Balkan Film Festival: dal 6 ottobre alla Casa del Cinema

Il programma della seconda edizione dell’appuntamento romano

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Dal 6 al 10 ottobre, presso la Casa del Cinema di Roma, si terrà la seconda edizione del Balkan Film Festival. L’evento torna a mostrare il meglio della produzione balcanica con proiezioni esclusive, incontri con registi di fama internazionale e approfondimenti tematici. Fra gli obiettivi operativi c’è persino quello di stimolare le coproduzioni italo-balcaniche. Ospite d’eccezione il regista macedone Milcho Manchevski, che mercoledì 6 ottobre alle 19:30 si presterà per un dialogo con il regista e sceneggiatore albanese Roland Sejko.
Leone d’Oro alla 51ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia con “Prima della pioggia” nel 1994, Manchevski è stato tra i primi ad affrontare, in maniera simbolica e poetica, il conflitto in Jugoslavia. Nella serata di apertura della manifestazione, l’autore incontrerà il pubblico per riflettere sul ruolo del cinema nella costruzione della società nei Balcani. Seguirà la proiezione della sua ultima opera Willow, intensa storia sulla maternità in cui la donna assume un ruolo di avanguardia nella rottura della tradizione e nel rispetto della vita. Tramite le immagini, la donna diventa per Manchevski protagonista del dramma cinematografico del presente, che sollecita urgenti soluzioni ai problemi della contemporaneità.
Tema, quest’ultimo, al centro del panel di sabato 9 ottobre alle 19:00, “Cinema al femminile nei Balcani”, cui prenderanno parte le registe Andrea Štaka (in collegamento), Antoneta Kastrati e More Raça moderate dalla Dott.ssa Luisa Chiodi, Direttrice scientifica dell’Osservatorio balcani e caucaso transeuropa. Nella fertile, straordinaria produzione cinematografica delle registe balcaniche di successo, quali sono i contenuti prioritari? Quali sono le differenze rispetto alla cinematografia dei loro colleghi uomini? Una diversa aspettativa di futuro? In particolare, vi sono differenze nel racconto femminile sulla politica, la pace, la guerra, l’ambiente, la famiglia, l’emigrazione e su se stesse? Tematiche importanti, alle quali il Festival prova a rispondere con una significativa selezione di film realizzati da registe dell’area balcanica.
Andrea Štaka, cineasta di origini slave vincitrice con Das Fräulein del Pardo d’Oro al Festival del Cinema di Locarno 2006, di cui il Festival presenta in anteprima italiana Mare, lungometraggio in selezione alla Berlinale 2020: storia di una donna che immagina una vita diversa finché uno sconosciuto viene a vivere alla porta accanto. Antoneta Kastrati è una regista kosovara che, dopo essere sopravvissuta alla guerra, ha preso in mano una videocamera e ha iniziato a realizzare cortometraggi e documentari pluripremiati. Il suo primo lungometraggio narrativo, Zana, fu presentato in anteprima al Toronto International Film Festival e candidato agli Oscar 2020. Mentre la ventinovenne More Raça presenta la sua opera prima, Galaktika e Andromedës (La galassia di Andromeda, 2020), una denuncia del degrado sociale postbellico visto con gli occhi di una giovane donna: uno sguardo resiliente nell’aridità del Kosovo contemporaneo.
Inoltre, il festival omaggia Goran Paskaljević con la proiezione di Honeymoons, pellicola del 2009 in cui due giovani coppie decidono di abbandonare le loro reciproche abitazioni per cercare una vita migliore nell’Europa Occidentale. Ricordando il grande regista serbo recentemente scomparso, il giornalista e critico Nicola Falcinella e Roland Sejko presenteranno una delle personalità più ricche e graffianti del cinema balcanico. Il film di chiusura della manifestazione sarà la co-produzione italo-slovena Storie dai boschi di castagne, opera prima dello sloveno Gregor Božič, presente in sala per incontrare il pubblico.

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