"Baciate chi vi pare" di Michel Blanc

Il ventaglio di storie si intesse su una rete di menzogne, ipocrisie e fallimenti per dar vita ad un vaudeville fatto di gag e drammi contenuti. Il film non si scioglie nello svelamento del suo mosaico ma resta irrisolto nel lasciare spazio alle infinite combinazioni di tasselli che gli intrecci consentono

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Da una camera all'altra, da un corridoio all'altro, i dodici protagonisti di Baciate chi vi pare si rincorrono affannosamente attraversando saloni borghesi, appartamenti in vendita, squallide roulottes, stanze d'albergo e cabine ospedaliere in una coreografia che impernia il suo equilibrio sul zigzagante movimento tra le mura. Mutare orizzonte geografico, infatti, non incide sulla partitura dei ruoli che proseguono le loro dinamiche come se non ci si spostasse mai. Abbandonando la città per un paesino di villeggiatura o addirittura per attraversare l'oceano, il carosello d'attori non cambia il suo ritmo ma incastra i passi in nuove stanze e nuovi corridoi per seguire senza distrazioni l'inanellarsi di combinazioni umane.

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Un cast nutrito di stelle del cinema d'oltralpe ingemma il quarto lungometraggio dell'attore e regista Michel Blanc, tratto liberamente dal libro di Joseph Connoly Summer things e già designato come successo della stagione francese. Trainati dalla vivacità elettrizzante dei dialoghi, sono senza dubbio gli attori il centro del film seguiti sempre ad altezza d'uomo in un gioco ad incastro che li avvita a dei personaggi in bilico tra verosimiglianza e irrazionalità. Il ventaglio di storie si intesse su una rete di menzogne, ipocrisie, fallimenti rinnegati che danno vita ad un vaudeville fatto di equivoci, gag e drammi contenuti. Il flusso limaccioso di parole che i personaggi si vomitano addosso finisce per stordirli impedendo loro di comunicare e dunque "baciare chi gli pare" diventa l'ultima spiaggia per trovare un contatto umano.


Pur non eccedendo nel macchiettismo i protagonisti si radicalizzano nei loro ruoli vincolandosi in rapporti ingabbiati che finiscono per congelarli in percorsi circolari. Infatti, nonostante il progressivo montare di elementi tragici che spingono la commedia verso una sponda amara, i personaggi non si alterano e il film non si scioglie nello svelamento del suo mosaico ma resta irrisolto nel lasciare spazio alle infinite combinazioni di tasselli che gli intrecci consentono. Ed è proprio questa sensazione di coazione che lima via la leggerezza ottimista della commedia lasciando un ibrido a cui avrebbe giovato un catartico cinismo.


 


Titolo originale: Embrassez qui vous voudrez
Regia: Michel Blanc
Sceneggiatura: Michel Blanc dal romanzo di Joseph Connoly
Fotografia: Sean Bobbitt
Montaggio: Maryline Monthieux
Musica: Mark Russell
Scenografia: Benoit Barouh
Costumi: Olivier Beriot
Interpreti: Charlotte Rampling (Elisabeth), Jacues Dutronc (Bertrand), Carole Bouquet (Lulu), Michel Blanc (Jean-Pierre), Karine Viard (Veronique), Denis Podalydes (Jerome), Clotilde Courau (Julie), Lou Doillon (Emilie), Vincent Elbaz (Maxime), Sami Bouajila (Kevin)
Produzione: Yves Marmion
Distribuzione: Istituto Luce
Durata: 90'
Origine: Francia, 2002


 

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