Bagman, di Colm McCarthy

Un horror di formazione incolore e acerbo, incapace di decidersi sull’approccio più efficace per raccontare il suo mostro. E quando lo trova è evidentemente troppo tardi

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Horror pop che si sviluppa sempre più per gemmazione, per spunti nati dal riattraversamento di strade appena aperte o rilette in modo nuovo. Colm McCarthy arriva dalle seconde linee del cinema inglese, è al secondo film importante dopo una vita impegnato sui set televisivi ma con il suo Bagman pare guardare dalle parti giuste, che poi sono quelle delle costellazioni famigliari degli horror anni ’80 riattraversati proprio da registi come Leigh Whannell e della provincia industriale americana già sfiorata nell’affascinante ma imperfetto Antlers di Scott Cooper.

Su questo sfondo prende corpo la storia di Patrick (Sam Claflin), che da ragazzino è riuscito a sfuggire al tremendo incontro con il Bagman, entità soprannaturale che cattura i bambini nel suo sacco per nutrirsi di tutti i loro sogni e speranze e che ora, da adulto, è costretto a confrontarsi nuovamente con il mostro. La creatura, infatti, vuole chiudere i conti usando il figlio di Patrick come esca e approfittando, forse, di un amuleto che ha improvvisamente smesso di proteggerlo.

Bagman parte da buone premesse e anche da un prologo in cui sembra volersi giocare subito tutto in termini di atmosfera, settare al più presto il passo del racconto. Eppure la presa si fa fragile quasi subito. Fatica ad entrare davvero nello spazio del racconto, a costruire uno sfondo narrativo credibile, a indagare in profondità le tensioni della famiglia protagonista ed il suo legame con un mostro che, privo di una lettura a suo modo seriosa, non scontata, finisce per risultare debolissimo, nulla più di una spenta copia delle decine di mostri folk che infestano costantemente il nostro cinema senza smuovere davvero l’immaginario di riferimento.

Bagman impiega dunque pochissimo ad impantanarsi, ad attardarsi in un horror tutto ripiegato sui suoi spazi, sballottato tra la casa di Patrick e la foresta che la circonda ma senza leggere quegli ambienti in modo davvero personale, accontentandosi di un passo senza veri guizzi che forse racconta tutta l’incertezza dei reparti creativi sulla linea da dare al loro horror.

Non è forse casuale se dopo poco il film di McCarthy opti per un approccio a suo modo composito, che cerca di sostenersi affastellando spunti e dettagli pescati senza tregua da trent’anni di horror, spostandosi dagli home invasion spiritici alle bambole à la Chucky, affannosamente a caccia della scena più efficace, del passaggio capace di suscitare un qualche interesse o complicità nello spettatore. A volte la sfiora, pur senza brillare mai davvero per originalità (come in certi depistaggi o in certi tentativi di attacco dell’entità al figlio di Patrick) ma tutto sommato non si rende conto che tutto il suo meglio lo dà nelle parentesi sul passato del giovane protagonista e di suo fratello, in questi lampi quasi à la Stand By Me, nelle riflessioni sul pensiero magico infantile e sulla crescita che innervano quei passaggi.

Si tratta di dettagli però, mattoncini che fanno massa ma che il film non soppesa mai davvero, salvo, forse, nel finale, quando il racconto riapre uno squarcio sul passato e qualcosa, da qualche parte in Bagman, pare effettivamente scattare. Ancora, manca la vera zampata, forse manca anche una vera idea forte, ma in questo simbolico ricongiungimento tra le due età del protagonista su cui si strutturerà il confronto finale con la creatura c’è un’estetica, c’è una presenza registica che finalmente pare funzionare o comunque emergere in primo piano dopo aver latitato per gran parte del film, quasi a volersi sottrarre ad un percorso di maturazione in cui il film coinvolge i suoi personaggi ma a cui il suo regista pare sottrarsi.

 

Titolo originale: Id
Regia: Colm McCarthy
Interpreti: Sam Claflin, Antonia Thomas, William Hope, Steven Cree, Frankie Corio, Adelle Leonce, Henry Pettigrew, Sharon D Clarke, Neil Linpow, Caréll Vincent Rhoden, Will Davis, Jordan Gubian
Distribuzione: Notorious Pictures
Durata: 93′
Origine: USA, 2024

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
2.5
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Il voto dei lettori
2 (2 voti)

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