ASIAN FILM FESTIVAL 2011 – "Hosehold X", di Yoshida Koki (Concorso)

Household XQuello di Yoshida Koki è un film che assorbe, estremizzandola, la lezione di Antonioni, che condensa la descrizione dell’opprimente microcosmo familiare ingabbiando i tre protagonisti dentro una quotidianità asfissiante e incessantemente claustrofobica. Yoshida Koki ci offre questo fermo immagine delle singole solitudini che si condividono nello spazio familiare

--------------------------------------------------------------
CORSO DI SCENEGGIATURA ONLINE DAL 6 MAGGIO

--------------------------------------------------------------

Household  XHousehold X si materializza attraverso una fitta tessitura del silenzio. I dialoghi, quasi inesistenti, non aggiungono nulla all’immagine, non si candidano mai a sostituire la visione.

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

Un film che assorbe, estremizzandola, la lezione di Antonioni che si sarebbe trovato a proprio agio in questo mondo di vasi incomunicanti, in questa famiglia di silenziosi testimoni di mondi che scendono, ciascuno, lentamente, verso derive sconosciute.

Yoshida Koki ci offre questo fermo immagine di tante singole solitudini che non casualmente si condensano nel classico nucleo familiare. La donna è quasi abbrutita dai lavori di casa, senza nome, trasparente agli occhi del marito e del figlio. Quest’ultimo distratto e privo di benevolenza nei confronti dei propri genitori,manifesta una estrema e ingiustificata freddezza che però non ferisce nessuno. Il padre/marito, distratto dal proprio lavoro, che ha pure perduto, non riesce misurarsi con un ambiente familiare, che d’altra parte non esiste.

Ingabbiati dentro una quotidianità asfissiante e incessantemente claustrofobica, i tre protagonisti non sono alla ricerca di soluzioni ed è questo il tratto più disperato del film di Yoshida Koki che aveva già affrontato il tema della famiglia soggiogata da una routine senza sbocco in Symptom X

Household X condensa la descrizione dell’opprimente microcosmo familiare con un occhio attento alla condizione della donna. Senza trasformarsi in un fastidioso saggio sociologico, il film di Yoshida Koki traccia, con sapiente maestria, un credibile profilo femminile che va ad aggiungersi agli altri innumerevoli che il cinema finora ci ha mostrato. Il dramma della protagonista è il filo conduttore della vicenda e simmetricamente nell’ambiguo finale, concede l’illusione di una possibile soluzione.

Le scelte registiche risultano, con assoluta aderenza all’impianto narrativo, congrue e impeccabili. Si assiste ad una messa in scena che esalta il profilo claustrofobico della storia. L’accurata scelta da parte dell’autore dell’abitazione in cui ambientare il film, costituisce di per se un elemento fortemente indicativo dell’obiettivo da raggiungere. La scelta di girare, in alcune e precise fasi, con la macchina a mano, restituendo, quasi come in un dipinto impressionista, l’emozione della situazione, più che la sua immagine, diventa una singolare abilità assai rara e altrettanto efficace. La stessa macchina da presa spesso addosso ai personaggi, alla donna soprattutto, tra gli spazi angusti di una cucina e di un lavabo dove lei svolge gran parte della propria vita, se non è una novità qui diventa strumento narrativo più che mai opportuno. La solitudine del marito al lavoro, emblematicamente rivolto con le spalle a tutti suoi colleghi e con solo una parete davanti, sintetizza un isolamento senza soluzione che non si risolve neppure dopo il tentativo dell’unico collega che gli offre una serata di svago alla fine della giornata di lavoro. Gli esili e casuali dialoghi, tra madre e figlio che si svolgono senza mai un incrocio di sguardi. La chiusura degli spazi urbani che la donna percorre per tornare a casa dopo la spesa, con caseggiati che occludono le prospettive e lo sguardo e lei che isolata dal mondo che le si muove intorno continua il proprio automatico cammino verso casa, gettano una luce mesta su queste vite.

Household X crediamo si candidi a diventare uno dei film più pessimisti degli ultimi anni, un film in cui non vi è alcuna presa di posizione contro la famiglia, ma nella quale quest’ultima sembra diventare soltanto un luogo di condivisione di solitudini. Ma quello che forse è il dato più allarmante è che i personaggi si muovono in un tempo e in uno spazio in cui non coltivano progetti, in cui il futuro non è neppure ipotizzato e nel quale il tempo potrebbe finire da un momento all’altro senza nulla aggiungere o togliere alle proprie vite, in una prospettiva che costituisce davvero il passo definitivo verso l’autentico pessimismo cosmico.

 

--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array