Baciami, stupido, di Billy Wilder

Commedia di doppi travestimenti e doppi significati, anarchica, che non tranquillizza lo spettatore ma lo umilia portandogli davanti agli occhi uno specchio crudele. Oggi, ore 12.20, TV 2000

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“Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti.” Luigi Pirandello

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Tutto in una notte. Billy Wilder passa dallo sguardo paradossale di Irma la dolce (1963) alla commedia anarchica che invece di tranquillizzare lo spettatore, lo umilia portandogli davanti agli occhi uno specchio crudele. Baciami, stupido (1964) fa tabula rasa sulle sacre istituzioni della società occidentale: il matrimonio, la fedeltà, la chiesa, il mondo dello spettacolo, la televisione. Lo scambio di coppia porta la commedia degli equivoci al suo Climax, come il paesino del Nevada dove si svolgono le vicende dei quattro personaggi principali: il cantante Dino (Dean Martin), la prostituta Polly (Kim Novak), il maestro di piano Orville (Ray Walston che sostituisce l’infartuato Peter Sellers) e la consorte Zelda (Felicia Farr, la indimenticabile barista Emmy di Quel treno per Yuma).

L’incipit è altamente corrosivo e raffigura una Las Vegas luccicante ma anaffettiva in cui Dino, il cantante sciupafemmine, si esibisce in gorgheggi e battutacce mentre dei camerieri fingono di ridere. In fuga dalle ballerine che si vogliono infilare nel suo letto, Dino finisce nel cuore della provincia americana ed è l’oggetto del desiderio femminile (la bella Zelda lo ha sognato fin da ragazzina) e dei sogni di gloria di Orville e del suo amico meccanico Barney (Cliff Osmond) che vorrebbero vedere pubblicate le proprie canzonette. Lo sguardo di Billy Wilder è impietoso: Orville cerca di insegnare a un ragazzino maldestro Per Elisa di Beethoven mentre è travolto da provinciali deliri di gelosia. Pur amando la musica classica (ha una maglietta con il viso di Beethoven) il nevrotico Orville non disdegna il guadagno facile con rime popolari (il tormentone è Listen to me, Sophia di George e Ira Gershwin) e spera nel colpaccio che gli possa permettere la scalata sociale.

Oltre alle solite battute fulminanti e ai veloci scambi in campo-controcampo, Billy Wilder è molto attento a disseminare lo sfondo di simboli e allusioni: gli strani cactus, le bottiglie di vino con collo alla Modigliani, il mezzo pompelmo (omaggio al James Cagney di Nemico Pubblico), gli interni del bar/bordello Belly Botton (il bar dell’Ombelico), il pappagallo amante dei western, le galline in mezzo al deserto, le pompe di benzina Hopperiane, i vestiti american gothic delle pie donne guidate dal prete. E poi c’è lei, Kim Novak, che fa Marilyn Monroe meglio di Marilyn Monroe, Polly The Pistol (la bomba nella versione italiana), in tutta la sua straripante bellezza contenuta a fatica da vestiti attillati, come nella splendida scena della danza a casa di Orville. Tra i quattro personaggi è proprio la prostituta quella che nello scambio di ruoli avverte la ipocrisia di un mondo maschile degradato. Se Polly sogna una normalità borghese interpretando il ruolo della casalinga media americana, Zelda si accorge che l’unico modo di vincere le tentazioni è abbandonarsi ad esse diventando la prostituta lambchop (la costoletta d’agnello diventa caramella nella traduzione italiana) nelle fauci del simbolo della celebrità Dino.

Billy Wilder non solo propone un doppio tradimento ma suggerisce che nella moderna America il fine giustifica i mezzi, basta mantenere la maschera della discrezione. Il film alla sua uscita venne massacrato dalla critica, dalle associazioni cattoliche e ottenne scarso riscontro di pubblico; in realtà Billy Wilder aveva semplicemente precorso i tempi e la sua comicità dissacrante era irricevibile per L’America del 1964 ancora pietrificata dall’ assassinio del presidente Kennedy. Basato sulla pièce di Anna Bonacci L’ora della fantasia (1944) che aveva già dato lo spunto a Mario Camerini per il suo Moglie per una notte (1952), Baciami, stupido è una commedia di doppi travestimenti e doppi significati che mostra il trionfo della infedeltà e della messa in scena come fondamenti della istituzione matrimoniale e della società dello spettacolo. In fondo siamo un po’ tutti come quel pappagallo che ripete i suoni e le parole della televisione, aderiamo a un modello proposto dall’alto e siamo disposti a venderci per quei quindici minuti di celebrità. Ci sono troppe maschere e pochi volti: “Nessuno è perfetto” ma allora meglio non farsi troppe domande quando la risposta è evidente. Kiss me stupid!

 

Titolo originale: Kiss Me, Stupid
Regia: Billy Wilder
Interpreti: Kim Novak, Dean Martin, Ray Walston, Cliff Osmond, Henry Gibson, Felicia Farr
Durata: 123′
Origine: USA, 1964
Genere: commedia

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
4.3

Il voto al film è a cura di Simone Emiliani

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Il voto dei lettori
4.33 (3 voti)
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