Balto e Togo – La leggenda, di Brian Presley

Brian Presley riporta sul grande schermo la storia del salvataggio dei bambini di Nome nella gelida Alaska grazie al musher Seppala e i suoi fidati husky Balto e Togo, ma il risultato è debole

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Torna sul grande schermo la storia dell’eroica impresa compiuta nel 1925 da Seppala e dai suoi due cani Togo e Balto, impegnati in una staffetta nelle impervie montagne dell’Alaska per salvare la vita dei bambini dell’isolata città di Nome, colpita da un’epidemia di difterite.

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Già in passato la vicenda della staffetta dei musher, che percorsero in meno di 6 giorni una distanza che normalmente ne richiedeva 25, era stata portata sul grande schermo nella versione animata della Amblimation intitolata Balto.

Il film d’animazione del 1995 riportava la storia mettendo al centro il cane che era a capo della muta che percorse le 50 miglia finali portando il medicinale a Nome, e per molti anni è stato considerato lui il vero eroe della vicenda, tanto da avere una statua dedicata a Central Park.

Solo recentemente, infatti, è stato riconosciuto il giusto onore a Seppala e Togo: benché l’uomo fosse l’addestratore anche di Balto, fu con il più anziano e fidato capo-muta Togo che attraversò la parte più rischiosa della staffetta, affrontando 350 miglia delle 674 totali, (gli altri musher percorsero ognuno tra le 50 e le 80 miglia).

Nonostante il film di Presley si ponga lo scopo di mettere al centro i due veri protagonisti e il loro rapporto, il risultato manca di grinta e finisce col risultare quasi bidimensionale.

Se da una parte il rapporto tra uomo e natura selvaggia è reso da dei campi lunghi sul paesaggio innevato tempestato dalla bufera, nel quale le slitte della staffetta sembrano infinitamente piccole, dall’altro la vita quasi simbiotica dei musher con i propri cani è resa più a parole che visivamente.

A differenza di quanto realizzato dalla Disney con Togo, film nel quale, anche grazie a un’ottima interpretazione di Willem Dafoe, il protagonista umano e quello animale compiono insieme un percorso di crescita che trasmette al pubblico il sentimento di fiducia e co-dipendenza dei musher coi propri cani, il Seppala di Presley si limita a “dire” quello che prova verso l’animale, al quale, però, dedica pochissimi gesti (e, come regista, poche inquadrature), che mostrino ciò che li unisce.

Anche gli altri personaggi, compresa la dolce e tenera Sigrid interpretata da Emma Presley, giovanissima figlia del regista, non hanno una caratterizzazione tale da spingere lo spettatore a legarsi a loro: tendono, invece, a risultare delle tipizzazioni (il sindaco, il governatore, il dottore) più adatte a un vecchio sceneggiato televisivo, che a un prodotto cinematografico.

Ma non solo, a differenza di quanto lascerebbe intendere il titolo italiano, i due Husky sono ben lontani dal ruolo di protagonisti (Balto viene nominato e inquadrato solo due volte e solo nella seconda metà del film), e anche il personaggio di Seppala, posto al centro di tutto come motore stesso della storia, manca di profondità.

Tutto ciò che riguarda la psicologia e la spiritualità del personaggio viene enunciato da una voce over fin dall’inizio del film quando, con una sorta di prologo, presenta didascalicamente la situazione di partenza e introduce i personaggi che vedremo agire nella seconda parte.

Altro tentativo poco efficace di offrire uno sguardo più “all’interno” del protagonista è la scelta di inserire delle sequenze oniriche nei momenti più drammatici, ma i tempi e i modi in cui si intervallano all’interno dei 98 minuti di proiezione, purtroppo, fanno sì che il loro significato arrivi singhiozzante e non raggiunga la forza d’impatto necessaria a smuovere un sentimento forte, sia nel personaggio che nello spettatore.

In conclusione, il film avrebbe forse raggiunto meglio lo scopo prefisso e il cuore del pubblico, se, come suggerito dal titolo in italiano, avesse dedicato più spazio ai due cani, e al loro legame con il protagonista umano.

 

Titolo Originale: The Great Alaskan Race
Regia: Brian Presley
Interpreti: Brian Presley, Treat Williams, Brad Leland, Henry Thomas, Bruce Davison, Will Wallace
Distribuzione: Notorious Pictures
Durata: 87′
Origine: USA, 2019

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
2.8

Il voto al film è a cura di Simone Emiliani

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Il voto dei lettori
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