Asi es la vida

Versione moderna della Medea tra realismo e paradosso. Il nuovo film di Arturo Ripstein esaspera gli elementi del suo cinema e, con la camera digitale (flessibile e mobile come mai prima d’ora, in un contrasto di movimento e staticità che segnano e disorientano la narrazione), si avvicina ancora di più ai corpi, ai volti, ai dettagli dei loro gesti per esaltare gli attimi di follia che trasformano il melodramma nero in tragedia. Gli spazi si fanno sempre più opprimenti mentre l’incalzare del tempo si trasforma in ossessione. Quello di Ripstein è un cinema inquieto e doloroso, popolato di personaggi colti nel momento ultimo del loro precipitare, coinvolti in storie rarefatte e quasi inconsistenti, cicliche e ripetitive nel non essere veri e propri racconti ma solo conseguenze di eventi già accaduti al di qua dei titoli di testa, in un fuori campo tutto teorico. Si inizia quando tutti i personaggi sono già stati trasformati in corpi sopravvissuti, creature sull'orlo del collasso che Ripstein va cercando con tanto accanimento. Li insegue e li accerchia fino a metterli con le spalle al muro, privandoli di qualsiasi possibilità di fuga e di cambiamento, confinandoli, infine, in spazi claustrofobici inondati di oscurità.
Il conflitto della gelosia prende forma, l’ossessione mentale diventa palpabile e densa impregnando l’aria livida di colori scuri, macchiati di gialli e di rossi come schegge senza controllo. Forte e nuova nel cinema sontuoso di Ripstein, una certa venatura surreale che attraversa i momenti più crudeli del film e li tinge di crudele ironia, fino ad affidare ad improbabili personaggi televisivi il ruolo che i greci vedevano nel coro. Fanno capolino da una vecchia televisione, sono testimoni del dramma di amore e morte che viene narrato, intervengono, commentano, cantano le loro canzoni sgangherate, sono a loro volta osservati come oggetto straniante, in una macabra danza di sguardi che non trova via d’uscita. Alla fine proprio questo monitor diventa beffardo contenitore dello stesso film, scatola “magica” entro cui rinchiudere (quasi a volerlo soffocare) il fiammeggiante melodramma che lentamente si tinge di sangueTitolo originale: Asi es la vida
Regia: Arturo Ripstein
Sceneggiatura: Paz Alicia Garciadiego, Arturo Ripstein
Fotografia: Guillermo Granillo
Montaggio: Carlos Puente
Musica: David Mansfield, Leoncio Lara
Scenografia: Claudio Contreras
Interpreti: Arcelia Ramirez (Julia), Patricia Reyes Spindola (Adela), Ernesto Yanez (l’obeso), Luis Felipe Tovar (Nicolas)
Produzione: Filmania/Foprocine/Gardena Producciones
Distribuzione: Sharada
Durata: 98’
Origine: Messico, 2000

--------------------------------------------------------------
IL NUOVO #SENTIERISELVAGGI21ST N.17 È ARRIVATO! in offerta a soli 13 euro

--------------------------------------------------------------

--------------------------------------------------------------
CORSO COLOR CORRECTION con DA VINCI, DAL 5 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative