ASIAN FILM FESTIVAL 2012 – "Inseparable", di Eng Dayyan


È uno spiazzante oggetto filmico questo Inseparable. Riuscito cinematograficamente, ambiguo ideologicamente e capace di segnare uno spartiacque produttivo di portata storica: primo film cinese che ospita una superstar hollywoodiana come attore (Kevin Spacey). Tra la Black comedy e i film di supereroi, tra il buddy movie e l’action, l’immaginario hollywoodiano viene perennemente (im)posto come perimetro significante su cui (ri)muovere lo sguardo…

--------------------------------------------------------------
CORSO DI SCENEGGIATURA ONLINE DAL 6 MAGGIO

--------------------------------------------------------------

InseparableÈ uno spiazzante oggetto filmico questo Inseparable. Una produzione che meriterebbe di per sé (a prescindere dalla sua effettiva riuscita filmica) attentissime riflessioni per l’importanza storica e i sottotesti socioculturali che mette evidentemente in campo: i delicati rapporti politici Oriente/Occidente in un tempo di amarissima crisi economica. E allora: primo film cinese che ospita una superstar hollywoodiana come attore (Kevin Spacey, qui anche produttore esecutivo!); storia che mischia lingue e culture col chiaro intento di “mondializzare” il prodotto; sceneggiatura e regia pesantissimamente influenzate dagli stilemi hollywoodiani di scrittura e messa in scena.

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

Li è un giovane ricercatore e disegnatore di arti artificiali per una grande azienda, è sposato e ha un bell’appartamento, ma ha da poco perso i genitori in un incidente stradale e sua moglie ha abortito a causa di medicinali contraffatti. Li, disperato, tenta il suicidio nella prima sequenza del film ed è qui che compare l’amico americano Chuk interpretato da Kevin Spacey. Straniante presenza che (ci) trasporta in un frame nel mondo codificato dei generi di Hollywood: rocambolesche avventure, giardini curatissimi che crescono su grattacieli e persino strambi supereroi che lottano per la giustizia. Ma Chuk/Kevin Spacey non è reale… è una proiezione della mente temporaneamente traumatizzata di Li, un "doppio" che funge da detonatore di desideri e paure inconsce (ma nell'inconscio cinese odierno c'è l'America? Importante sottotesto del film). Una sorta di Fight Club in formato black comedy che strizza l’occhio al primo Jonathan Demme o ai Coen, nonché a uno dei più importanti sottogeneri americani: il buddy movies. E fin qui l’operazione è decisamente riuscita: a tratti ci si diverte, la regia è solida e tiene bene il ritmo, si rimane persino stupiti nel vedere per la prima volta Kevin Spacey vestito da simil Batman insieme al giovane cinese abbigliato da surreale Robin lottare insieme contro le multinazionali cattive. Per ritrovare se stessi bisogna esplorare tutti i fantasmi interiori…

Ma il film non può essere solo questo. E da spettatore si sente a un certo punto il bisogno di tentare di riflettere più a fondo su quest’operazione. Perché l’immaginario hollywoodiano diventa nel bene (l’amico Spacey: il due volte premio Oscar incarna qui il cinema americano in missione cinese) e nel male (il nemico Peter Stormare: manager volgare e capitalista) il perimetro su cui (ri)muovere perennemente lo sguardo. Come se la grande metropoli – chiaramente Pechino, ma mai nominata o connotata – fosse una qualsiasi altra città multietnica. Persino il poliziotto che arresta Li sembra bonario e comprensivo come nelle più consolatorie commedie di Hollywood. È difficile non notare in queste scelte un chiaro messaggio di diplomazia filmica Cina/Usa, una sorta di cartolina da esportazione (simile alla famosa fotografia del Presidente Bush in abito tradizionale cinese al vertice di Shangai) che renda "inseparabili" con la speranza dell’happy end in piena crisi economica mondiale.

Insomma, un’operazione da studiare: abbastanza riuscita cinematograficamente, ambigua ideologicamente e capace di segnare uno spartiacque produttivo di portata storica. La cosa certa è che Inseparable, in più modi e termini, mostra ancora nel 2012 quanto il Cinema sia un mezzo fondamentale per comprendere il Mondo e le sue tante derive.

--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array

    Un commento

    • Io ho trovo questo film piuttosto irrisolto. Il mix di dramma e commedia, che spesso nel cinema orientale riesce bene (più ai coreani che ai cinesi, in verità), non coinvolge, non convince. Non riusciamo ad essere partecipi del dramma del protagonista troppo figo, così come non diverte Kevin Spacey ex star di Hollywood ormai in evidente declino (ormai fa solo piccoli ruoli da caratterista), che per riciclarsi si produce in Cina. Spiace vedere un tale spreco di risorse (perché il film non è certo ‘povero’) così male impiegato. Sarebbe bastata un po’ più di decisione in uno dei due versanti per renderlo interessante. Le premesse c’erano. E invece non cattura e ti lascia un gusto vago di tristezza.