribuito nel nostro Paese – Les Profs (2013), di Pierre-François Martin-Laval, operazione ben riuscita di adattamento su grande schermo di un celebre comic book (distribuito da Bamboo Édition) alla quale seguì, per tutta risposta, un secondo episodio nel 2015. Silvestrini, allora, riprende dai francesi la scatenata banda di professori i quali, secondo l’algoritmo ministeriale, sarebbero i peggiori insegnanti in circolazione, con lo stravagante obiettivo di assegnarli agli studenti peggiori – quelli dell’ultimo anno del liceo milanese “Alessandro Manzoni” – e tentare il tutto per tutto per salvare l’anno e l’istituto stesso, a rischio chiusura imminente.

La commedia sfodera sin dal principio, e nonostante l’ispirazione d’oltralpe, un certo immaginario italiano già visto di recente: i cosiddetti “Sette Samurai” richiamati per la missione impossibile vengono presentati seguendo lo stile di un’altra irresistibile banda di plurilaureati alle prese con storie rocambolesche, che il nostro cinema ha saputo offrirci sotto le intelligenti sembianze di saga (Smetto quando voglio, Smetto quando voglio: Masterclass, Smetto quando voglio: Ad honorem, diretti da Sydney Sibilia). In un certo qual modo, anche il gruppo capitanato da Claudio Bisio, qui nei panni dello spensierato Prof. Locuratolo, tutto marijuana e videogiochi, sembrerebbe frutto di un sistema che non è stato in grado di assorbirli tutti correttamente, ciascuno con le proprie peculiarità fuori dal comune. È il sistema scolastico stesso che ha rigettato questo corpo docente talentuoso ma imprevedibile, e così è anche per la problematica – ma poi non troppo – classe che si avvia all’esame di maturità senza guide capaci di insegnare qualcosa che sappia di vero. Spicca, dunque, il sottile confronto tra nuovi e “strani” professori e quelli “vecchi” e bigotti, già di ruolo da tempo nella scuola; oppure, si sente forte il richiamo generazionale attraverso le parole – forse fin troppo scoraggiate per la giovane età – messe in bocca al rapper Rocco Hunt, già consapevole del fallimento esistenziale che attende “quelli come loro” capitati in un Paese allo sbando. Ma la nota realistica è solo un filo sottile che attraversa sottotraccia il film; si ride tanto, invece, con queste assurde lezioni (molto poco) da manuale: Lino Guanciale incarna il prof. timido e impacciato che tutti abbiamo incontrato almeno una volta (qui messo in coppia con Giusy Buscemi); Maurizio Nichetti sarà, invece, una sorta di Einstein fallito che rischia ogni giorno il disastro; Shalana Santana la bella e impossibile di italiano, purtroppo poco presa sul serio causa “troppa bellezza”; Pietro Ragusa sarà il filosofo incomprensibile che tenta l’insegnamento pratico delle teorie adottando metodi discutibili (così che si studierà Rousseau camminando nudi in giardino!); Alessio Sakara, il “violento” prof. di ginnastica, porterà nel film un po’ d’action e una buona dose di citazioni kubrickiane; infine, una divertentissima e folle Maria Di Biase che, nel ruolo della “killer d’inglese” (eppure l’accento tradisce!), richiamerà sottilmente la necessità – e la prigionia – di tale studio che la dominazione linguistica anglosassone ha generato nel tempo.

Un gruppo di professori per una buona manciata di cliché tutti italiani; e non manca nemmeno l’aspetto più strettamente di marketing scolastico, che farà sì che il Preside (Andrea Pennacchi) organizzi un open day per pubblicizzare la scuola e i suoi freaks, ricordandoci a più riprese quell’istituto morettiano denominato “Marilyn Monroe”, dove si danzava, si ascoltavano canzoni di Gino Paoli e si venerava la figura di Dino Zoff (Bianca, 1984).
La commedia di Silvestrini – ben calibrata sul suo target di riferimento – risulta smaliziata e leggera, con una buona dose di colpi di scena, intrecci amorosi e un’astuta “catena di montaggio” finale per superare l’esame. Tuttavia, un po’ meno di pazzesco per i prof. e un po’ più di vivace per gli alunni – sarebbe stato bello se anche la classe avesse partecipato al tentato furto delle prove d’esame – non avrebbe guastato per ottenere un risultato ancora più divertente.

 

Regia: Ivan Silvestrini
Interpreti: Claudio Bisio, Lino Guanciale, Maurizio Nichetti, Maria Di Biase, Shalana Santana, Pietro Ragusa, Alessio Sakara, Andrea Pennacchi, Giusy Buscemi, Francesco Procopio, Christian Ginepro, Irene Vetere, Rocco Hunt
Distribuzione: 01 Distribution
Durata: 100′
Origine: Italia, 2018

 

 

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