Asian Film Festival 2007 – "The High Cost of Living", di Yok Wai Leonard Lai

Film d'azione dai mezzi elementari, sia nel budget che nella struttura, The High Cost of Living rivela una grande attenzione alla costruzione narrativa, efficace nella sua semplicità. La povertà del budget non si può camuffare, ma Yok Wai Leonard Lai riesce ugualmente a creare l'atmosfera malsana e avvincente di una caccia all'uomo urbana.

--------------------------------------------------------------
CORSO COMUNICAZIONE DIGITALE PER IL CINEMA DALL'11 APRILE

--------------------------------------------------------------

The High Cost of Living si fa notare – e apprezzare – subito per una grande attenzione alla struttura narrativa, a dispetto di mezzi esasperatamente ristretti, quasi da saggio di fine corso, e di una recitazione semiamatoriale. Pur nella sua linea elementare, quasi scolastica, l’attenzione ai dettagli (primi piani serrati, oggetti che cambiano repentinamente la dinamica delle situazioni) nella costruzione delle sequenze rivela una conoscenza sorprendente dei meccanismi della tensione.
La povertà del budget non impedisce quindi a Yok Wai Leonard Lai di mettere in scena un film fatto di personaggi perfettamente definiti secondo i canoni del genere poliziesco: il protagonista Gideon Lamb che da insospettabile nerd si rivela essere un abile killer su commissione, e si salva sempre all’ultimo minuto come il personaggio di un feuilleton; il suo spietato cacciatore, l’agente Long che lo incalza, che non si fa mai domande, che uccide a sangue freddo con la battuta implacabile sempre pronta per schernire le sue vittime.
Nel piccolo della sua realizzazione, The High Cost of Living è costruito sapientemente, in modo rigoroso: se riesce poco credibile non è tanto per le sue lacune, quanto piuttosto per le interpretazioni fortunose degli attori, quasi mai convincenti.
La sceneggiatura di Der Tsen Jeremy Chia è molto forte, basata su situazioni tipo come inseguimenti e sparatorie, ma alla fine molto attenta e coerente anche ad elementi marginali. La fotografia tende a connotare sapientemente gli spazi: le tonalità fredde dei luoghi di potere e dell’appartamento del sicario; le inquadrature luminose che segnano il rapporto tra Gideon e la sua ragazza Lily; l’ambientazione tipicamente urbana e notturna. Seppure rozzamente, si respira un’atmosfera corrotta e perduta, costruita su solide basi, in modo che la serrata caccia all’uomo messa in atto da Long sia sostenuta da interessanti sottoplot che si integrano molto bene con il resto: Aloysius, l’amico sciupafemmine, la fidanzata Lily, timida e sensibile, il rapporto tra l’agente e sua moglie, ovviamente sofferto come da regola del noir.
Grazie a queste variazioni narrative di supporto, The High Cost of Living assume anche un valore fortemente sociale, con Lang che afferma candidamente che la sua coscienza è di quelle che si possono comprare, e con l’eroe che uccide solo pescecani della finanza, come forma di rivalsa sociale.
In quello che sembra un tema caro al cinema di Singapore, anche qui non mancano i risvolti familiari, specie nel rapporto, quasi dileiano, tra il boss del quartiere e il figlio Wenfa, fannullone poco incline a seguire le orme paterne, ma poi sensibile al sangue versato e al desiderio di vendetta.

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------
--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array